Talete: differenze tra le versioni

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==Talete: il primo filosofo==
Talete veniva identificato come il primo filosofo per aver indicato come principio originario di tutte le cose l'acqua ma in vero questa concezione era già da tempo presente nelle mitologie orientali sumeriche, caldee, egiziane ebraiche («''La dea egizia Nun è la massa liquida primordiale; caos acquoso anche nel babilonese Enuma Elis, e presso gli ebrei Genesi, I, 2 dice che lo Spirito di Dio si moveva sopra la faccia delle acque.''»<ref>Gianni Ferracuti, ''L'origine e le differenze'', Lulu.com, 2017 p.129</ref>) che descrivevano teogonie e cosmogonie basate sul mito di un «''caos acquoso originario''»<ref>Clemente Galligani, ''La letteratura rapsodica in Italia e in Europa'', Armando Editore, 2003 p.11</ref>. Anche Esiodo e Omero, ben prima di Talete, si riferivano similmente al mito di Oceano a proposito della teogonia e della cosmogonia e per questo Aristotele si era formato la convinzione che le origini della filosofia greca fossero la conclusione di un processo che iniziava con le divinità della Grecia arcaica preomerica e di seguito, attraverso la cultura sapienziale, Talete e i primi filosofi fossero giunti a identificare i principi materiali del cosmo. Su questa linea d'interpretazione gli studiosi affermano l'autonomia e l'originalità del pensiero greco osservando come già nell'antichità autori come Erodoto, Platone, Aristotele non accennano ad alcuna derivazione del pensiero greco dalla filosofia orientale che tuttavia mostrano di apprezzare mettendone in rilievo il carattere pratico. Inoltre non si trova traccia nel pensiero greco antico di traduzioni di testi orientali e infine i filosofi greci si svincolano dall'impronta religiosa che caratterizza la sapienza orientale privilegiando la ragione come unico strumento per la ricerca di una verità. Tuttavia nelle cosmologie dei primi filosofi permangono elementi della tradizione mitica tali da far pensare agli storici della filosofia a una «continuità e frattura tra pensiero mitico e filosofico» almeno sino a quando il ''logos'' diviene autonomo in un'epoca in cui «''L’avvento della città non si limita a segnare una serie di trasformazioni economiche e politiche: implica un cambiamento di mentalità, la scoperta di un altro orizzonte intellettuale''...» in cui prevale la parola sostenuta razionalmente<ref>J.-P. Vernant, ''Le origini del pensiero greco'', trad. di F. Codino, SE, Milano 2007, pp. 12-14, 16-19, 53-55, 62, 101-102</ref>.
[[Dante]] lo colloca nel castello degli "spiriti magni" pagani (Inf. IV. 137).
 
=== Contesto storico ===