Arhat: differenze tra le versioni

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{{C|L'incipit non è chiaro, così come alcuni passaggi|buddhismo|gennaio 2020}}
[[File:Lightmatter Hsi Lai Temple Arhat Garden.jpg|thumb|upright=1.4|Giardino con la raffigurazione di numerosi Arhat]]
Nel [[Buddhismo Theravāda]] e nel [[Buddhismo dei Nikāyabuddhismo]], gli '''arhat''' ([[sanscrito]]: ''arhat'' (अरिहन्त), "degno di venerazione";) [[lingua pāli|pāli]]o '''arahant'''; ([[lingua Vietnamitapāli|Vietnamitapāli]]) '''Lasono Hán''';coloro [[linguai cinese|cinese]]quali {{cinese|t=阿羅漢|p='''āluóhàn'''}}hanno oraggiunto {{cinese|t=阿羅漢|p=luóhàn}};il [[lingua coreana|coreanonirvana]] .<ref>{{coreanoCita web|아라한url=https://www.britannica.com/topic/arhat|arahantitolo=Arhat|hanjalingua=阿羅漢}} o {{coreanoen|나한|nahan|hanjaaccesso=羅漢2020-01-02}}; [[lingua giapponese|giapponese]] {{nihongo|''arakan''|阿羅漢}} o {{nihongo|''rakan''|羅漢}}; [[lingua tibetana|tibetano]] dgra.bcom.pa — secondo il Buddhismo Mahayana gli</ref> Arhat praticano solo per loro stessi, per raggiungere il Nirvana il prima possibile, al contrario invece dei [[Bodhisattva|Bodhisattva']].
 
Il termine "arhat" è sanscrito; in [[Lingua vietnamita|vietnamita]] si dice '''La Hán'''; in [[Lingua cinese|cinese]] 阿羅漢<sup>[[Caratteri cinesi tradizionali|T]]</sup>, '''āluóhàn'''<sup>[[Pinyin|P]]</sup> o 阿羅漢<sup>[[Caratteri cinesi tradizionali|T]]</sup>, luóhàn<sup>[[Pinyin|P]]</sup>; in [[Lingua coreana|coreano]] 아라한<sup>[[Hangŭl|?]]</sup>, 阿羅漢<sup>[[Hanja|?]]</sup>, ''arahan''<sup>[[Latinizzazione riveduta della lingua coreana|LR]]</sup> o 나한<sup>[[Hangŭl|?]]</sup>, 羅漢<sup>[[Hanja|?]]</sup>, ''nahan''<sup>[[Latinizzazione riveduta della lingua coreana|LR]]</sup>; in [[Lingua giapponese|giapponese]] ''arakan'' (阿羅漢<sup>[[Aiuto:Giapponese|?]]</sup>) o ''rakan'' (羅漢<sup>[[Aiuto:Giapponese|?]]</sup>); in [[Lingua tibetana|tibetano]] dgra bcom pa (དགྲ་བཅོམ་པ).།
 
Un ''arhat'' ha quindi percorso lo stesso cammino di un Buddha raggiungendo il ''[[nibbāṇa]]'' (pāli, ''[[nirvāṇa]]'' sans.), ma non attraverso una dottrina e una disciplina sviluppati autonomamente, bensì grazie all'insegnamento di un [[Buddha]], vivente o passato. Prima del [[Sutra del Loto]], gli "arhat" non potevano ottenere l'illuminazione perché avevano bruciato i semi della buddità; solo nel IV capitolo del Sutra del Loto, con la parabola del figlio del ricco, tutta l'assemblea degli Arhat o "ascoltatori della voce" manifesta il proprio ringraziamento al Buddha per la predizione dell'illuminazione e rammarico per essersi accontentati di uno stato inferiore, essendo convinti di poter meritare solo quello.
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Nelle altre scuole di [[buddhismo]], e in particolare nel [[buddhismo Mahāyāna]], gli arhat sono dei Buddha a tutti gli effetti, detti ''śrāvakabuddha'', ma comunque inferiori a coloro che, pur potendo ormai conseguire tale stato, prendono il voto di continuare a rinascere innumerevoli volte come ''[[bodhisattva]]'' fintanto che resteranno al mondo [[Esseri senzienti (Buddhismo)|esseri senzienti]] non illuminati, e sono detti ''Bodhisattvabuddha'' o ''Samyaksambuddha''.
 
== Note ==
 
<references />
== Altri progetti ==
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