Storia dell'India: differenze tra le versioni

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La religione di queste popolazioni era basata sull'[[animismo]] e su un continuo rapporto con la natura. Questi primi abitanti, che parlavano una lingua di tipo [[Lingue Munda|Munda]], furono scacciati dagli invasori successivi e si ritirarono nelle foreste e sulle montagne dove vivono ancora oggi, lasciando comunque un'importante influenza sulle successive civiltà.
 
=== La seconda civiltà indiana: i DravidiDràvidi ===
{{vedi anche|Dravida|Civiltà della valle dell'Indo|Età del bronzo in India}}
[[File:Mohenjo-daro Priesterkönig.jpeg|thumb|"Re sacerdote" statua della [[Civiltà della valle dell'Indo]]]]
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Una delle cause di questa rapida fine potrebbe essere stata un cambiamento climatico importante: alla metà del III millennio sappiamo che la valle dell'Indo era una regione verdeggiante, ricca di foreste e di animali selvatici, molto umida, mentre intorno al 1800 a.C. il clima si modificò, diventando più freddo e più secco. Il fattore principale fu la probabile sparizione della rete idrografica del fiume Sarasvati, citato nel [[Rig Veda]], dovuto ad una catastrofe tettonica. La carenza improvvisa di risorse idriche portò a carestie che indebolirono a tal punto questa civiltà da renderla vulnerabile ai continui attacchi delle più primitive ma molto bellicose tribù arie.
 
Tuttavia le invasioni non fecero scomparire definitivamente i Dravida e la loro civiltà. Infatti nel nord gli Arii, dopo aver forse accelerato la fine della civiltà dell'Indo<ref>Knipe, David. Hinduism. San Francisco: Harper, 1991</ref>, finirono per acquisire e fare propria buona parte della superiore tradizione e cultura dravidica; ad esempio, molti tratti del [[vedismo]] derivano da precedenti tradizioni religiose della civiltà dell'Indo<ref>White, David Gordon (2003). ''Kiss of the Yogini''. Chicago: University of Chicago Press. p. 28. ISBN 0-226-89483-5.</ref>. Nel sud invece, dove perdurò l'egemonia dravidica, continuò fino al primo secolo dell'era cristiana la tradizione dei [[Sangham]]. I Sangham erano delle assemblee di poeti che partecipavano alla stesura di grandi opere collettive che tanto hanno influenzato l'antica letteratura indiana e [[Tamil (popolo)|tamil]].
 
== L'antichità ==
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Nel [[II millennio a.C.]], contemporaneamente alla fine della civiltà della valle dell'Indo, gruppi di popolazioni [[Arii|ariane]], provenienti dall'[[Asia centrale]] e parlanti [[lingue indoeuropee]], si insediarono nell'India nord-occidentale.
 
Gli ariani erano una branca dei popoli [[indoiranici]], la cui origine è da ricercare nella [[cultura di Andronovo]]<ref>{{Cita|David Anthony|ppp. 410-411|Anthony}}.</ref> e prima ancora nella [[cultura di Sintashta]], i cui riti sacrificali rimandano ai più tardi riti descritti nei testi [[induisti]]<ref>{{Cita|David Anthony|p. 375, 408-411|Antony}}.</ref> ([[Aśvamedha]]<ref>[http://www.people.fas.harvard.edu/~witzel/AryanHome.pdf Michael Witzel, ''The home of the Aryans'' (1998)]</ref>). Queste tribù, gli indoarii, o più semplicemente gli [[arii]] (Arya), partendo dall'area del cosiddetto [[complesso archeologico bactriano-margiano]]<ref>{{Cita|David Anthony|ppp. 452-456|Anthony}}.</ref>, dove si erano infiltrati nei secoli precedenti, giunsero nel [[subcontinente]] indiano attraversando i passi montani dell'[[Hindukush]] (nord-est dell'[[Afghanistan]]) in un periodo compreso tra il [[1700|1700 a.C.]] e il [[1500 a.C.]].
 
Le informazioni che abbiamo su questo periodo e sugli Arya sono desunte dai loro testi sacri scritti in [[sanscrito]], i [[Veda]] (termine che significa "saggezza", "conoscenza"), tra cui il [[Rig Veda]] (Veda degli inni). Da questi testi si apprende che quella Arya non fu un'invasione rapida e definitiva, non fu una campagna di conquista al seguito di un esercito organizzato che si impossessò velocemente delle pianure settentrionali dell'India; fu piuttosto una penetrazione lenta, ostacolata probabilmente dalla natura del luogo e dalle popolazioni autoctone<ref name=Hermann>Hermann Hulk/Dietmar Rothermund, Storia dell'India (Garzanti), pagp. 50</ref> molto più evolute chiamate [[Dasa]] (o Dasyu, ossia ''nemici'') che, a differenza degli [[arii]] bianchi, erano di pelle scura. Per secoli le varie tribù arie furono in lotta sia con le popolazioni originarie, sia tra di loro, dovendo fronteggiare successive ondate migratorie.
 
Si stima che le tribù nomadi Arya iniziarono progressivamente a divenire stanziali successivamente all'anno [[1200 a.C.]], diffondendosi in tutta l'India settentrionale lungo la [[Pianura Indo-Gangetica]]<ref>{{Cita|Geoffrey Samuel|ppp. 48-53|Samuel}}.</ref>. Questo periodo è segnato inoltre dalla comparsa della [[Cultura della ceramica grigia dipinta|ceramica grigia dipinta]], della metallurgia del [[ferro]]<ref>http://books.google.com/books?id=tzU3RIV2BWIC&pg=PA414</ref> e del [[Casta|sistema castale]] ([[Varna (Induismo)|Varna]])<ref>{{Cita|Geoffrey Samuel|p.48-56|Samuel}}.</ref>. Significativa l'evoluzione di alcuni termini coniati all'epoca, come ad esempio ''Jana'' con cui inizialmente si identificava la “tribù” ora veniva usato per “la gente”, con il termine ''janata'' il “popolo”, e con ''janapada'' il “territorio di quel popolo”<ref name=Hermann />. Tra i vari regni tribali (janapada) verso la fine del VII secolo a.C. iniziarono ad emergerne sedici più importanti: i [[Mahajanapadas]] (maha: grande&nbsp;– janapada).
 
L'influenza dravidica continuerà ad essere egemone sul sud dell'India dove sorgeranno vari regni molto evoluti, principalmente il regno dei [[Chola]], quello dei [[Chera]], quello dei [[Pandya]] e in seguito i [[Pallava]] spesso in guerra fra loro ma che manterranno l'indipendenza da domini stranieri per più di 2000 anni.
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In particolar modo [[Kosala]] e [[Magadha]] perseguirono una politica di aggressione verso le popolazioni e i territori confinanti, delineandosi tra le principali potenze della regione. Durante il V secolo a.C. il Kosala estendeva i propri domini da [[Varanasi]] all'[[Himalaya]], mentre il re [[Bimbisāra]], in un regno che durò quasi 50 anni (tra il 540 e il 490 a.C.), guidò l'ascesa del [[Magadha]] che conquistò il vicino janapada di [[Anga (India)|Anga]] (probabilmente con l'intento di impadronirsi delle importanti miniere di ferro della regione) ad oriente verso il delta del [[Gange]]. La politica espansionistica di Bimbisara fu continuata dal figlio [[Ajātashatru]] che guidò il paese contro le confederazioni tribali dei [[Vajji|Vriji]] a Nord in una guerra che durò 14 anni, e successivamente contro il re di Ujjain ([[Avanti (India)|Avanti]]), una potente mahajapanada ad occidente<ref name=Hermann />.
 
Oltre agli Stati maggiori, ci sono state anche tante oligarchie più piccole, come quelle del Koliyas, Moriyas, Jnatrikas, Shakya, e Licchavi. In particolare sono ricordate le tribù dei [[Jnatrikas]] e [[Shakya]] in quanto ad esse appartenevano rispettivamente [[Mahavira]], il fondatore del [[Giainismo]] e [[Gautama Buddha]], il fondatore del buddismoBuddismo. Queste figure rappresentano da un punto di vista spirituale delle tappe fondamentali per la storia dell'India del VI e il V secolo a.C. e costituiscono due figure di grande eminenza nel panorama mondiale.
 
[[Buddha Shakyamuni|Gautama Buddha]], fondatore del [[Buddhismo]] visse tra il [[563 a.C.|563]] e il [[483 a.C.]]; Mahavira, fondatore del [[Giainismo]] morirà poco dopo, nel [[477 a.C.]]. Ma se il buddhismo andrà verso il declino nell'India, sviluppandosi maggiormente in altri paese limitrofi, il giainismo continuerà ad essere presente. Buddha vivrà tra il Kosala e il regno del Magadha, e proprio qui, dopo la sua morte, verrà convocato un concilio a Rajagriha (capitale del Magadha) con l'intento di raccoglierne la parola e preservarne gli insegnamenti<ref name=Hermann />.