Arnaldo Forlani: differenze tra le versioni

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=== La vittoria al Congresso del 1989, la seconda segreteria DC e il ''CAF'' ===
[[File:Andreotti Forlani.jpg|miniatura|sinistra|Arnaldo Forlani con [[Giulio Andreotti]]]]
Il XVIII Congresso nazionale della DC elesse nuovamente Arnaldo Forlani alla segreteria politica del partito. L'elezione fu largamente condivisa (85% dei voti), con l'ex segretario Ciriaco De Mita che divenne presidente del Consiglio nazionale. De Mita mantenne la guida del suo governo, pur nella costante difficoltà di rapporti con il PSI di Bettino Craxi. Le difficoltà aumentarono con il "caso Palermo", quando la DC governò la città con Leoluca Orlando sindaco, alleandosi col PCI invece che col PSI. Alla fine Craxi ritirò l'appoggio del PSI al Governo e De Mita fu costretto alle dimissioni il 19 maggio 1989. Forlani gestì allora la lunga crisi di governo che ne seguì, protrattasi sino a luglio, allorché Andreotti costituì il suo [[Governo Andreotti VI|sesto governo]], con la stessa maggioranza di pentapartito. Nacque così il cosiddetto ''CAF'', un asse politico tra Craxi, Andreotti e Forlani, che fu il perno della politica italiana per la restante parte della legislatura fino alle elezioni del 1992.
 
Forlani gestì allora la lunga crisi di governo che ne seguì, protrattasi sino a luglio, allorché Andreotti costituì il suo [[Governo Andreotti VI|sesto governo]], con la stessa maggioranza di pentapartito. Nacque così il cosiddetto ''CAF'', un asse politico tra Craxi, Andreotti e Forlani, che fu il perno della politica italiana per la restante parte della legislatura fino alle elezioni del 1992.
Alle elezioni europee del giugno 1989 la DC ottenne il 32,9%, riconquistando il primato perso nel 1984 e ottenendo un seggio in più, mentre nelle elezioni comunali di Roma ottenne il 31,9%. Nel novembre 1989 cadde il [[Muro di Berlino]] ed ebbe inizio la frantumazione del blocco comunista filosovietico. All'inizio del 1990 si consumò la crisi della gestione unitaria della DC, soprattutto per gli effetti del "caso Palermo": proprio nel capoluogo siciliano un accordo tra area dorotea e corrente andreottiana pose fine all'esperimento della giunta Orlando.
 
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Nel 1991, dopo essere uscito dalla DC, Leoluca Orlando fondò il nuovo partito-movimento la Rete, che non impedì alla DC di raccogliere un buon successo alle elezioni regionali siciliane (42,3%). Nello stesso anno Andreotti formò il settimo governo, senza più l'appoggio dei repubblicani, ma con la presenza anche di ministri appartenenti alla sinistra DC.
Alla fine del 1991 si riunì a Milano la Conferenza nazionale programmatica della DC, avvertendo l'esigenza di un forte cambiamento del partito. Il 1992 vide l'inizio in Italia delle inchieste della Procura di Milano che colpiranno prima il PSI e poi la DC, determinandone la crisi e la dissoluzione. In questo clima si tennero le elezioni politiche del 5 aprile 1992, che videro la DC perdere quasi il 5% alla Camera e la nascita dell'ultimo quadripartito guidato dal socialista [[Giuliano Amato]]. Ebbe così fine l'esperienza del ''CAF'' e la stessa carriera di Forlani, sconfitto dai franchi tiratori nella corsa al Quirinale, costretto alle dimissioni da segretario e poi sottoposto a procedimenti giudiziari nell'ambito dell'inchiesta [[Mani pulite]].
Alla fine del 1991 si riunì a Milano la Conferenza nazionale programmatica della DC, avvertendo l'esigenza di un forte cambiamento del partito.
Il 1992 vide l'inizio in Italia delle inchieste della Procura di Milano che colpiranno prima il PSI e poi la DC, determinandone la crisi e la dissoluzione. In questo clima si tennero le elezioni politiche del 5 aprile 1992, che videro la DC perdere quasi il 5% alla Camera e la nascita dell'ultimo quadripartito guidato dal socialista [[Giuliano Amato]]. Ebbe così fine l'esperienza del ''CAF'' e la stessa carriera di Forlani, sconfitto dai franchi tiratori nella corsa al Quirinale, costretto alle dimissioni da segretario e poi sottoposto a procedimenti giudiziari nell'ambito dell'inchiesta [[Mani pulite]].
 
=== La corsa per la presidenza della Repubblica, il coinvolgimento nel processo ENIMONT e la fine della carriera politica ===
[[File:Arnaldo Forlani 3.jpg|miniatura|Arnaldo Forlani]]
Nonostante la sconfitta elettorale del 1992, la Democrazia Cristiana era ancora il partito con più consensi, in un quadripartito ancora in maggioranza in Parlamento; era pertanto in grado di condurre il gioco nella scelta del nuovo capo dello Stato. La DC pertanto, dopo alcuni voti ai candidati di bandiera, propose il nome del proprio segretario nelle [[Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 1992|elezioni per il presidente della Repubblica del 1992]]. La corsa di Forlani al Quirinale, tuttavia, non ebbe un esito felice. La coalizione quadripartita, indebolita dall'esito deludente delle [[elezioni politiche del 1992]], non garantiva a Forlani un margine sufficientemente largo per un'elezione senza sorprese. Così, l'alto numero di [[franchi tiratori]] nel suo stesso partito impedì a Forlani di superare la soglia di voti richiesta per l'elezione. Nel corso del 5º e del 6º scrutinio, svoltisi il 16 maggio [[1992]], Forlani mancò l'elezione rispettivamente di 39 e di 29 voti. A seguito di questa duplice sconfitta, Forlani ritirò la sua candidatura a [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]].
La corsa di Forlani al Quirinale, tuttavia, non ebbe un esito felice. La coalizione quadripartita, indebolita dall'esito deludente delle [[elezioni politiche del 1992]], non garantiva a Forlani un margine sufficientemente largo per un'elezione senza sorprese. Così, l'alto numero di [[franchi tiratori]] nel suo stesso partito impedì a Forlani di superare la soglia di voti richiesta per l'elezione. Nel corso del 5º e del 6º scrutinio, svoltisi il 16 maggio [[1992]], Forlani mancò l'elezione rispettivamente di 39 e di 29 voti. A seguito di questa duplice sconfitta, Forlani ritirò la sua candidatura a [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]].
 
La sconfitta nelle elezioni presidenziali, di poco successiva al vistoso calo di voti registrato dalla DC alle politiche, segnerà di fatto la conclusione della carriera politica di Forlani, che di lì a pochi mesi, dopo il tracollo della DC in altre consultazioni e il coinvolgimento nell'inchiesta [[Mani pulite]], si dimetterà da segretario, proseguirà la sua attività di deputato in modo defilato e non si presenterà più alle elezioni. Nel [[processo ENIMONT]], nell'ambito dell'inchiesta Mani pulite, Forlani fu condannato in via definitiva a due anni e quattro mesi di reclusione per finanziamento illecito. La pena della reclusione fu sostituita con l'affidamento in prova al servizio sociale ed espiata mediante la collaborazione con la Caritas di Roma. Forlani sosterrà di ritenere ingiusta la condanna inflittagli e di accettarla in spirito socratico come la sua cicuta da bere.<ref>Resoconto dell'interrogatorio in aula, Corriere.it, ''[http://archiviostorico.corriere.it/1993/dicembre/18/Forlani_cade_dalle_nuvole_non_co_0_93121815813.shtml Forlani cade dalle nuvole: non sapevo]'', di Goffredo Buccini, 18 dicembre 1993</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/02/25/forlani-la-fine-della-pena-vicina-fui.html Forlani vicino al fine-pena]</ref><ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/06/Forlani_Arnaldo_servizi_sociali_Ingiusto_co_0_9807062718.shtml Forlani: ingiusto ma berrò la mia cicuta]</ref>
Forlani fu invece assolto con formula piena nel processo per ricettazione di varie tangenti sugli appalti inerenti alle autostrade.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2004/gennaio/16/Tangenti_assolto_Forlani_telefonata_Casini_co_9_040116047.shtml Forlani assolto in appello|titolo=Tangenti, assolto Forlani La telefonata di Casini|pubblicazione=Corriere della Sera|data=16 gennaio 2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130313020726/http://archiviostorico.corriere.it/2004/gennaio/16/Tangenti_assolto_Forlani_telefonata_Casini_co_9_040116047.shtml|dataarchivio=13 marzo 2013|urlmorto=sì}}</ref> Dopo l'espiazione della pena inflittagli nel processo per la maxitangente ENIMONT, non apparirà quasi più in occasioni pubbliche, conducendo vita estremamente ritirata, interrotta solo dalla presentazione di un libro e da rarissime interviste. La fine della seconda segreteria di Forlani diede inizio al percorso che, sotto la segreteria del successore Martinazzoli, porterà allo scioglimento della DC e alla costituzione del [[Partito Popolare Italiano (1994)|nuovo Partito Popolare Italiano]].
La fine della seconda segreteria di Forlani diede inizio al percorso che, sotto la segreteria del successore Martinazzoli, porterà allo scioglimento della DC e alla costituzione del [[Partito Popolare Italiano (1994)|nuovo Partito Popolare Italiano]].
 
== Curiosità ==