Falloforia: differenze tra le versioni

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Ho aggiunto il riferimento alle leggi di Evegoro (IV secolo a.C.), e ho di conseguenza indicato la fonte bibliografica da cui ho tratto le informazioni.
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== Rituale ==
Nelle falloforie propiziatorie del raccolto, molto diffuse nel mondo agricolo dell'antica Grecia e poi in Italia e nei territori dominati dai Romani, le processioni con il fallo terminavano con una pioggia di acqua mista a miele e succo d'uva, indirizzata verso i campi, che rappresentava l'[[eiaculazione]] del seme origine della vita e quindi propiziava l'abbondanza del raccolto. Attestata la Falloforia nel territorio della choraregione tarantina (Foggiano/Taranto) così come documenta una ''kylix'' attica a vernice nera del secondo venticinquennio del V sec. a.C. con raffigurazione di Phallagoghìa dionisiaca, un rituale che risulta così attestato nell'ambito delle Dionisie rurali della campagna tarantina in età magno-greca. La ''kylix'' è stata presentata dall'archeologa Giovanna Bonivento Pupino nell'ambito di un importante convegno tarantino dedicato alla "Vigna di Dionysos -Vite, Vino e Culti in Magna Grecia" (citare come indicato in bibliografia).
 
Attraverso la legge di Evegoro ([[IV secolo a.C.]]), riportata da [[Demostene]] (21, 10 = Test. 108a), sappiamo che la processione dedicata a Dioniso era organizzata in un modo ben preciso: in primo luogo vi era la ''missio'', cioè le persone adulte che aprivano il corteo; questi erano seguiti dai fanciulli, a loro volta seguiti dal κῶμος ( = [[Komos]]). Chiudevano la processione gli attori delle commedie e, infine, gli attori delle tragedie. Dunque, la posizione processionale nella quale veniva portato in processione il fallo di legno era esattamente il Komos<ref>{{Cita libro|nome=Fabio Manuel|cognome=Serra|titolo=Storia e origine dei Candelieri di Villa di Chiesa|anno=2019|editore=Associazione dei Candelieri B.V. Assunta - Cooperativa Tipografica Editoriale "N. Canelles"|città=Iglesias|p=15|ISBN=978-88-902354-6-7}}</ref>.