Fusignano: differenze tra le versioni

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La Spianata dei Corelli.
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Nel [[1213]] [[Azzo V d'Este]] concedette il fondo ''Fuscinianus'' al capitano delle sue milizie, Francesco Mancini. La fondazione dell'attuale centro abitato risale alla metà del [[XIII secolo]]. La famiglia dei conti di Donigallia, probabilmente autoctona, possedeva un'area che si estendeva approssimativamente per 40 km quadrati tra le odierne Lugo e Fusignano. La famiglia aveva la propria residenza nell'abitato altomedievale di Donigallia-Cocorre, situato a poche centinaia di metri dalla pieve di San Giovanni Battista<ref>Norino Cani, ''Santi, guerrieri e contadini'', Il Ponte Vecchio, Cesena 2017, pag. 95.</ref>. Nel [[1241]] i Donigallia unirono per matrimonio i loro beni patrimoniali ai [[Conti di Cunio]]. Alla metà del XIII secolo una serie di villaggi situati a sud di Lugo di proprietà dei Cunio fu sommersa da una rovinosa inondazione del fiume [[Senio]]. Gli abitanti persero le loro case. I conti di Cunio decisero di trasferirli 12 km più a nord, nel nuovo territorio da loro acquistato. Edificarono un ''castrum'' nel fondo ''Fuscinianus''<ref>Mario Tabanelli, ''Romagna medievale. I conti di Cunio e di Barbiano'', Longo, Faenza 1972, p. 51.</ref>. Successivamente la giurisdizione ecclesiastica della pieve di San Giovanni fu trasferita al nuovo centro abitato. Dopo il tramonto della dinastia dei conti di Cunio (XIV secolo), il fondo ''Fuscinianus'' passò alla [[Santa Sede]].
 
Nel [[1445]] [[papa Eugenio IV]] cedette Fusignano, con altri castelli della Bassa Romagna, agli [[Este]] di Ferrara. Nel [[1464]] [[Borso d'Este]] donò il castello e il territorio di Fusignano a [[Teofilo Calcagnini]], uomo fidato membro della sua corte. Nel [[1469]] l'imperatore conferì alla [[Calcagnini (famiglia)|famiglia Calcagnini]] il titolo di [[conte palatino]]. Nel [[1598]], esauritasi la dinastia estense, Fusignano finì, insieme al Ducato di Ferrara, allo [[Stato Pontificio]], inserito nella [[Legazione di Ferrara]]. Ai Calcagnini fu confermato il proprio feudo, trasformato da Contea in Marchesato nel [[1605]] da [[papa Paolo V]]. Opera significativa dei Calcagnini resta la concessione degli Statuti cittadini.<ref>Gli Statuti di Fusignano sono stati ripubblicati in copia anastatica dalla Biblioteca civica.</ref>
{{Approfondimento|allineamento=sinistra|titolo=La dinastia dei Calcagnini (1467-1796)|
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La dinastia Calcagnini dominò Fusignano per tre secoli: dal Cinquecento alla fine del Settecento. I loro principali rivali furono i Corelli, la cui presenza in paese è più antica, risalendo al XIII secolo. Nel [[1632]] (ovvero 21 anni prima della nascita di [[Arcangelo Corelli]]) avvennesi ilscatenò cosiddettouna "Guasto[[faida]] deitra Corelli":le ildue capofamiglie: dellai famigliaCorelli, delguidati famosodal musicista,capofamiglia Rodolfo Corelli, tentòtentarono di uccidere il marchese Mario Calcagnini, ecioè colui che possedeva il feudo di guidareFusignano. unaL'agguato fu teso la sera del 2 aprile, ma non andò a segno: il Calcagnini si rivoltasalvò. Ne seguì una ferocespietata repressione, con la condanna a morte deldi Rodolfo Corelli per squartamento[[decapitazione]]. eDel corpo fu poi fatto scempio: venne squartato. Seguì la distruzione del palazzo di famiglia, sullepoi cuiil maceriesuolo fu arato e vi fu sparso il sale. SoloIl unluogo secoloin dopocui viera sistata potéabbattuta costruire:la icasa dei Corelli finanziaronofu da allora chiamato l'edificazione'Guasto diCalcagnini'' unao Chiesa''Spianata dei Corelli''<ref>[[Eraldo Baldini]] e [[Giuseppe Bellosi]], l'attuale'Misteri Chiesae delcuriosità Suffragiodella Bassa Romagna'', Il Ponte Vecchio, Cesena 2017, pp. 74-76.</ref>. Il marchese Mario Calcagnini, due anni dopo il famoso "guasto", lasciò comunque Fusignano e si ritirò nell'altro feudo della famiglia, quello di [[Formigine]], scambiandolo a vantaggio dei cugini Francesco e Borso, figli di Cesare I Calcagnini. Solo un secolo dopo si poté costruire sulla ''Spianata'': nel [[1753]] i Corelli donarono il terreno alla parrocchia affinché venisse costruita una chiesa, l'attuale Chiesa del Suffragio. All'interno fecero costruire una cappella per la propria famiglia e una per i Calcagnini, a testimonianza dell'avvenuta pacificazione tra i due casati.
 
Nel [[1796]] l'invasione dell'esercito francese rivoluzionario determinò la fine della signoria dei Calcagnini. I francesi, infatti, abolirono i diritti feudali. I Calcagnini continuarono a risiedere nel proprio castello a Fusignano fino al 1944, quando l'edificio fu distrutto totalmente dai bombardamenti.<ref>Oggi i discendenti della famiglia risiedono a Bologna ma mantengono un rapporto stretto con la cittadinanza fusignanese.</ref>
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* Nella Chiesa del Suffragio (o Tempio dei Caduti) sono state restaurate tre opere attribuite a Benedetto Dal Buono: due ovali, rappresentanti ''Il transito di S.Giuseppe'' e ''La Vergine col bambino che appare ad un'inferma'', ed una [[pala d'altare]] intitolata ''Madonna del Buon Consiglio, S. Andrea, S. Teresa d'Avila, S. Luigi Gonzaga e S. Vincenzo Ferrer'';
* Nella chiesa parrocchiale di Maiano Monti vi è un ciclo pittorico dell'artista ravennate Luigi Bergamini (1921-1992), singolare figura di artista che morì a Fusignano. Alcune sue opere sono state esposte a Siena nel 2009 nella mostra "Arte, Genio e Follia" ideata da [[Vittorio Sgarbi]];
* Nella chiesa parrocchiale della frazione San Savino si può ammirare un [[sarcofago]] bizantino del V o [[VI secolo]]. Nel [[Basso Medioevo]] si affermò presso i fedeli fusignanesi la credenza secondo cui [[Savino di Spoleto|San Savino]] avrebbe predicato nella zona. Fu edificata una chiesa intitolata al santo, attorno alla quale nacque il centro abitato. Secondo la tradizione il sarcofago avrebbe accolto le spoglie del santo. Tale tradizione non ha mai trovato conferma nelle fonti storiche<ref>{{cita web|url=https://www.beweb.chiesacattolica.it/diocesi/diocesi/202/Faenza+-+Modigliana|titolo=Diocesi di Faenza - Modigliana|accesso=24 dicembre 2019}}</ref>. Alla metà del [[XV secolo]] i resti in esso contenuti furono traslati nel [[Duomo di Faenza]], dove sono tuttora conservati. Nel [[1927]] l'Ispettorato dei Monumenti di Ravenna fece aprire il sarcofago e lo trovò senza fondo e completamente vuoto<ref>[[Eraldo Baldini]] e [[Giuseppe Bellosi]], ''Misteri e curiosità della Bassa Romagnaop.cit.'', Il Ponte Vecchio, Cesena 2017, pp. 9-11.</ref>.
 
=== Architetture e opere d'arte civili ===