Pietro Scalcerle: differenze tra le versioni

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Nasce a Thiene il 29 marzo 1830 da Elisabetta Beggio e da Antonio Scalcerle, e a Thiene compie i primi studi. Nel 1839 si trasferisce a [[Padova]], dove studia presso il Collegio privato Benetello, uno dei più prestigiosi colleghi della città, oggi in via Belzoni 1. Nel 1844-1845 consegue la licenza liceale presso il Liceo-Ginnasio di Santo Stefano (ora Tito Livio) con il massimo dei voti e il conferimento di una medaglia (esposta nella [[Museo Bottacin]] presso [[Palazzo Zuckermann]] a Padova).
 
Trasferitosi presso gli zii materni che abitavano nell'attuale palazzo Lonigo a Stramaggiore (oggi via Dante), dal 1845 al 1847 frequenta la facoltà di filosofia dell'[[Università di Padova|università patavina]], animato in quegli anni da manifestazioni studentesche [[Guerre d'indipendenza italiane|antiaustriache]].<ref name="2020">{{cita pubblicazione|autore=Piero del Negro|titolo=Il volontariato studentesco padovano del 1848-49|pubblicazione=L'Ateneo di Padova nell'Ottocento - Dall'Impero asburgico al Regno d'Italia|url=https://books.google.com/books?id=7SfJDwAAQBAJ&pg=PA13|anno=2019|editore=Franco Angeli Edizioni|isbn=978-88-917-9871-8|pp=13–}}</ref> La partecipazione di Pietro Scalcerle all'attività dell'Accademia filarmonica cittadina di spiccato indirizzo antiaustriaco gli costa l'espulsione dall'università.
 
Un testimone dell'epoca, il commendatore Giovanni Rossi di Thiene, lo descrive "alto e bruno e di rara eleganza di forme, di mente aperta, di eletta coltura, liberale del proprio e ardente di [[patriottismo]]" e aggiunge di averlo visto e ascoltato nella primavera del 1848 nel [[Caffè Pedrocchi]] di Padova: "Ero io ancora fanciullo, e me ne rimase nell'animo una forte impressione, un incancellabile ricordo. Vestiva all'italiana, in velluto nero e cappello all'[[Ernani]], e recava sul petto come i volontari d'allora, e come un tempo i [[crociati]] di [[Terrasanta]], una croce rossa. Con parola franca e forbita, calda e appassionata, parlava di patria e di libertà, di battaglie e di vittorie. Tutti pendevano dal suo labbro, tutti sentivano che avrebbe fatto onore alla terra nativa".<ref>{{Cita libro|autore=Giovanni Rossi|titolo=Pietro Scalcerle, Num. unico|annooriginale=gennaio 1912|città=Thiene|p=3}}</ref>