Circondario di Bivona: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
fix
Va bene rimuovere i corsivi, ma non spostare così le note
Riga 59:
|Categoria =
}}
Il '''circondario di Bivona''' era uno dei tre [[circondario (Regno d'Italia)|circondari]] in cui era divisa la [[Provincia di Agrigento|provincia italiana di Girgenti]], in [[Sicilia]]<ref>{{cita|Marrone 1996|pp. 71-89}}.</ref>. Esistito dal 1860 al 1927, comprendeva tredici [[Comune (Italia)|comuni]], raggruppati in cinque [[Mandamento (diritto)|mandamenti]], e ricalcava il territorio dell'omonimo e precedente [[Distretto di Bivona|distretto borbonico]] costituito nel 1812<ref>{{Cita |Marrone 1987|p. 643}}.</ref> nel [[regno delle Due Sicilie]], quando in Sicilia venne abolita la [[Feudalesimo|feudalità]]<ref>{{Cita|Marrone 1987|p. 643}}.</ref>. Visse una fase di decadenza negli [[Anni 1860|anni sessanta]] dell'[[XIX secolo|Ottocento]], gli anni del periodo postunitario, seguita da una parziale ricrescita nel [[Anni 1870|decennio successivo]]; fu abolito nel 1927, anno in cui il capoluogo di provincia fu ribattezzato [[Agrigento]].
 
[[Capoluogo]] del circondario era il comune di [[Bivona]]<ref name=quindici/>, già a capo del distretto grazie alla [[costituzione siciliana del 1812]]<ref>{{cita|Sedita 1993|p. 101}}.</ref>, che ne valorizzò le [[Storia di Bivona|antiche origini]], la favorevole posizione geografica nell'ambito della circoscrizione, i titoli ricevuti (Bivona fu la prima [[Ducato di Bivona|città ducale]] di Sicilia<ref>{{cita|Marrone 1987|p. 152}}.</ref>) e la tradizione scolastica dovuta alla presenza di un antico [[Compagnia di Gesù#Primi collegi in Italia|collegio gesuitico]]<ref name=quindici/>.
Riga 85:
Nella prima metà del 1860, il distretto di Bivona fu teatro di numerose turbolenze dell'ordine pubblico (i tumulti più gravi si verificarono a Santo Stefano di Bivona) e fu coinvolto in un acceso e duraturo dibattito causato da alcuni comuni che volevano modificare l'assetto amministrativo delle circoscrizioni territoriali e volevano sopprimere il distretto bivonese<ref name="settantuno">{{cita|Marrone 1996|p. 71}}.</ref>.
 
La crisi dell'ordine pubblico, pertanto, si venne a formare proprio nel periodo in cui [[Giuseppe Garibaldi]] sbarcò in Sicilia per liberare l'Isola dal dominio borbonico. Per circa un mese, dal 15 maggio al 10 giugno, il distretto di Bivona restò nelle mani delle numerose bande armate, nate a causa dello «stato di quasi completa dissoluzione di ogni ordine sociale»<ref name=quattrocentoquaranta>{{Cita|Marrone 1996|p. 440}}.</ref> del circondario di Bivona, che compivano rapine e vendette, non senza spargimento di sangue<ref name="settantuno"/><ref name="quattrocentoquaranta">{{Cita|Marrone 1996|p. 440}}.</ref>.
 
Ecco una testimonianza di Onofrio Guggino, Comandante dei Militi del distretto di Bivona, esposta al Consigliere della Sicurezza Pubblica il 1º marzo 1861<ref name="settantuno"/>:
Riga 117:
 
===Lo sviluppo del circondario===
Gli [[Anni 1870|anni settanta]] del [[XIX secolo]] risultarono cruciali per il circondario di Bivona, fino ad allora soggetto all'incompetenza ed all'incuria dei suoi amministratori<ref name="ottantacinque"/>. I sottoprefetti di questo periodo sottolinearono l'importanza dell'istruzione pubblica, del miglioramento delle condizioni di viabilità e dell'agricoltura in vista di un pronto riscatto del circondario; inoltre essi esortarono la cittadinanza ad una più attiva vita politica<ref name="ottantacinque"/>. In questi anni, nonostante le difficoltà ed i problemi legati al diffondersi del [[brigantaggio]], il governo operò efficacemente nel circondario di Bivona, risolvendo problematiche legate all'inadeguatezza delle strutture sociali ed amministrative dei comuni della circoscrizione<ref name="ottantasei">{{cita|Marrone 1996|p. 86}}.</ref>. Nell'arco di dieci anni, tutti i comuni del circondario di Bivona<ref name="ottantasei" /> si dotarono dei regolamenti di polizia urbana, di polizia rurale, di polizia mortuaria, di igiene e di edilità<ref name="ottantasei" />; inserirono in organico la figura della levatrice; istituirono le condotte mediche; avviarono e conclusero parzialmente i lavori per l'illuminazione pubblica, per la costruzione dei cimiteri e per la costruzione delle strade intercomunali.
[[File:Bivona - Collegio gesuitico (2).jpg|left|thumb|L'atrio del collegio gesuitico bivonese, i cui locali del piano terra nell'Ottocento furono sede delle scuole pubbliche primarie e secondarie]]
 
Per quanto riguarda l'istruzione primaria, totalmente gestita dai comuni, il governo ne garantì la qualità del ''corpus docentium'', intervenendo, inoltre, per assicurare il decoro dei locali scolastici<ref name="ottantasette">{{cita|Marrone 1996|p. 87}}.</ref>. Gli scolari, grazie anche all'obbligo di frequenza fatto rispettare dal governo, passarono dai 1222 del 1870 ai 2558 del 1874<ref name="ottantasette" />: tale numero era destinato ad incrementare nel 1877, anno dell'emanazione della [[legge Coppino]], che prevedeva l'obbligatorietà scolastica fino al terzo anno del corso elementare<ref name="ottantasette" />. Il circondario di Bivona visse un periodo di sviluppo anche per quanto concerne le infrastrutture: nel 1875 la rotabile Corleonese-Agrigentina congiunse il mandamento di Bivona (Santo Stefano di Bivona, Bivona, Alessandria della Rocca e Cianciana) con [[Palermo]]<ref name="ottantasette" />; all'inizio degli [[Anni 1880|anni ottanta]] si conclusero i lavori, che collegarono tutte queste località con il capoluogo di provincia, Girgenti. Nel 1878 venne inaugurata la strada [[Filaga]]-[[Lercara Friddi]], grazie alla quale i paesi del circondario bivonese furono collegati alla rete ferroviaria<ref name="ottantasette" />.
 
Tuttavia, proprio in questo periodo prese il sopravvento il fenomeno della [[mafia]], che era presente in ogni comune del circondario e contava sulla protezione di membri di spicco della borghesia locale e dell'[[Burocrazia|apparato burocratico]] (la cosiddetta "mafia in guanti gialli")<ref name="ottantotto">{{cita|Marrone 1996|p. 88}}.</ref>. Lo sviluppo della mafia fu favorito dalla partecipazione ad essa da parte di noti esponenti degli strati sociali economicamente e socialmente più in vista e, ovviamente, dal timore e dall'omertà della popolazione<ref name="quattrocentoquarantacinque">{{Cita|Marrone 1996|p. 445}}.</ref> e, ovviamente, dal timore e dall'omertà della popolazione<ref name="quattrocentoquarantaquattro">{{Cita|Marrone 1996|p. 444}}.</ref>; nel 1870, il sottoprefetto di Bivona De Luca affermò<ref name="quattrocentoquarantaquattro" />:{{citazione|Si crede più alla potenza del malandrinaggio, cosiddetto Mafia, che a quella del Governo; onde ne segue che i danneggiati o derubati non danno mai lume o spingono querele all'autorità giudiziaria o di sicurezza pubblica per timore di maggiori danni.}}
 
Alle bande armate che continuarono ad operare fino a questo periodo, inoltre, si aggregavano anche gli evasi dalle carceri circondariali di Bivona, molti dei quali operavano nella zona di San Biagio Platani, «commettendo grassazioni, ratti, stupri ed altri gravi reati»<ref name=quattrocentoquarantadue>{{Cita|Marrone 1996|p. 442}}.</ref>. Il problema della criminalità nel circondario di Bivona fu risolto parzialmente solo alla fine degli [[Anni 1870|anni settanta]], quando vennero sgominate le bande armate<ref name="ottantasette" />.
Riga 186:
I rimanenti cinque comuni fecero parte del collegio elettorale di [[Aragona (Italia)|Aragona]] (Cianciana e San Biagio) e di quello di [[Sciacca]] (Calamonaci, Lucca e Ribera).
 
Tra i deputati al [[Parlamento della Repubblica Italiana|Parlamento nazionale]] che rappresentarono il collegio di Bivona figurano [[Giacinto Carini]]<ref>{{cita|Marrone 1996|p. 239}}.</ref>, il [[principe di Belmonte]] [[Gaetano Monroy]]<ref>{{cita|Marrone 1996|p. 251}}.</ref> e [[Nicolò Gallo]], già consigliere provinciale del mandamento di Bivona (1878-1882) e futuro [[Ministero dell'istruzione|ministro della Pubblica Istruzione]] e di [[Ministero della giustizia|Grazia e Giustizia]]<ref>{{cita|Marrone 1996|p. 251}}.</ref><ref>{{cita|Marrone 1996|p. 273}}.</ref>.
 
==Pubblicazioni==