Sultan bin Sayf: differenze tra le versioni

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[[File:Rustaq Fort 02.jpg|thumb|Forte di [[Rustaq]].]]
 
Sultan bin Sayf era cugino dell'imam [[Nasir bin Murshid|Nasir bin Murshid bin Sultan Al Yarib]] che nel [[1624]] aveva fondato la dinastia Yaruba.<ref name=A>{{cita|Thomas 2011|p. 222}}.</ref> L'imam Nasir morì il 14 aprile [[1649]] e fu sepolto a [[Nizwa]].<ref>{{cita|Miles 1919|p. 205}}.</ref> Non lasciò figli. I notabili che si radunarono a [[Rustaq]] il giorno della sua morte proclamarono imam Sultan bin Sayf. La successione sembra essere stata indiscussa.<ref name=B>{{cita|Miles 1919|p. 210}}.</ref>
 
== Guerra con i portoghesi ==
[[File:Old Muscat (2).jpg|thumb|Fort Al Jalali, costruito dai portoghesi nel porto di [[Mascate]].]]
 
Alla morte di [[Nasir bin Murshid|Nasir]], i portoghesi, che un tempo avevano occupato diversi porti lungo la costa, ora avevano il controllo della sola città di [[Mascate]]. Sultan decise di finire il compito di espellerli dall'[[Oman]]. Prima costruì una propria flotta. Iniziò la sua campagna contro [[Mascate]] verso la fine del [[1649]].<ref name=B/> Sebbene Sultan raccolse una grande forza fuori dal porto di Muttrah, vicino alla città, essa fu catturata da un piccolo gruppo che fece un attacco a sorpresa di notte. Un altro resoconto afferma che [[Mascate]] fu preso da uomini che entrarono nella città travestiti da contadini con le loro armi nascoste in cestini di verdure.<ref>{{cita|Bird 2010|p. 54}}.</ref> Il comandante portoghese si rifugiò a forte Capitan. Circa 600 portoghesi riuscirono a fuggire via mare mentre altri si rifugiarono nel forte. Si arresero il 23 gennaio [[1650]].<ref name=C>{{cita|Peterson 2007|p. 48}}.</ref> Poiché il forte Al Jalali sembra che fosse il più forte delle due strutture, fu ipotizzato che i portoghesi si rifugiarono lì piuttosto che nel forte Al-Mirani, come tradizionalmente si credeva.<ref name=C/> Si arresero il 28 gennaio [[1650]].<ref name=D>{{cita|Miles 1919|p. 211}}.</ref> Gli omaniti catturarono anche due navi portoghesi ancorate nel porto di [[Matrah]].<ref name=E>{{cita|Plekhanov 2004|p. 48}}.</ref> Successivamente i portoghesi continuarono sporadicamente la guerra in mare ma non fecero alcun serio sforzo di riconquistare la città.<ref name=D/>
 
Sultan bin Sayf iniziò un'offensiva navale contro le basi portoghesi in [[India]] e sulla costa orientale dell'[[Africa]]. Aggiunse diverse navi catturate ai nemici alla sua flotta, che divenne sempre più potente.<ref name=A/> Sultan lanciò un raid sui portoghesi insediati a [[Bombay]] nel [[1655]].<ref name="E" /> La flotta omanita attaccò i portoghesi di [[Bombay]] nel [[1661]] e di [[Diu (città)|Diu]] nel [[1668]], nel [[1670]] e nel [[1676]].<ref name=E/> Sultan ricevette una petizione dal popolo di [[Mombasa]] che chiedeva aiuto nel cacciare i portoghesi offrendo in cambio di accettare la sovranità dell'[[Oman]]. Venne inviata una forza militare che bloccò il forte di [[Mombasa]] per cinque anni prima che si arrendesse. Fu installato un governatore arabo. Tuttavia, i portoghesi tornarono poco dopo e riconquistarono la città.<ref name="E" />
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Gli olandesi possedevano un insediamento commerciale a Gombroon, oggi [[Bandar Abbas]], sul lato persiano dello [[Stretto di Hormuz]]. Dopo la caduta di [[Mascate]] nel [[1650]] ricevettero grandi spedizioni di merci dai [[Paesi Bassi]] e ampliarono notevolmente il loro commercio nella regione del [[golfo Persico]]. Nel [[1651]] Sultan visitò personalmente Gombroon e si offrì di aprire una rotta terrestre per i commercianti olandesi attraverso [[Abu Dhabi]] e [[Qatif]] a per arrivare [[Bassora]], in modo che gli olandesi potessero evitare di pagare dazi doganali ai persiani.<ref name=D/> Gli olandesi rifiutarono educatamente.<ref name="E" />
 
Nel [[1659]] Sultan fu visitato dal colonnello Rainsford della [[Compagnia britannica delle Indie orientali]] che tentò di negoziare un contratto di locazione nel porto di [[Mascate]]. Sultan rifutò questa richiesta.<ref name=G>{{cita|Miles 1919|p. 213}}.</ref> L'[[Oman]] divenne la più importante potenza marittima dell'[[Oceano Indiano]] occidentale.<ref>{{cita|Owtram 2004|p. 45}}.</ref> Il commercio crebbe grazie anche agli omaniti basati in [[Africa]] che portavano ricchezza nel paese.<ref name=A/> L'attività commerciale di Sultan bin Sayf suscitò critiche da parte dei leader religiosi che ritevano che ciò fosse inappropriato per un imam.<ref name=G/>
 
[[File:Nizwa (6).jpg|thumb|La torre rotonda del forte Nizwa costruita da Sultan.]]
 
Parte della nuova ricchezza venne utilizzata per finanziare la costruzione dei [[sistemi d'irrigazione Aflaj]].<ref name=A/> Sultan bin Sayf costruì il falaj daris da [[Izki]] a [[Nizwa]], il più grande [[Qanat|falaj]] del paese.<ref name="A" /> Costruì anche l'enorme torre circolare del forte Nizwa.<ref name=A/> La struttura, alta 30 metri, fu costruita su un forte precedente che era stato assemblato da diversi forti minori.<ref>{{cita|Ochs 1999|p. 106}}.</ref> Qui installò la sua capitale.<ref name="A" /> Sultan istituì un'amministrazione forte e stabile, con governatori e giudici che applicavano le leggi saggiamente.<ref name=I>{{cita|Beasant 2011|p. 12}}.</ref> Secondo George Percy Badger, nel suo ''A History of the Imaums and Sayyids of Oman'':
 
{{cit|L'Oman si rianimò durante il suo governo e prosperò. Il popolo si risollevò dai suoi problemi, i prezzi erano bassi, le strade erano sicure, i mercanti realizzavano grandi guadagni e le colture erano abbondanti. Lo stesso imam era umile. Attraversava le strade senza scorta e parlava in modo familiare con la gente. Così perseverò nell'ordinare ciò che era lecito e nel proibire ciò che era illegale.<ref name=I/>}}
 
Morì nel [[1679]] e gli succedette suo figlio [[Bil'arab bin Sultan|Bil'arab]].<ref name=A/> Le fonti differiscono notevolmente sulla data della morte di Sultan. Una indica l'11 novembre [[1668]] e un'altra il 4 ottobre [[1679]].<ref>{{cita|Miles 1919|p. 214}}.</ref>
 
== Note ==