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[[File:Water_Footprint_per_capita.jpg|miniatura|655x655px|Vista globale dell'impronta idrica dei singoli paesi nel decennio 1996-2005]]
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L''''impronta idrica '''(anche ''water footprint'') è un indicatore che mostra il [[consumo]] di [[acqua dolce]] da parte della popolazione. Si definisce l'impronta idrica di un individuo, di una comunità, di un'organizzazione o di un sistema produttivo come il volume complessivo di acqua dolce utilizzata per produrre i beni ed i servizi utilizzati dall'individuo/comunità/organizzazione/industria. Il consumo di acqua si calcola come volume di acqua evaporata e/o inquinata in una singola unità di tempo. Un'impronta idrica può essere calcolata per qualsiasi gruppo ben definito di [[consumatori]] (individui, famiglie, centri abitati, regioni, paesi) o [[Produzione|produttori]] (organizzazioni pubbliche, imprese privato e settori economici), per un singolo processo (es. la coltivazione del grano), o per ogni [[prodotto (economia)|prodotto]] o [[servizio]].
 
Tradizionalmente il consumo di acqua veniva approcciato dal lato della produzione, quantificando il prelievo idrico in tre settori, quello domestico, quello agricolo e quello industriale. In un mondo [[Globalizzazione|globalizzato]], dove spesso i prodotti vengono consumati fuori dal contesto di origine, questo si è però rivelato un calcolo limitante. Il commercio internazionale in effetti crea un flusso globale di [[acqua virtuale]] - analogamente al concetto di [[energia grigia]]. Il concetto di “contenuto di acqua virtuale” (virtual water content) era stato introdotto nel 1993 riferendosi non solo all'acqua contenuta in un prodotto ma soprattutto a quella consumata durante le fasi della sua produzione.
 
Nel 2002 venne introdotto il concetto di "impronta idrica" da Arjen Hoekstra e Ashok Chapagain dell’[[Università di Twente]]<ref>{{cita pubblicazione|nome=Luigi|cognome=Campanella|anno=2010|titolo=A proposito di acque|rivista=[[La Chimica & l'Industria]]|editore=Società Chimica Italiana|numero=3|pp=88-89|accesso=4 maggio 2018|url=http://www.soc.chim.it/sites/default/files/chimind/pdf/2010_3_88_ca.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150925113255/http://www.soc.chim.it/sites/default/files/chimind/pdf/2010_3_88_ca.pdf|dataarchivio=25 settembre 2015|urlmorto=sì}}</ref>, al fine di avere un indicatore economico dell'utilizzo di acqua basato sul consumo finale che potesse fornire informazioni utili in aggiunta al tradizionale indicatore fondato sul settore produttivo. Si tratta di un concetto analogo a quello dell'[[impronta ecologica]] introdotta negli anni novanta del XX secolo.
 
Se il concetto di acqua virtuale si riferisce all'acqua incorporata o consumata nella produzione di un bene o servizio, la ''water footprint'' considera i differenti tipi di acque (dividendole in blu, verdi e grigie), ai punti geografici di captazione ed al tempo in cui l'acqua viene utilizzata<ref>{{cita web|url=https://www.arpae.it/dettaglio_generale.asp?id=1622&idlivello=508|titolo=Water Footprint |autore = Arpa Emilia Romagna|accesso=4 maggio 2018}}</ref>.
 
Pertanto fornisce una comprensione di come le scelte economiche ed i processi impattino sulla disponibilità di adeguate risorse idriche e le altre realtà ecologiche.
 
== Disponibilità idrica ==