Grotte di Nettuno: differenze tra le versioni

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[[File:Veduta scale d'accesso alle grotte.jpg|thumb|left|Veduta delle scale d'accesso alle grotte]]
[[Image:NeptunesGrottoOrganPlayer.jpg|thumb|right|"The Organ Player" - [[Pareidolia]] phenomenon in the grotto]]
Data la particolare collocazione dell'apertura per accedervi, l'ingresso alle grotte è possibile solo se le condizioni meteo-marine lo permettono. Per accedervi vi sono due possibilità: mediante una scalinata di 654 gradini che si snoda lungo la parete del massiccio di Capo Caccia, la cosiddetta Escala del Cabirol (in catalano, "La scala del capriolo", proprio per la particolare conformazione che si inerpica sul promontorio.<ref name="alghero" />), opera dell’architetto, politico e poeta sardo Antoni Simon Mossa.
L'altra possibilità è via mare, con partenza dal porto di [[Alghero]] o dall'imbarco del molo della Dragunara a [[Porto Conte]], questa scelta è consigliata soprattutto se si vuole visitare parte della costa e/o non si abbia voglia o possibilità di fare i 654 gradini, impresa ardua soprattutto per il ritorno. Il servizio traghetti è attivo giornalmente in primavera e estate e con frequenze minori in autunno e inverno.<ref name="alghero" />
Fino al 1959, data di completamento della Escala del Cabirol la grotta di Nettuno era visitabile solo dal mare, e quindi accessibile solo in condizioni di mare calmo. Questa situazione rendeva molti problemi poiché la fama della grotta faceva confluire oltre ai turisti moltissime personalità che a volte non hanno potuto visitarla. Già dall'800 moltissime erano le idee e progetti anche molto fantasiosi. Il più comune era quello di costruire un tunnel che partendo dal versante sud di Capo Caccia, punto prevalentemente calmo soprattutto con il vento dominante di maestrale, portasse alla grotta. Nel famoso libro del viaggiatore sir [[John Warren Tyndale]] ''The Island of Sardinia'' pubblicato a fine '800, il Tyndale aveva prospettato questa soluzione, poiché nonostante un soggiorno molto prolungato presso Alghero non poté visitarla con sua grande frustrazione, e dovette rifarsi alla descrizione dell'altro scrittore/viaggiatore [[Alberto La Marmora|Alberto Ferrero Conte De La Marmora]] che scrisse il libro ''Voyage en Sardaigne''.