Madonna Rucellai: differenze tra le versioni

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La pala venne commissionata a Duccio il 15 aprile [[1285]] dalla [[Compagnia dei Laudesi]] per la chiesa di [[Santa Maria Novella]] a Firenze. Anticamente si trovava nella cappella di questa compagnia, chiamata poi [[Cappella Bardi (Santa Maria Novella)|Cappella Bardi]], dove alcuni affreschi tardo-duecenteschi, attributi allo stesso Duccio e riscoperti da poco sotto altri trecenteschi, furono probabilmente dipinti a suo coronamento.
 
Già un commentatore trecentesco della ''[[Divina Commedia]]'' la riferiva però a [[Cimabue]]. [[Vasari]] confermò questa tradizione locale e descrisse un aneddoto che sviò per secoli la corretta attribuzione: quando [[Carlo I d'Angiò|Carlo d'Angiò]] era a Firenze, decise di visitare la casa-bottega del maggiore artista cittadino, Cimabue, situata nell'attuale [[piazza dei Ciompi]], e che la scoperta della tavola ormai quasi ultimata provocò una tale allegria tra i vicini da far prendere alla zona il nome di [[Borgo Allegri]]<ref>Una tradizione a cui si rifanno anche alcuni dipinti ottocenteschi. Tuttavia la strada non porta questo nome in onore dell'allegriadel sentimento, ma di una famiglia di nome Allegri.</ref>.
 
Nel [[1591]] venne spostata nella vicina [[Cappella Rucellai]], dalla quale prese il nome correntemente usato. Qui la vide nel [[1750]] [[Giuseppe Richa]], autore di una monumentale descrizione delle chiese fiorentine. L'equivoco sull'attribuzione a Cimabue si trova ancora negli scritti della fine del XIX secolo (Strzygowski, Zimmermann, Thode tra gli ultimi), finché [[Franz Wickhoff|Wickoff]], nel 1899, non la riferì per primo a Duccio riscoprendo il documento del 1285, che tra l'altro era stato già pubblicato da [[Vincenzo Fineschi]] nel [[1790]] e rimasto ignorato fino ad allora. Ancora negli anni venti vari studiosi cercarono di conciliare la tradizione con l'evidenza ammettendo una collaborazione, più o meno spinta, da i due artisti (Fry, Rintelen, Chiappelli, [[Lionello Venturi]], Sirén). alcuni parlarono anche di un maestro indipendente (Perkins, Suida, [[Bernard Berenson|Berenson]], Cecchi e [[Toesca]]). Oggi, dopo aver meglio chiarito il confine tra i due artisti, soprattutto riguardo agli anni giovanili del senese, l'attribuzione è riferita unanimemente a Duccio.