Ossona: differenze tra le versioni

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Da sempre dedito all'agricoltura e con una diffusa povertà, il comune si barcamenò tra le pestilenze del Cinquecento prima e del Seicento poi, rimanendo indipendente sino all'inizio del Seicento quando gli abitanti, pressati dalle continue mancanze finanziarie del comune, decisero di "mettere all'asta" la loro libertà, scendendo a compromessi per una [[infeudazione]].
 
Malgrado questa volontà, il comune venne aggiudicato solo nel [[1650]] quando gli abitanti decisero di "deprezzare" ulteriormente il valore in lire di ogni nucleo famigliare<ref>Il valore passò da 62 lire a 40. Il prezzo a "focolare" o a famiglia era necessario per stabilire il prezzo da pagare per l'infeudazione di un borgo. Facendo un rapido calcolo si deduce quindi che il comune di Ossona constava all'epoca di 59 famiglie.</ref>. Il feudo di Ossona venne acquistato nel settembre del [[1650]] dal marchese Vercellino Maria Visconti per 2360 lire. La storia di Ossona si legò indissolubilmente a quella della famiglia Visconti sino al [[1794]] quando, alla morte dell'ultimo erede della famiglia Giuseppe Maria, il feudo tornò allo stato di Milano.
 
=== L'Ottocento: due volte comune, due volte frazione ===
Con l'ingresso di [[Napoleone Bonaparte]] a [[Milano]] nel [[1796]] e la relativa riorganizzazione dello stato milanese, Ossona venne aggregata al Dipartimento del Ticino con capoluogo [[Pavia]] per poi essere spostata dal [[1798]] direttamente sotto il governo di Milano.
 
Nel [[1811]] il comune di Ossona, limitato per numero di abitanti, perse la propria autonomia e venne aggregato come frazione al vicino abitato di [[Arluno]], con rabbia degli abitanti locali che si videro privati dell'insieme di tradizioni storiche e religiose che contraddistinguevano l'abitato da secoli. La situazione perdurò però sino al [[Congresso di Vienna]] del [[1815]] quando Ossona tornò ad essere comune autonomo.
 
Durante la [[Seconda guerra d'indipendenza]] italiana, Ossona ebbe parte minima negli scontri della vicina [[Battaglia di Magenta]] col solo coinvolgimento della frazione di [[Asmonte]], a sud del centro abitato, senza che si registrasse alcun danno per le case, gli abitanti o le coltivazioni locali.
 
Il 24 febbraio [[1869]], re [[Vittorio Emanuele II]] decretò la soppressione del comune di Ossona e la sua aggregazione a quello vicino di [[Casorezzo]] come frazione, dal momento che l'abitato casorezzese presentava un numero maggiore di abitanti. La situazione sembrò essere accettata pacificamente da ambo le parti sino al [[1887]] quando il comune di Casorezzo si rifiutò di contribuire alla costruzione dell'ingresso del cimitero di Ossona, fatto che accese inevitabilmente la rivalità tra le due realtà. L'ex comune di Ossona mosse un primo esposto al Ministero degli Interni nel [[1890]] chiedendo la scissione dal comune di [[Casorezzo]], ma senza successo. Infine il 10 giugno [[1909]] re [[Vittorio Emanuele III]] decretò la definitiva divisione dei due comuni, anche per il fatto che entrambi nel frattempo avevano raggiunto il numero di {{formatnum:1500}} abitanti, necessario per costituirsi in comune a norma di legge.
 
Con la fine dell'Ottocento, il comune di Ossona venne interessato dalla costruzione del [[Canale Villoresi]], elemento che segna il definitivo passaggio da una irrigazione legata alla natura ad una governata dall'uomo, garantendo una stabilità del raccolto. Una diramazione del canale attraversa ancora oggi il terreno comunale di Ossona da nord a sud.
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La chiesa, immediatamente adiacente alla villa Litta Modigliani, fu fatta edificare dall'arcivescovo [[Ariberto d'Intimiano]] nell'[[XI secolo]], allo scopo di fornire un rifugio alle milizie arcivescovili che stazionavano nella zona.
 
A fine Trecento venne ornata da [[Ambrogio De Medici]] e nel Cinquecento san [[Carlo Borromeo]] diede disposizioni per mutare la posizione della porta d'ingresso per favorire l'accesso dalla piazza antistante.
 
All'interno conserva dipinti [[XVII secolo|seicenteschi]] e [[XVIII secolo|settecenteschi]], attribuiti ai pittori [[Francesco Paglia]], detto il Palea, [[Pietro Antonio Magatti]], [[Carlo Francesco Nuvolone]] e [[Ettore Procaccino il Giovane]].
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Nel [[1959]] un incendio distrusse parte della villa, che venne ridimensionata ed abbassata di un piano per volontà dei proprietari a partire dal [[1961]] per garantire maggiore staticità e sicurezza all'intero stabile. Dagli [[Anni 1960|anni sessanta]] iniziò il declino e il successivo abbandono della villa, che subì inoltre danni da una forte grandinata nell'agosto del [[1986]].
 
Nel [[1998]] il Comune ha acquistato la proprietà, dando inizio ai lavori di recupero per destinarla agli uffici comunali. Dopo il restauro degli affreschi interni lo stabile è stato inaugurato il 24 aprile [[2004]]. Inoltre è stato acquistato il parco adiacente alla villa e reso all'uso da parte della cittadinanza.
 
Della decorazione originaria, permangono all'interno della villa almeno due sale, una dipinta "a grisaille" e l'altra con cineserie, con pavimentazione a mosaico d'epoca.
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Di antica costruzione e risalente nelle forme attuali al Settecento, Villa Bosi è posta nelle immediate vicinanze della chiesa parrocchiale di Ossona.
 
L'ultima proprietaria, la signora Francesca Bosi Meraviglia, lasciò come legato testamentario nel [[1938]] che la sua villa sita in Ossona diventasse un ospedale convalescenziario per bambini di proprietà dell'[[Ospedale Maggiore di Milano]]. La struttura, dopo i necessari lavori di riadattamento, venne aperta nel novembre di quello stesso anno sotto la direzione del professor Adriano Bocchini il quale, cinque anni più tardi, vi accolse l'intera divisione pediatrica dell'ospedale milanese ritenendo Ossona maggiormente al riparo dai bombardamenti che stavano colpendo la città di [[Milano]].
 
La struttura divenne col tempo insufficiente a livello di posti e troppo onerosa per il mantenimento al punto che, dopo l'ennesimo rifacimento degli spazi interni, lo stesso Ospedale Maggiore optò per il trasferimento del convalescenziario a [[Introbio]], presso Villa Serena, dal [[1967]]. Da allora lo stabile, pur rimanendo di proprietà dell'Ospedale milanese, non ha ottenuto alcuna destinazione d'uso.
 
== Curiosità ==
{{Curiosità}}
* Ossona è entrata nel [[Guinness dei primati]] per la ''[[cassoeula]]'' più grande del mondo, realizzata il 24 agosto [[2002]] e distribuita ad oltre 2.000{{formatnum:2000}} persone paganti arrivate da tutta la [[provincia di Milano]]
 
== Società ==
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== Infrastrutture e trasporti ==
Il comune è collegato con i comuni del magentino, del legnanese e con [[Milano]] attraverso un servizio di autolinee gestito da [[Movibus]].
 
Fra il [[1879]] e il [[1952]] la località era servita dalla [[Tranvia Milano-Magenta/Castano Primo|tranvia Milano-Castano Primo]] altresì nota con il soprannome di ''Gambadelegn''.
 
== Amministrazione ==
{{...|centri abitati d'Italia}}
 
== Note ==
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{{Pieve di Corbetta}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Lombardia|Milano}}
 
[[Categoria:Ossona| ]]