Riduzionismo (filosofia): differenze tra le versioni

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* I concetti usati nella [[psicologia]] tradizionale siano inadatti, troppo vaghi e persino erronei. (Stessa critica alla psicologia, ma di segno opposto, è mossa dalla fenomenologia o dalla psicologia fenomenologica, che intende negare valore allo [[psicologismo]] della psicologia, inteso come una forma di riduzionismo e criticato proprio per la sua carenza di rigore logico-epistemico.)
 
Il riduzionismo si propone invece di studiare la mente riducendola ad un oggetto della [[fisica]]: leggi che descrivono il funzionamento della mente sarebbero riconducibili a [[legge fisica|leggi fisiche]], quindi la mente deve essere studiata come qualsiasi altro oggetto fisico. Assumendo che la mente si manifesti soprattutto in due aspetti, il [[cervello]] e il [[comportamento]], il riduzionismo riduce la mente a questi aspetti e si propone di studiare solo questi, senza fare altre assunzioni su una eventuale realtà oltre o dietro questi fenomeni. Con ciò di fatto si elimina ogni aspetto possibilmente [[Metafisica|metafisico]] della mente. Il riduzionismo in tal senso tenta in questo modo di superare il [[problema mente-corpo]], riducendo la mente a proprietà o aspetto del corpo e negando qualsiasi forma di [[Dualismo (filosofia della mente)|dualismo]].
 
La critica più radicale al riduzionismo è forse l'opera di [[Martin Heidegger]], critica poi culminata nella famosa affermazione "La scienza non pensa". Altresì, è da segnalare l'opera di [[Emanuele Severino]], che lo ritiene una contraddizione logica.