Argomento fantoccio: differenze tra le versioni

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Un esempio è l'articolo ''Sposini e lo sciacallaggio su [[Facebook]]: la Tolleranza Zero parta dal Web''<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2011/aprile/30/Sposini_sciacallaggio_Facebook_Tolleranza_Zero_co_9_110430101.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2011/aprile/30/Sposini_sciacallaggio_Facebook_Tolleranza_Zero_co_9_110430101.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016|titolo=Sposini e lo sciacallaggio su Facebook: la Tolleranza Zero parta dal Web|editore=corriere.it|data=30 aprile 2011|accesso=8 febbraio 2014}}</ref> firmato dal giornalista [[Massimo Sideri]] sul [[Corriere della Sera]] il 30 aprile 2011, il quale ha scritto:
 
{{qCitazione|Diciamoci la verità: a sdegnarsi dello sciacallaggio su Facebook e [[Wikipedia]] ai danni del collega della [[Rai]], [[Lamberto Sposini]] - ricoverato ieri in gravi condizioni poco prima di andare in onda con ''[[La vita in diretta]]'' - deve essere prima di tutto il «popolo della Rete», coloro che sentono il web come e forse più di un’appartenenza politica o calcistica.}}
 
Nel pezzo citato viene creata una realtà estremizzata e inesistente - il popolo della rete - per poterla facilmente attaccare. Si tratta di uno ''straw man argument'', come sottolinea Sofri in un suo post, ''Giornalisti contro internet''<ref>{{cita web|url=http://www.wittgenstein.it/2011/04/30/giornalisti-contro-internet/|titolo=Giornalisti contro internet|accesso=8 febbraio 2014}}</ref>. Il popolo della rete così descritto infatti non esiste ed è una semplificazione della realtà.
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Un altro simile esempio di argomento fantoccio può essere individuato in un articolo di ''[[La Repubblica (quotidiano)|Repubblica]]'' nel 2010, "''Le regole nella rete''"<ref>''Le regole nella rete'', «la Repubblica», 25 febbraio 2010.</ref> firmato da [[Giovanni Valentini (giornalista)|Giovanni Valentini]], il quale a un certo punto scrive:
 
{{qCitazione|E dunque, come sostengono i paladini della rete, Internet non può essere sottoposta ad alcun limite o vincolo.}}
 
La frase va incontro a due atteggiamenti tipici dello ''straw man'': la creazione di una persona fittizia, i paladini della rete, emblema della categoria che si vuole rappresentare e criticare e, nella seconda parte dell'enunciato riportato, l'estremizzazione di alcune posizioni e argomenti propri dell'avversario, "''Internet non può essere sottoposta ad alcun limite o vincolo''".
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Il 23 marzo [[2009]] il ''[[New York Times]]'' pubblicò l'articolo "''Some Obama Enemies Are Made Totally of Straw''"<ref>{{cita web|url=https://www.nytimes.com/2009/05/24/us/politics/24straw.html|titolo=Some Obama Enemies Are Made Totally of Straw|data=23 maggio 2009|accesso=8 febbraio 2014|lingua = en}}</ref> in cui veniva spiegato il frequente ricorso, da parte dell'allora [[presidente degli Stati Uniti d'America]] [[Barack Obama]], allo ''straw man argument''. Per spiegare la tesi vengono riportate parti di alcuni discorsi di Obama, fra i quali uno risalente al 18 marzo 2009 tenuto in [[California]], in [[Costa Mesa]]:
 
{{qCitazione|C'è chi dice che questi piani sono troppo ambiziosi e che dovremmo cercare di fare di meno e non di più.||There are those who say these plans are too ambitious, that we should be trying to do less, not more.|lingua=en}}
 
Secondo la giornalista americana Helene Cooper, autrice di tale articolo, ''those'' - traducibile in italiano con "coloro" - sarebbe un'entità astratta e inesistente a cui vengono associate da Obama delle idee di conseguenza non verificabili. L'utilizzo di ''those'', sempre secondo Helene Cooper, permette a Obama di far dire e supporre delle cose che in realtà nessuno sta supponendo. Come spiega nel medesimo articolo il giornalista del New York Times William Safire, lo ''straw man'' è spesso introdotto da Obama (e dai politici più in generale) con formule come ''"there are those who say”'' o ''"some say"'' senza che venga però mai specificato chi siano questi ''those'', che diventano quindi entità create apposta con lo scopo di essere criticate, loro e le idee che esse sostengono.
 
Nello stesso articolo il ''New York Times'' sottolinea come anche [[George W. Bush]] facesse spesso ricorso a tale artificio retorico, in particolar modo nella promozione della [[guerra contro il terrorismo]], che, nei suoi discorsi, accusava di frequente i [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|democratici]] di pensare di poter negoziare con i terroristi. Per esempio, nel [[2006]] disse:
 
{{qCitazione|Ho bisogno di membri del [[Congresso americano|Congresso]] che capiscano che non si può negoziare con questa gente.||I need members of Congress who understand that you can’t negotiate with these <small>''[riferito a terroristi]''</small> folks”<ref>{{cita web|url=https://www.nytimes.com/2009/05/24/us/politics/24straw.html|titolo=Some Obama Enemies Are Made Totally of Straw|editore=nytimes.com|data=23 maggio 2009|accesso=8 febbraio 2014}}</ref>|lingua=en}}
 
Secondo l'analisi della Cooper, la frase implica che i democratici avessero intenzione di negoziare con [[al-Qaida]], cosa falsa.