Proclamazione del Regno d'Italia: differenze tra le versioni

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[[File:Corteo Reale all' Apertura del Parlamento del Regno d' Italia.jpg|sinistra|miniatura|[[Carlo Bossoli]]: Il corteo reale all'apertura del Parlamento del Regno d'Italia]]
 
Allora In seguito alla [[Seconda guerra d'indipendenza italiana|Seconda guerra di indipendenza]] e alla [[spedizione dei Mille]], guidata da [[Giuseppe Garibaldi]], nel biennio [[1859]]-[[1860|60]], l'obiettivo dell'unità d'Italia era stato in gran parte raggiunto, con le sole eccezioni del [[Triveneto]] e del [[Lazio]]. L'annessione al [[Regno di Sardegna]] delle varie ''provincie''<ref>Il termine fu quello più usato nel dibattito parlamentare e la grafia è quella ottocentesca</ref> era stata sancita da una serie di [[Plebisciti risorgimentali|plebisciti]]. Tuttavia, il nuovo Stato portava ancora il nome di Regno di Sardegna.
 
Il 18 febbraio [[1861]]<ref>Nel passato era il 18 febbraio ad essere considerata ''data della proclamazione''. Si veda, ad esempio, il commento a Giosuè Carducci, ''Tutte le poesie'' [http://www.classicitaliani.it/carducci/poesia/Levia_Gravia_Bietti.htm]</ref>, si riunì a [[Torino]], presso [[Palazzo Carignano]], già sede del [[Parlamento Subalpino]], il nuovo Parlamento che già si definiva ''italiano'', pur numerandosi come VIII legislatura, continuando così la numerazione delle legislature del [[Regno di Sardegna]]. La [[Camera dei deputati]] comprendeva anche parlamentari eletti nelle ''"nuove provincie"'', mentre il [[Senato del Regno d'Italia|Senato]], non eletto ma di nomina regia, era stato integrato con nomine di senatori provenienti dalle diverse zone d'Italia.
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Subito dopo l'inizio della legislatura, in data 21 febbraio, l'allora Presidente del Consiglio [[Camillo Benso, conte di Cavour]] presentò al Senato un progetto di legge, composto da un solo articolo, per ufficializzare la nuova denominazione del Re<ref>[http://books.google.it/books?id=2JIpAAAAYAAJ&pg=PA289&dq=proclamazione+regno+d'Italia&cd=1#v=onepage&q=proclamazione%20regno%20d'Italia&f=false Carlo Belviglieri ''Storia d'Italia dal 1814 al 1866'' vol 5 e 6 p.289]</ref>, divenuto poi norma il 17 marzo 1861, con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia n.67<ref>{{Cita web |url=http://augusto.agid.gov.it/#giorno=17&mese=3&anno=1861 |titolo=Gazzetta n. 67 del 17 marzo 1861 |accesso=28 settembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161031123801/http://augusto.agid.gov.it/#giorno=17&mese=3&anno=1861 |dataarchivio=31 ottobre 2016 |urlmorto=sì }}</ref>. Il 17 marzo è ricordato annualmente dall'"[[Anniversario dell'Unità d'Italia]]", festa nazionale istituita nel 1911 in occasione del cinquantenario della ricorrenza.
 
 
== Analisi del decreto del 1861 ==