Occupazione alberoniana: differenze tra le versioni

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Solo nella serata del [[17 ottobre]] il governo comprese la gravità della situazione e fece radunare le milizie; così, il cardinale fece giungere nella notte un centinaio di uomini da [[Verucchio]] e [[Rimini]] che presero facilmente possesso di [[San Marino (città)|Città]]. Il governo papalino di Alberoni intendeva ricevere la legittimazione popolare da un’assemblea nella quale i consiglieri e i rappresentanti dei Castelli avrebbero dovuto giurare fedeltà allo Stato Pontificio. Tuttavia, alla riunione convocata il [[25 ottobre]] presso la [[Basilica di San Marino|Pieve]], solo una parte della popolazione si dimostrò disponibile a giurare fedeltà al [[Papa]], mentre molti rimasero fedeli alle antiche istituzioni repubblicane.
 
Il cardinale mantenne in ogni caso il controllo dello Stato con la forza e attuò delle riforme istituzionali, abolendo la [[Capitani Reggenti|Reggenza]] e istituendo un governatore nominato dal rappresentante [[Romagna|romagnolo]] dello [[Stato Pontificio]]. La Repubblica era sottoposta totalmente all'autorità politica del papato. La popolazione ricercò così l’appoggio delle potenze europee e anche dello stesso [[Papa]], che era dubbioso sulla effettiva bontà dell’azione. Il [[Clemente XII|Papa]] inviò così il governatore di [[Perugia]], monsignor Enrico Enriquez a verificare l’effettivo appoggio della popolazione. Nel gennaio [[1740]] Enriquez assunse provvisoriamente il governo e avviò un’indagine presso la popolazione. Constatata l’unanimità in favore della Repubblica, [[San Marino]] riottenne ufficialmente l’indipendenza il [[5 febbraio]] [[1740]], giorno di [[Sant’AgataSant'Agata]].
 
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