Proclama di emancipazione: differenze tra le versioni

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== Critiche ==
Al tempo della sua dichiarazione il Proclama di Emancipazione venne duramente criticato dai contemporanei, che accusavano il presidente Lincoln di voler liberare gli schiavi, imponendo la volontà dello [[Stato federale degli Stati Uniti|Stato FenderaleFederale]], in territori sui quali gli abolizionisti dell'[[Unione (guerra di secessione americana)|Unione]] non avevano alcun potere giurisdizionale; tuttavia, benché molti schiavi (ai quali il Proclama era rivolto) non furono liberati immediatamente, {{senza fonte|esso ebbe effetto immediato in gran parte del territorio confederato, con la sola eccezione del [[Texas]], dando la libertà a circa 20.000 schiavi.}}
 
Inoltre il Proclama può essere considerato lo strumento legislativo grazie al quale furono successivamente liberati circa altri quattro milioni di persone entro il luglio del [[1865]]. Verso la fine del conflitto vi furono numerose rimostranze da parte degli [[abolizionismo|abolizionisti]], che sottolinearono come gli schiavi fossero stati liberati applicando una misura di strategia bellica, non dichiarando quindi apertamente la pratica dello schiavismo come una pratica illegale. Questa osservazione non fu del tutto inesatta, poiché alla fine della guerra, nonostante molti degli ex-Stati confederati fossero sotto l'autorità unionista, continuarono tuttavia a praticare l'istituzione dello schiavismo fino a quando, il 18 dicembre [[1865]], essa non fu dichiarata fuorilegge e quindi abrogata dal [[XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America|XIII emendamento]].