Guerre d'indipendenza italiane: differenze tra le versioni

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Intanto in [[Granducato di Toscana|Toscana]], il granduca [[Leopoldo II di Toscana|Leopoldo II]] fu costretto alla fuga e i democratici diedero vita alla Repubblica Toscana. A [[Roma]] il Papa, Pio IX, dovette abbandonare la città rifugiandosi presso [[Gaeta]] e il 9 febbraio [[1849]] fu proclamata la [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]], del cui governo fecero parte Mazzini e Garibaldi; presto gran parte delle città pontificie aderì alla repubblica.
 
La prima guerra d'indipendenza si concluse nel marzo del [[1849]], con la [[Battaglia di Novara (1849)|sconfitta di Novara]], cui seguì l'abdicazione di Carlo Alberto in favore del figlio [[Vittorio Emanuele II]]. I motivi della sconfitta sono da ricercare anche in quella che Carlo Alberto chiamava "Guerra Regia", cioè prettamente sabauda. Egli, infatti, rifiutò di portare al seguito aggregazioni di volontari irregolari: tali scelte portarono non solo all'insuccesso ma anche ad un grande sacrificio di uomini: è da ricordare, a tal proposito, la cosiddetta [[Carica di Pastrengo]], compiuta da soli 300 [[Carabinieri]] che colpermisero sacrificiodi dellasalvaguardare vita respinsero migliaia diil soldatisovrano austriacipiemontese.
 
Nonostante la fine della guerra tra il regno sabaudo e l'Austria, le lotte continuarono in varie città d'Italia: Brescia resistette nelle [[Dieci giornate di Brescia|Dieci giornate]], [[Livorno]] non aveva accettato la fine della Repubblica Toscana, la [[Repubblica di San Marco]] continuava a difendersi dall'esercito austriaco e la [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]] era attaccata da est dai francesi e da nord dagli austriaci, accorsi per ripristinare il dominio temporale del Papa.