Scudiero: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|lo studioso italiano|Maurizio Scudiero}}
[[File:Helmeted Medieval Knight or Soldier (5).JPG|thumb|[[Cavalleria medievale|Cavaliere]] e scudiero]]
Il termine '''scudiero''' o '''scudiere'' aveva sia nell'antichità che nel [[medioevo]] due significati diversi nell'ambiente militare.
 
L'uno indicava il valletto d'armi, ovvero un giovane incaricato di portare le armi e lo [[scudo (difesa)|scudo]] del suo signore in guerra. Nella mitologia classica alcuni scudieri fungono pure da [[auriga|aurighi]], come gli omerici [[Molione]] e [[Midone]]; anche nell<nowiki>'</nowiki>''[[Eneide]]'' c'è un ragazzo con entrambe le mansioni, ed è agli ordini del condottiero rutulo [[Remo (Eneide)|Remo]] (per alcuni traduttori il passo in questione parlerebbe però di due figure distinte, uno scudiero e un auriga). Questi personaggi vengono detti scudieri o [[palafreniere|palafrenieri]], avendo anche le stesse responsabilità degli addetti alle [[scuderia ippica|scuderie]] in servizio di vigilanza, i quali, agli ordini di un capo-scuderia, sono incaricati di sorvegliare i quadrupedi ricoverati nelle scuderie del corpo, specialmente nelle ore notturne (e uno di loro, lo scudiero di Remo, troverà la morte durante un turno di guardia negligentemente condotto, facendosi colpire nel sonno dalla spada di [[Niso (troiano)|Niso]]). Ancora nel poema epico virgiliano è presente il personaggio di [[Acate (mitologia)|Acate]] (il fedele armigero di [[Enea]]), il cui nome è diventato praticamente sinonimo di scudiero (''fidus Achates'').
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In [[Germania]] gli scudieri venivano spesso riuniti in [[squadrone|Squadroni]] e adoperati come [[cavalleria leggera]], a frotte, od a gruppi alla spicciolata, dopo il primo scontro dei cavalieri, e dopo il loro [[caracollo]]. Essi diedero origine ai [[raitri]].
 
LaIl vocetermine ''scudiero'' passò successivamente per ragioni araldiche ad indicare la carica di un gentiluomo di corte il quale aveva anche cura delle scuderie reali; viene altresì indicato con il termine più proprio di cavallerizzo (francese ''[[:fr:wikt:écuyer|écuyer]]'') e il suo ruolo è illustrato da [[Claudio Corte]] nel suo libro ''Il cavallarizzo''. Tale carica continua ad essere in vigore presso le corti attuali, dove oltre al Grande Scudiere vi sono quelli di sottordine.
 
In campo artistico si ricorda ''[[Ritratto di guerriero con scudiero]]'', dipinto di [[Giorgione]].