Marco Emilio Lepido (console 187 a.C.): differenze tra le versioni

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Fu edile nel 193 a.C. insieme a L. Emilio Paolo, promuovendo la costruzione del nuovo porto fluviale a sud del colle Aventino. Questa nuova costruzione, chiamata Emporium, prevedeva una banchina di circa 500 m e un grosso edificio di 50 vani, i Navalia. Lo spazio retrostante i Navalia era occupato da diversi horrea, magazzini per lo stoccaggio delle merci, di cui i più noti sono gli horrea Galbana. M. Emilio Lepido fu eletto [[console (storia romana)|console romano]] nel [[187 a.C.|187]] e nel [[175 a.C.]] e ricoprì le cariche di [[Pontefice massimo (storia romana)|pontefice massimo]] e di [[censore]] nel [[179 a.C.]].
 
Riportò la vittoria sui [[Liguri]] durante il suo consolato: in tale occasione fece voto di erigere un tempio a [[Giunone]], e durante la censura dedicò (23 dicembre) il [[tempio di Giunone Regina (Campo Marzio)|tempio di Giunone Regina al Campo Marzio]]. Dedicò il tempio D dell'[[Largo di Torre Argentina|area sacra di Largo di Torre Argentina]] ai [[Lari Permarini]] durante la propria censura.
 
Ha fondato, insieme ai triumviri ''coloniae deducendae'' Tito Ebuzio Parro e Lucio Quinzio Crispino, le città di Modena e di Parma nel 187 a.C.
È noto per aver dato il nome alla [[via Emilia]], fatta da lui costruire per collegare [[Piacenza]] con [[Rimini]] che ha dato nome all'[[Emilia]] stessa.
 
È noto per aver dato il nome alla [[via Emilia]], fatta da lui costruire per collegare [[Piacenza]] con [[Rimini]] che ha dato nome all'[[Emilia]] stessa.
 
La città di [[Reggio Emilia]] si chiamava in età romana ''Regium Lepidi'' in suo onore.