Discussioni utente:ALESSANDRO VODRET FAVA/Sandbox2: differenze tra le versioni

Ultimo commento: 4 anni fa di ALESSANDRO VODRET FAVA
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'Cristo e la Samaritana al pozzo === Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino (1591 – 1666) e Lorenzo Gennari (1595 – 1672)'

Cristo e la Samaritana al pozzo Olio su tela 126 x 118 Roma, collezione privata Sul retro del telaio è la scritta settecentesca “Samaritana”

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https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Cristo_e_la_Samaritana_al_pozzo_.jpg

L’attribuzione della Samaritana al pozzo a Guercino e al nipote Lorenzo Gennari si deve a sir Denis Mahon (com. orale), che ha esaminato il dipinto nel 1993.

Lo studioso ha proposto una datazione intorno al 1624 - 1625, quando Lorenzo, allievo fedelissimo e quasi coetaneo dello zio, che seguì a Roma nel 1621 – 1622, lavorava a stretto contatto con Guercino nella sua avviatissima bottega bolognese. In particolare Mahon vede l’intervento del grande Maestro nella concezione generale del dipinto, e nel volto del Cristo, mentre la realizzazione delle parti restanti del Cristo e l’intera figura della Maddalena si devono, a suo avviso, a Lorenzo Gennari, nipote prediletto di Guercino.

L’intervento di Guercino nel viso del Cristo è stato riconosciuto recentemente da Keith Christiansen (2006). 

Analisi riflettografiche della tela, sono state eseguite dalla MBC di Roma nel 2005.

Di particolare interesse si è rivelata la presenza del disegno preparatorio in alcuni punti cruciali di riferimento per la realizzazione delle due figure (nelle mani, nei panneggi e nell’acconciatura della Maddalena), mentre nessuna traccia di disegno è presente sui due volti, ed in particolare sul volto del Cristo, tracciato a mano libera con grande rapidità e freschezza di esecuzione. La presenza di alcuni pentimenti sostanziali nel paesaggio dello sfondo - al centro era presente un albero, poi eliminato nella stesura finale - e nell’andamento dei panneggi escludono la possibilità che il dipinto possa essere una copia. 

Provenienza.[modifica | modifica wikitesto] Il quadro, che si trova nella famiglia degli attuali proprietari, di illustre origine bolognese, almeno dalla metà dell’Ottocento, è stato trasportato da Bologna a Roma nel 1912, a seguito del trasferimento della famiglia nella Capitale.

I documenti Cristo e la Samaritana al pozzo a due mezze figure fu un soggetto che ebbe molto successo e fu più volte replicato da Guercino, in diverse versioni. Nei documenti del ‘600 e il ‘700 (Libro dei conti e inventari fidecommissari) sono ben quattordici le citazioni di dipinti di questo soggetto riferiti al Maestro bolognese.

Quattro sono le versioni documentate e pertanto sicuramente da riferire a Guercino. Per tre di queste citazioni documentarie sono state proposte identificazioni, non sempre convincenti, con opere esistenti:

- la prima citata come opera di Guercino in un inventario della collezione del Duca di Savoia, del 1631. Un riferimento molto attendibile in considerazione della precocità della data, ma non citata nel Libro dei conti in cui, com’è noto, Guercino a partire dal gennaio del 1629, annotò tutti gli introiti derivati dalla vendita dei suoi quadri (opera non identificata con alcuna versione conosciuta). - La seconda ricordata nel Libro dei conti nel 1640, fu eseguita per Giuseppe Baroni di Lucca e pagata 100 ducatoni (identificata da Salerno con Cristo e la Samaritana, ora a Madrid collezione Thyssen Bornemisza) - La terza, citata sempre nel Libro dei Conti nel 1641, eseguita per l’abate Bentivoglio per 135 scudi ( identificata da Salerno con Cristo e la Samaritana della National Gallery di Ottawa) - La quarta, registrata nel Libro dei Conti all’anno 1648, fu dipinta per il Sig. Girolamo Pavesi da Genova e pagato 113 scudi (identificata da Mahon con Cristo e la Samaritana, Modena, Banco di S. Geminiano e S. Prospero)

Accanto alle quattro tele documentate, per le quali sono state proposte varie identificazioni (v. allegato 2), come si è detto non sempre perfettamente convincenti, sono da ricordare ben dieci quadri dello stesso soggetto citate nel ‘600, nel ‘700 e agli inizi dell’800 in importanti collezioni: Colonna (1689, “di tre palmi p. traverso”) Chigi (1692 “quadro d’imperatore”) e Corsini (ante 1730); Balbi a Genova (1701); di Alarcòn de Mendoza a Fiumefreddo (1703); Elisabetta Vandeneynden e Carlo Carafa a Napoli (1707); Adriano Sani a Siena (1729); Sansedoni a Siena (sec. XVIII); Francesco Buonvisi a Lucca 1768); Carlo Giuseppe Filippo di Martiniana, arcivescovo di Vercelli (1803) La questione dei dipinti raffiguranti la Samaritana al pozzo di Guercino - come si può vedere dal rapido excursus documentario - è molto complessa e necessita di ulteriori approfondimenti. A fronte delle numerose citazioni documentarie sono note oggi sei opere raffiguranti Samaritana al pozzo e riferite Guercino, in parte differenti tra loro per qualità stilistica, misure e composizione del soggetto.

Il primo dato da sottolineare è che tutte e sei versioni esistenti finora note sono differenti dalla tela in esame, che, pertanto, non può essere in alcun modo considerata una copia. La Samaritana al pozzo della collezione romana è quindi sicuramente un originale.

Analisi stilistica

Confronti stilistici con le opere giovanili di Guercino sono altamente convincenti, a cominciare da quello che è l’elemento dominante del quadro: il gioco di mani al centro della composizione.

Un gioco molto particolare che, per le mani del Cristo, ripete un modello più volte utilizzato da Guercino, soprattutto nelle opere del secondo e terzo decennio del ‘600. Tra gli esempi più vicini sono le mani del S. Francesco - nella pala firmata raffigurante la Madonna di Loreto, S. Bernardino da Siena e S. Francesco di Assisi del 1618 - che ripetono precisamente gli stessi gesti, o quelle nel Ritorno del figlio l prodigo della Galleria Borghese di Roma (1617 – 18).

La tipologia del volto del Cristo, l’andamento e le lumeggiature dei panneggi hanno significative tangenze con opere di Guercino databili a cavallo del soggiorno romano tra il 1618 – 25 (tra questi per i panneggi si rimanda soprattutto il S. Girolamo scrivente della Galleria nazionale d’arte antica di Palazzo Barberini c. 1618 – 19), mentre la figura della Maddalena è senza dubbio da riferire a Lorenzo Gennari, il nipote prediletto di Guercino, il cui ruolo all’interno della bottega di famiglia è ancora tutto da approfondire soprattutto per lo stretto legame che lo legò allo zio-maestro.

La Samaritana al pozzo in esame deve essere quindi considerata - come già giustamente individuato da sir Denis Mahon - una notevole opera di Guercino e Lorenzo Gennari, databile al 1624 – 25 circa, probabilmente uno dei prototipi, se non addirittura il prototipo, di un soggetto che nel corso dei decenni successivi incontrò grande fortuna presso i collezionisti, tanto da essere, come si è visto, più volte replicato da Guercino e la sua bottega.

Giorgio Leone Roma, 30 aprile 2006

Cristo e la Samaritana al pozzo --ALESSANDRO VODRET FAVA (msg) 16:48, 1 feb 2020 (CET)Rispondi

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