Rosa Russo Iervolino: differenze tra le versioni

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Presidente della [[Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi|commissione parlamentare di vigilanza RAI]] dal [[1985]] al [[1987]], fu ministro per gli Affari Sociali durante il [[governo Goria]], per poi essere confermata in questa carica anche nei successivi governi guidati da [[Ciriaco De Mita]] e [[Giulio Andreotti]]. In questi anni è anche presidente del Consiglio d'Istituto di uno degli istituti superiori più prestigiosi di [[Roma]], la ''Scuola Pontificia Pio IX'' dei [[Fratelli di Nostra Signora della Misericordia]]. In queste vesti, si fece promotrice con [[Bettino Craxi]] del "Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope", (art. 118 del DPR 309/90 e Decreto 444/90) che di fatto stabiliva la punibilità dei consumatori di stupefacenti. La legge, cosiddetta Craxi-Iervolino-Vassalli, dai nomi dei primi firmatari, si attirò le critiche degli anti-proibizionisti e venne parzialmente abrogata con un referendum il 18 aprile del [[1993]].
 
Nominata successivamente Ministra della Pubblica Istruzione nel primo governo di [[Giuliano Amato]]. Come ministra, non consentì la distribuzione all'interno delle scuole superiori di un [[Fumetti|fumetto]] informativo sull'[[AIDS]] di "[[Lupo Alberto]]" che informava gli studenti sulla modalità di uso del preservativo, suscitando polemiche<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1993/gennaio/29/caso_Lupo_Alberto_Aids_esposto_co_0_9301297302.shtml ''corriere.it'': Caso Lupo Alberto: Aids, esposto contro la Jervolino, Corriere della Sera, 29 gennaio 1993]</ref>. Come presidente della [[Democrazia Cristiana]] assistette all'opera di rinnovamento portata avanti dal segretario [[Mino Martinazzoli]] che portò alla fondazione del [[Partito Popolare Italiano (1994)|Partito Popolare Italiano]] al termine del processo di scioglimento della Democrazia Cristiana, provata dalle indagini di [[Mani pulite]] e dal processo per mafia a [[Giulio Andreotti]], che determinarono un forte calo di consensi per il partito di ispirazione cattolica. Con le dimissioni di Martinazzoli del marzo 1994, assunse l'incarico, come presidente del Consiglio nazionale, di reggente del partito, dilaniato da scandali e presunta corruzione, nello stesso anno fu eletta alla Camera dei deputati. Favorevole all'alleanza de [[l'Ulivo]] di [[Romano Prodi]], fu rieletta alla [[Camera dei deputati]] nel [[1996]], legislatura in cui divenne durante il [[Governo D'Alema I|governo D'Alema]] la prima donna della [[storia d'Italia]] ad occupare l'incarico di [[Ministri dell'interno della Repubblica Italiana|Ministra dell'interno]]. Alle elezioni presidenziali del 1999, che eleggeranno al primo turno di votazioni Carlo Azeglio Ciampi, la Iervolino riceve 16 voti.
 
Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, nel [[2001]] viene eletta [[sindaco|sindaca]] di [[Napoli]] con il 52,9% dei voti, sostenuta in giunta dai partiti de[[l'Ulivo]], battendo al ballottaggio il candidato del centrodestra, [[Antonio Martusciello]]. Viene riconfermata sindaca nel [[2006]] con il 57% delle preferenze contro il candidato del centrodestra [[Franco Malvano]], ex questore di [[Napoli]]. Dal 23 maggio [[2007]] è uno dei 45 membri del Comitato nazionale per il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] che riunisce i leader delle componenti del futuro [[Partito Democratico (Italia)|PD]].