Castrato (musica): differenze tra le versioni

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[[File:Carlo Broschi.jpg|thumb|[[Corrado Giaquinto]]: ''Ritratto di Carlo Broschi detto Farinelli''
[[Bologna]], [[Museo internazionale e biblioteca della musica]]]]
Il più importante centro di formazione per i giovani castrati era Napoli. In questa città avevano sede quattro importanti istituzioni ecclesiastiche, che si occupavano dell'educazione musicale degli evirati: il [[Conservatorio di Santa Maria di Loreto]] (1537), il [[Conservatorio della Pietà dei Turchini]] (1584), il [[Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo]] (1589) ed il [[Conservatorio di Sant'Onofrio a Porta Capuana]] (1600). Questi istituti erano collegi maschili, eccetto Sant'Onofrio che accettava anche le bambine; glii castrati erano solo una parte degli allievi divevanoe vestiresuccedeva che fossero emarginati e derisi dagli altri per le attenzioni loro prestate, in quanto cagionevoli di salute. Per aiutare economicamente l'istituto i bambini castrati (detti "angiolilli") venivano mandati a cantare nelle chiese ed ai funerali. Gli allievi ricevevano anche una divisaforamzione di cultura generale, ma non molto approfondita. Invece l'educazione musicale era molto rigorosa: oltre al canto si doveva imparare uno strumento; inoltre gli alunni studiavano solfeggio, armonia, contrappunto e composizione<ref name=Giacomazzi/>.
 
L'addestramento dei ragazzi era molto severo; la celebre descrizione di [[Giovanni Andrea Angelini Bontempi|Angelini Bontempi]] delle scuole di canto di Roma del XVII secolo, illustra la giornata tipica dei giovani apprendisti, consistente in un'ora di canto di pezzi difficili, un'ora di pratica nel [[Abbellimento#Trillo|trillo]], un'ora di studio nell'esecuzione di [[Abbellimento|passaggi]], un'ora di esercizi di canto alla presenza dei maestri e di fronte a uno specchio per imparare a cantare mantenendo un atteggiamento composto della figura, e un'ora di studio di lettere. A questo, che era lo studio svolto la mattina, si aggiungeva quello pomeridiano, che prevedeva mezz'ora di teoria musicale, un'altra di composizione [[contrappunto|contrappuntistica]], un'ora di copiatura su un'apposita tavoletta (chiamata 'cartella') e di nuovo un'altra ora di studio delle lettere. Gli allievi dovevano inoltre esercitarsi al [[clavicembalo]] e comporre musica<ref>G. Bontempi, ''Historia Musica'', Perugia, 1695, p. 170.</ref>. Questo programma così intenso faceva sì che i giovani più dotati raggiungessero molto presto un'eccellente tecnica e un'ottima preparazione musicale, con brillanti prospettive di carriera.