Assedio di Monopoli: differenze tra le versioni

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Gli imperiali, dopo un intenso fuoco di artiglieria, condussero un attacco che provocò loro la perdita di 500/1&#160;000 uomini (di cui un centinaio uccisi nelle trincee con i cosiddetti "fuochi artificiati") e la rottura di 3 cannoni. Le truppe imperiali cominciarono così la costruzione di una nuova trincea verso la porta vecchia della città. Orsini fece edificare a sua volta una trincea per ostacolare i guastatori nemici nell'avvicinamento al fossato. Dopo qualche giorno vi fu una nuova sortita di 100 fanti armati dalla parte delle mura chiamata ''delle Pignate'': un incendio divorò gli appostamenti nemici e fu vanificato il lavoro di un mese. Gli imperiali, il 28 aprile 1529, visti inutili i propri sforzi, scoraggiati dalla defezione di molti degli italiani e delle truppe di Maramaldo (che a corto di viveri e mal pagate nel frattempo si erano date al saccheggio del territorio<ref>è in questa occasione che il Maramaldo saccheggia [[Noci (Italia)|Noci]] e assedia invano [[Martina Franca]]</ref>), abbandonarono il terreno e si trasferirono a [[Conversano]] e di là infine a Napoli.
<ref>Questa breve sintesi dell'assedio spagnolo del 1529 è tratta dal volume di Luigi Finamore-Pepe, ''Monopoli e la Monarchia delle Puglie'' , Monopoli, 1897. Lo storico riunisce in modo critico le versioni di cronisti locali e i dati archivistici e storici</ref>
[[File:AndreaVincenzo GrittiCatena copy009.jpg|sinistra|miniatura|Ritratto del [[doge]] Andrea Gritti.]]
 
Il Guicciardini, nel descrivere questi avvenimenti e le grandi difficoltà incontrate dagli Imperiali al primo assalto, tra l'altro aggiunge: