La coscienza di Zeno: differenze tra le versioni

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Particolarmente interessante è la concezione che Zeno ha di sé a confronto con gli altri personaggi (le tre sorelle, il padre, Guido Speier, Enrico Copler...): egli sa di essere malato e considera gli altri "sani", ma proprio perché questi ultimi sanno di esser "normali" tendono a rimanere cristallizzati nel loro stato, mentre Zeno, inquieto, si considera un inetto e per questo è disposto al cambiamento e a sperimentare "nuove forme di esistenza". Sulla base di questa convinzione egli finisce col ribaltare il rapporto tra sanità e malattia: l'inettitudine si configura come una condizione aperta, disponibile ad ogni forma di sviluppo; e di conseguenza la sanità si riduce ad un difetto, l'immutabilità.
 
 
'''Per una nuova, radicalmente diversa lettura della ''Coscienza di Zeno'''''.
 
Si informa che da ventisei anni è stata proposta e riproposta, in libri e saggi vari della stessa autrice, Noemi Paolini Giachery (del 2017 è la nuova edizione di ''Italo svevo. Il superuomo dissimulato''), una lettura della ''Coscienza di Zeno'' totalmente diversa dalla vulgata: una lettura che non si basa su circumnavigazioni culturali né su forzose applicazioni di teoria della letteratura ma solo sull’attenzione al significato letterale del testo. Questa proposta, ignorata dalla critica, salvo rarissime eccezioni, si può trovare ora anche su internet al nome di Noemi Paolini Giachery: nel sito “Literary” col titolo [http://www.literary.it/dati/literary/P/paolini_giachery/per_una_nuova_radicalmente.html ''Per una nuova, radicalmente diversa lettura della'' Coscienza di Zeno], e nel blog “L’ombra delle parole” col titolo ''[https://lombradelleparole.wordpress.com/2015/12/03/noemi-paolini-giachery-e-zeno-lassassino-appunti-sul-romanzo-di-italo-svevo-la-coscienza-di-zeno-indagine-di-un-critico-inquieto-e-curioso-il-romanzo-della-crisi-europea/ Zeno assassino]''.
 
Il problema critico si può sintetizzare in poche battute o addirittura in una battuta in sé paradossale. Questa la battuta pronunziata da Zeno di fronte al cognato Guido di cui conosce una precedente simulazione di suicidio: '''“E chi non vuole morire deve prendere del veronal puro”.                                              '''
 
Questa dichiarazione  è in sé una istigazione al suicidio e diventa omicidio quando, come nel nostro caso, il consiglio è seguito con esito letale.<ref>Questa interpretazione è stata ripresa con gli stessi  argomenti e presentata come propria e originale (nonostante la citazione del testo della vera autrice  nella nota bibliografica) da Elisa Martinez Garrido, dell’Università di Madrid, nel testo riportato in internet col titolo  ''Della vendetta, della gelosia, della menzogna e del veleno tragico. La traccia di Shakespeare ne'' La coscienza di Zeno.</ref>
 
== Edizioni ==
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* Gabriella Contini, ''Il romanzo inevitabile. Temi e tecniche nella «Coscienza di Zeno»'', Milano, Mondadori, 1983.
*Giuseppe Genco, ''Italo Svevo tra psicanalisi e letteratura'', Napoli, [[Guida Editori]], 1998.
* Giovanni Palmieri, ''Schmitz, Svevo, Zeno. Storia di due "biblioteche"'', Milano, Bompiani, 1994.
*Noemi Paolini Giachery, ''Italo Svevo. Il superuomo dissimulato'', Roma, Studium, 1993 (nuova ed. Aracne 2017).
*Eduardo Saccone, ''Commento a Zeno. Saggio sul testo di Svevo'', Bologna, Il Mulino, 1973 (nuova ed. accresciuta, 1991).
*Giulio Savelli, ''L'ambiguità necessaria. Zeno e il suo lettore'', Milano, Franco Angeli, 1998.