Villa di Domiziano (Castel Gandolfo): differenze tra le versioni

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La '''villa albana di Domiziano''', conosciuta in [[lingua latina|latino]] come '''''Albanum Domitiani''''' o ''Albanum CaesariCaesaris'', è stata una [[villa romana]] fatta costruire dall'imperatore [[Tito Flavio Domiziano]] ([[81]]-[[96]]) venti chilometri fuori [[Roma]], sui [[Colli Albani]], nell'antico ''ager albanus'' (toponimo direttamente legato alla mitica metropoli latina di ''[[Alba Longa]]'').
 
Oggi i resti della villa si trovano in gran parte all'interno della zona extraterritoriale delle [[Ville Pontificie di Castel Gandolfo]], e per il resto nei territori comunali di [[Castel Gandolfo]] ed [[Albano Laziale]], in [[provincia di Roma]].
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Di certo la memoria di questa città, mitica madre di Roma, ha segnato per sempre la toponomastica dei luoghi: l'attuale [[Monte Cavo]] era chiamato dagli antichi ''mons Albanus'' (probabilmente vi si venerava [[Giove Laziale]]), l'attuale lago Albano conserva tradotta la sua denominazione antica di ''lacus Albanus'', l'intera regione era chiamata ''ager Albanus''. Il nome è stato poi trasmesso all'odierna cittadina di [[Albano Laziale]], nata dopo il [[III secolo]] intorno alle strutture dei ''[[Castra Albana]]''.
 
''Alba Longa'' fu rasa al suolo nel [[VI secolo a.C.]], ed il ''[[Latium vetus]]'' annesso al dominio romano. Con la progressiva espansione romana, i [[Colli Albani]] divennero sede di numerose ville patrizie suburbane. Sono stati rinvenuti in particolare i resti di due grandi ville sulla via Appia Antica, attribuite una a [[Publio Clodio Pulcro]]<ref>{{Cita|Lugli 1915|pp. 15-32}}.</ref> e l'altra a [[Gneo Pompeo Magno]];<ref>{{Cita|Lugli 1915|pp. 33-47}}.</ref> oltre a queste, si sono trovate varie ville di età repubblicana sparse sulle rive del lago e non solo. Sappiamo da fonti documentarie che avevano proprietà nell<nowiki>'</nowiki>''ager Albanus'' svariati personaggi.<ref>{{Cita|Lugli 1915|pp. 7-14}}.</ref> Tutte queste proprietà caddero, in un modo o nell'altro, in proprietà del demanio pubblico: all'epoca di [[Ottaviano Augusto]] la straordinaria concentrazione di ville divenute di proprietà imperiale diede vita all<nowiki>'</nowiki>''Albanum CaesariCaesaris'', una sconfinata tenuta imperiale.<ref name="notapomp">{{Cita|Lugli 1915|pp. 57-68}}.</ref>
 
La prima villa imperiale fu abitata certamente da [[Tiberio]], [[Caligola]] e [[Nerone]].<ref>{{Cita|Nibby|p. 78}}.</ref>
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Oggi non è possibile calcolare con esattezza l'estensione delle proprietà imperiali in questa zona: di certo includevano gran parte degli odierni territori comunali di Castel Gandolfo ed Albano Laziale. Molto probabilmente si estendevano a nord almeno fino a ''[[Bovillae]]'' (XIII miglio dell'[[Via Appia Antica|Appia Antica]]), a sud fino ad ''[[Aricia]]'' (XVI miglio),<ref name=notalu18/> mentre non è chiaro dove terminassero ad occidente, verso il [[mar Tirreno]]. Lì dovevano inglobare le proprietà della villa attribuita a Pompeo, i resti della cui zona residenziale sono oggi inclusi all'interno di [[Villa Doria (Albano Laziale)|villa Doria]] ad Albano.
 
Altri resti di una villa di età tiberiana, ma abitata fino al [[V secolo]],<ref>{{cita web|url=http://www.museicivicialbano.it/villa_romana_ai_cavallacci.html|titolo=Museo civico di Albano Laziale - Villa romana ai Cavallacci (ultimo aggiornamento al luglio 2011)|accesso=25 settembre 2011}}</ref> sono stati rinvenuti verso sud-ovest in località Cavallacci, presso la costruenda Tangenziale di Albano, il che farebbe pensare che lì le proprietà imperiali avessero un freno. Ad oriente, invece, probabilmente i possedimenti imperiali includevano l'intero lago Albano con le tante ville costruite in età repubblicana sul cratere (quella cosiddetta di Augusto a Palazzolo, quella attribuita a Seneca non molto lontano, ed altre tra [[Marino (Italia)|Marino]] e Castel Gandolfo). Non è da escludere che anche il [[lago di Nemi]] fosse parte dell<nowiki>'</nowiki>''Albanum CaesariCaesaris'': in quanto [[Gaio Giulio Cesare]] si fece costruire una villa nella zona, identificata o in alcuni resti tra [[Monte Gentile]] e Fontan Tempesta o dall'altra parte del lago (versante sud-ovest) presso il cimitero di [[Genzano di Roma]], e l'imperatore [[Caligola]] fu il costruttore delle celebri [[Museo delle navi romane di Nemi|Navi romane di Nemi]], probabilmente un palazzo e un tempio galleggianti.
 
Ad ogni modo, è opinione del Lugli che neppure sotto Domiziano le varie ville che costituivano il fondo imperiale fossero state riunite materialmente in un'unica sola proprietà.<ref name=notalu18/>
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Il più antico di essi è l'acquedotto "delle Cento Bocche". Viene così chiamato perché raccoglie acqua da sorgenti sparse su un'area di circa 150 metri tra le località di Palazzolo e Malafitto:<ref name="notacentobocche">{{Cita|Lugli 1918|pp. 30-33}}.</ref> in seguito inizia il suo tracciato coperto in un cunicolo largo 60 centrimetri ed alto 1.65 metri<ref name=notacentobocche/> che corre lungo il crinale del lago fino al Colle dei Cappuccini, che attraversa con un notevole traforo lungo circa 500 metri, scavato con solo tre lucernari per l'aria e la rimozione del materiale di scavo.<ref name=notacentobocche/> L'opera fu talmente impegnativa che i costruttori sbagliarono a calcolare la pendenza, ottenendo un tratto di circa cento metri in contropendenza, a cui dovettero rimediare sopraelevando il piano dell'acquedotto con dei mattoni.<ref name=notacentobocche/> Le tracce dell'acquedotto si perdono al culmine del [[Centro di Albano Laziale|centro storico di Albano]], circa tre metri sotto il suolo di [[piazza San Paolo]].<ref name=notacentobocche/>
 
Tuttavia è molto probabile che questo acquedotto servisse originariamente la villa di Pompeo,<ref name=notacentobocche/> oggi inglobata nel [[Villa Doria (Albano Laziale)|parco pubblico di villa Doria]], inglobata in età augustea nell<nowiki>'</nowiki>''Albanum CaesariCaesaris'' e quindi nella tenuta domizianea. In età severiana deve aver servito anche i ''[[Castra Albana]]'' (i grandi "Cisternoni", le ''thermae parve'' attigue alla [[Santuario di Santa Maria della Rotonda|Rotonda]] e le [[Terme di Caracalla (Albano)|Terme di Caracalla]]).<ref name=notacentobocche/>
 
Dalle sorgenti di Malafitto partono due acquedotti, chiamati per distinzione "di Malafitto alto" e "di Malafitto basso" a seconda della quota a cui corrono.