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{{Quartiere
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L<nowiki>'</nowiki>'''Isola''' (''L'Isola'' in [[dialetto milanese]], <small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[ˈiːzula]}}) è un [[Quartieri di Milano|quartiere]] di [[Milano]], appartenente al [[Municipio 9 di Milano|Municipio 9]].
 
Sorta a cavallo fra il [[XIX secolo|XIX]] e il [[XX secolo]], l'Isola è posta a nord del centro cittadino, fuori da [[Porta Garibaldi (Milano)|Porta Garibaldi]], da cui è separato dall'[[Stazione di Milano Porta Garibaldi|omonima stazione ferroviaria]]. La sua denominazione può far riferimento alla particolare condizione che visse la zona, fisicamente separata dal resto della città dalla ferrovia, nella seconda metà del [[XIX secolo]]. Soggetto a rivalutazione edilizia, il quartiere ha vissuto negli anni recenti una forte crescita e rivisitazione dal punto di vista architettonico che ha prodotto la nascita di ristoranti e locali raffinati e iniziative tipiche della moda metropolitana.
 
==Storia==
[[File:Milano, Passerella Isola 01.jpg|thumb|left|upright=1.3|La passerella che da via Borsieri portava in [[Corso Como]]]]
[[File:Milano, quartiere Isola 02.jpg|thumb|upright=1.3|La drogheria di via Carmagnola 8, angolo via Pastrengo, nel 1925.]]
[[File:Milano, Passerella Isola 02.jpg|thumb|left|upright=1.3|La passerella vista da sopra.]]
 
Storicamente l'Isola si sviluppa lungo l'antica strada che da [[Milano]], uscita da [[Porta Garibaldi (Milano)|Porta Comasina]] portava fino a [[Como]]. L'antico tracciato è costituito attualmente da corso Como e dalla vecchia via Borsieri che un tempo comprendeva anche l'attuale via Thaon di Revel. Tale percorso venne bruscamente interrotto nel [[1865]] quando vi si costruì in mezzo la ferrovia, dividendo nettamente le due parti della città che ancora stavano lentamente sorgendo. A sostituire il tracciato interrotto venne realizzato il Ponte della Sorgente, che sovrapassava l'attuale via Farini, prendendo il nome dalle [[Risorgiva|risorgive]] che caratterizzavano la zona.<ref>Negli [[anni 1960|anni sessanta]] in concomitanza con la realizzazione della nuova [[Stazione di Milano Porta Garibaldi|stazione]] il sottopasso stradale venne sostituito con l'attuale ponte.</ref> A garantire continuità fra corso Como e la via Borsieri venne invece realizzata una [[Attraversamento pedonale#Tipologie di attraversamenti|passerella pedonale]]. L'Isola andò a caratterizzarsi nel corso degli anni per una forte componente operaia, favorita dalla presenza di diverse fabbriche all'interno del proprio tessuto (come per esempio il Tecnomasio Italiano Brown-Boveri) e dalla vicinanza di grossi stabilimenti come quello della [[Pirelli (azienda)|Pirelli]] (in Ponte Seveso) e dell'Elvetica (in Melchiorre Gioia), oltre che ovviamente della ferrovia.
 
Scampati i bombardamenti, pur rimanendone ferita, nell'immediato Dopoguerra sull'Isola cala lo spettro di un grosso asse attrezzato che la dovrebbe attraversare tagliandola, che collegherebbe l'[[Arco della Pace]] con il piazzale Lagosta. Il progetto trova la sua ufficialità nel Piano del '53, a seguito del quale negli anni successivi cominciano gli espropri e le relative demolizioni da parte del Comune.<ref>I segni delle demolizioni e degli espropri sono ancor oggi ben visibili all'interno del tessuto edilizio che si affaccia fra le vie Pepe e Borsieri.</ref> La ferrovia viene arretrata, con la realizzazione della nuova [[stazione di Milano Porta Garibaldi|stazione di testa di Porta Garibaldi]]. Anche al di là della ferrovia si procede a colpi di esproprio sia per la realizzazione della nuova stazione sia per la realizzazione del centro direzionale previsto dal piano. Lo stesso [[corso Como]] viene dimezzato nella sua estensione.<ref>Lo storico [[corso Como]] arrivava quasi a congiungersi con la via Borsieri, separato solo dai binari della ferrovia. L'attuale [[corso Como]] si interrompe a metà dell'originale, perdendosi nello slargo di piazza Freud.</ref> Tuttavia la forte opposizione degli abitanti dell'Isola, gli eccessivi costi degli espropri e la mutata convinzione sulla necessità di una simile autostrada urbana portarono il Comune a fare un passo indietro. Sorge sopra i binari di Porta Garibaldi un enorme spezzone stradale largo sei corsie che avrebbe costituito lo scavalco della ferrovia per il futuro asse attrezzato, ultimo fra i collegamenti fra il quartiere e la città (visto che la passerella era stata demolita nel [[1958]] in favore del successivo sottopasso provvisorio di [[corso Como]], che durò fino al [[1960]]). Verrà dedicato a [[Eugenio Bussa|don Eugenio Bussa]], storico prete dell'oratorio del [[Chiesa del Sacro Volto (Milano)|Sacro Volto]] all'Isola, in prima fila egli stesso contro l'attuazione del piano. Dopo diversi anni dalla sua posa venne dotato di due rampe, che consentono tuttora il passaggio (pedonale e, in un solo senso di marcia, veicolare) da Milano all'Isola.
 
Negli ultimi anni il quartiere ha subito una progressiva rivalutazione, protagonista in parte anche di una più lenta ma progressiva sostituzione del caratteristico ceto popolare e operaio che la contraddistingueva. Proprio nel quartiere, infatti, si ergono le due torri del [[Bosco verticale]], edificate all'interno del più generale [[Progetto Porta Nuova]],
 
[[File:Milano, Mojazza map01.jpg|thumb|upright=1.4|Ubicazione del [[Cimitero della Mojazza]]]]
 
===La Mojazza===
{{vedi anche|Cimitero della Mojazza}}
Il ''[[Cimitero della Mojazza]]'' era un antico cimitero storico dell'Isola, che derivava il suo nome dalle caratteristiche del terreno su cui sorgeva, fortemente imbevuto d'acqua e quindi estremamente fangoso; il verbo ''mojà'', in dialetto milanese, significa infatti ''inzuppare'', ''ammollare'' o ''intingere in un liquido'', da cui il sostantivo ''mojàscia'' che sta per ''poltiglia'', ''melma'', ''fanghiglia''.<ref>{{Cita libro
|titolo = Vocabolario Milanese-Italiano
|autore = Francesco Cherubini
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|editore = Dall'Imp. Regia Stamperia
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}}</ref> Nel cimitero avevano trovato sepoltura, nel corso dei secoli, personaggi illustri quali [[Cesare Beccaria]], [[Giuseppe Parini]], [[Melchiorre Gioia]] e [[Francesco Melzi d'Eril]]. L'intera area cemeteriale faceva capo alla vicina [[Chiesa di Santa Maria alla Fontana]], mentre l'ingresso era sulla Perasto, allora conosciuta come ''strada della Magna'', da cui prese il suo nome l'ampia area incolta a est dell'''Isola''.
 
Il cimitero venne soppresso il 22 ottobre [[1895]] in concomitanza con l'apertura del nuovo [[Cimitero Monumentale di Milano|Monumentale]], in cui vennero trasferiti i resti dei personaggi più famosi sepolti alla Mojazza. A causa dell'estrema approssimazione delle operazioni e dell'impossibilità, in molti casi, di individuare con precisione la loro esatta sepoltura, nella maggior parte dei casi i resti andarono perduti con la soppressione del cimitero.
 
===La Magna===
Passata ormai alla storia ma ancora viva nei ricordi, la cosiddetta ''Magna'' era un largo spazio situato in fondo a via Sebenico, che prendeva il nome da una storica cascina che qui vi sorgeva<ref>[http://miol.it/stagniweb/mappe/mi865B2a.jpg Carta di Milano di Giovanni Brenna, 1865 (dettaglio)]</ref>. L'area era quella adiacente il Bivio della Magna<ref>[https://img184.imageshack.us/img184/6465/a324mila2uf.png Ricordi di Rotaie, nodo di Milano]</ref>, sul [[Ferrovia Milano-Monza|vecchio tracciato]] per [[Monza]] dismesso dalle [[Ferrovie dello Stato|Ferrovie]] a seguito dell'attivazione del nuovo nodo ferroviario nel [[1931]] e della nuova [[Stazione di Milano Centrale|Stazione Centrale]].<ref>[http://www.t-i-m-o-n-e.it/ricordi/rdr/rdrdett.php?id=0328 Ricordi di Rotaie]</ref>
 
Successivamente, cresciuta a pratone incolto, era diventata luogo di ritrovo per i giovani dell'Isola, unico spazio all'aria aperta, lontano dai malconci cortili delle abitazioni popolari del quartiere. Nell'agosto del [[1943|'43]], quando i bombardamenti anglo-americani distrussero diversi stabili anche dell'Isola, vennero accumulate nella ''Magna'' (così come in piazzale Archinto) le macerie degli edifici distrutti. L'area a prato si ridusse drasticamente, rimanendo solo un passaggio che collegava via Sebenico con via Pola, mentre ciò che restava libero venne in seguito trasformato in orto. La situazione si è mantenuta sostanzialmente immutata per molti anni prima che la costruzione di nuovi edifici (attualmente fronteggianti il [[Palazzo Lombardia|Palazzo della Regione]]) occupassero l'area.
 
Curiosamente, per la generazione successiva ''la Magna'' era riconosciuta come l'area analogamente dismessa e incolta più prossima alla [[via Melchiorre Gioia]].
 
==Tessuto edilizio ed edifici di rilievo==
[[File:Milano, quartiere Isola 01.jpg|thumb|right|Una casa a corte in via Jacopo Dal Verme.]]
Gli isolati, conformemente al [[Piano Beruto]], misurano tutti all'incirca 120 x 100&nbsp;m; erano suddivisi in lotti che potevano variare dai 500 ai 2000&nbsp;m² ed erano caratterizzati da ripartizioni ortogonali. Il piano terreno era occupato da negozi o botteghe artigiane sul fronte strada e magazzini o attività produttive di maggiori dimensioni verso le corti interne, mentre i piani superiori destinati alle abitazioni erano del tipo a pianerottolo o, più spesso, a ballatoio. Il tipo di distribuzione differenziava le abitazioni in base alle destinazioni: il ballatoio era riservato alle [[Casa di ringhiera|abitazioni operaie]] e distribuiva piccoli locali, generalmente ad altissima densità abitativa; il pianerottolo connotava spazi studiati per il ceto medio, spesso dotati di servizi igienici privati e con dimensioni dai due ai quattro locali.
 
Il quartiere presenta numerose abitazioni in stile ''[[Liberty]]'' e altre tipiche del razionalismo milanese, come le case di [[Pietro Lingeri]] e [[Giuseppe Terragni]], il quartiere di [[Enrico Agostino Griffini]] e [[Manfredo Manfredi (architetto)|Manfredo Manfredi]] per conto della ''Società Edificatrice Case Operaie, Bagni e Lavatoi Pubblici'' e destinato ai lavoratori dell'[[Ospedale Maggiore di Milano|Ospedale Maggiore]], lo stabilimento della Italclima di [[Giò Ponti]] e [[Luciano Baldessari]]. Tra questi edifici, particolarmente interessanti sono la [[Casa Ghiringhelli]] del [[1933]]<ref>[http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00040/ Casa Ghiringhelli, Milano (MI) – Architetture – Lombardia Beni Culturali<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, la [[Casa Toninello]] del [[1934]]<ref>[http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00004/ Casa Toninello, Milano (MI) – Architetture – Lombardia Beni Culturali<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e la [[Casa Comolli-Rustici]] del [[1935]]<ref>[http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00008/ Casa Comolli Rustici, Milano (MI) – Architetture – Lombardia Beni Culturali<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, tutte di [[Giuseppe Terragni|Terragni]] e [[Pietro Lingeri|Lingeri]].
 
==Monumenti==
L'Isola, forte della propria tradizione popolare e operaia, visse intensamente la [[Resistenza partigiana]]. A perpetuarne la memoria venne posto il 25 aprile [[1972]], in via Sassetti, all'altezza dello sbocco in [[via Melchiorre Gioia|Melchiorre Gioia]], un monumento ai caduti del quartiere<ref>[http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/scheda.asp?ID=239 Monumento] dello scultore [[Carlo Ramous]]</ref>, che verrà poi, nel dicembre del 2009, trasferito nel più centrale piazzale Segrino, a seguito delle richieste degli abitanti. Una grande attenzione è stata posta anche alle lapidi per i singoli caduti.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
[[File:Isola M5, Milano.jpg|thumb|Banchina del binario 1 della stazione Isola]]
* Linea M2: [[Garibaldi FS (metropolitana di Milano)|Stazione di Garibaldi]]
* Linea M5: [[Isola (metropolitana di Milano)|stazione dell'Isola]] e Garibaldi
* Linee S1, S2, S5, S6, S7, S8, S11, S12 e S13, regionali, nazionali, internazionali e [[Malpensa Express]]: [[stazione di Milano Porta Garibaldi|stazione di Porta Garibaldi]]
 
L'Isola è servita dall'[[Isola (metropolitana di Milano)|omonima stazione]] della [[Metropolitana di Milano|metropolitana]] [[Linea M5 (metropolitana di Milano)|5]], che sorge sotto Via Volturno.
L'area storicamente è delimitata a sud dal tracciato ferroviario, sul quale sorge dal [[1963]] la [[Stazione di Milano Porta Garibaldi|Stazione di Porta Garibaldi]], accessibile attraverso i sottopassaggi di Via Pepe, dai quali si può raggiungere anche la [[Garibaldi FS (metropolitana di Milano)|stazione della metropolitana]], interscambio tra le linee M2 ed M5. Questa stazione, gestita da [[Centostazioni]]/[[Rete Ferroviaria Italiana|RFI]], è servita da treni [[Servizio ferroviario suburbano di Milano|suburbani]] (linee S1, S2, S5, S6, S7, S8, S11, S12 e S13), regionali e il [[Malpensa Express]], gestiti da [[Trenord]], e nazionali e internazionali.
 
Inoltre, poco distante dal confine con il quartiere, si trova, all'interno dell'attiguo [[Centro Direzionale di Milano|Centro Direzionale]], la stazione [[Gioia (metropolitana di Milano)|di Via Gioia]] della [[Linea M2 (metropolitana di Milano)|linea M2]].
 
Varie linee di autobus e [[Rete tranviaria di Milano|tram]], gestite da [[ATM (Milano)|ATM]], collegano l'Isola ai quartieri limitrofi e agli altri quartieri del centro di Milano. In particolare, la linea tranviaria 33 collega piazzale Lagosta con la [[Stazione di Milano Porta Garibaldi|Stazione di Porta Garibaldi]], passando per via Porro Lambertenghi e via Ugo Bassi, per poi dirigersi verso [[Lambrate]].
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
*[[Ezio Barbieri]], Nicola Erba, Il bandito dell'Isola, prefazione di [[Maurizio Iannelli]]. Milieu edizioni, Milano, 2013
* Lino Lecchi, Quelli dell'Isola. Racconti e aneddoti del vecchio quartiere, prefazione di [[Roberto Marelli]]. Graphot, Torino, 2015.
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web | 1 = http://www.zonaisola.it/ | 2 = Zona Isola | accesso = 6 maggio 2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120505063950/http://www.zonaisola.it/ | dataarchivio = 5 maggio 2012 | urlmorto = sì }}
 
{{Quartieri e municipi di Milano}}
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