Gerolamo De Franchi Toso (1585-1668): differenze tra le versioni

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Il dogato di Gerolamo De Franchi Toso, a differenza del mandato più "morbido" e "fedele rispettoso delle leggi repubblicane" del fratello Giacomo, fu più "autoritario" nelle scelte soprattutto in materia di giustizia e di "nuova sovranità indiscussa" della Genova repubblicana rispetto, ad esempio, al da sempre legame economico con la [[Spagna]]. Questa fu una "linea di comando" che si andò a costituire tra diversi esponenti della nobiltà "nuova" nel corso della prima metà del Seicento a seguito di diversi episodi che videro contrapposti i rapporti con gli Spagnoli e, allo stesso tempo, riallacciarsi temporaneamente con i Francesi proprio durante il suo dogato.
 
Terminato il mandato l'8 settembre 1654 dovette aspettare due anni prima di vedersi riconoscere procuratore perpetuo dal collegio dei supremi sindacatori (1656). Commissario di Sanità del capitaneato di [[Chiavari]] durante la [[pestilenza]] del 1657, presiedette altri uffici di governo e di commissione, tra questi quella del 1667 per la riforma del cerimoniale. Partecipò alle sedute del Senato della Repubblica fino al 28 agosto 1668; morì infatti poco dopo nel suo palazzo di piazza Banchi a Genova sul finire dell'anno. Per disposizioni testamentarie del 14 novembre 1660 volle farsi tumulare nella propria cappella costruita all'interno della [[Chiesa di San Francesco (Genova, Albaro)|chiesa di San Francesco d'Albaro]] e non in quella di [[chiesa di San Francesco di Castelletto|San Francesco di Castelletto]] dove già si trovavano il padre Federico e i fratelli.
 
== Vita privata ==