Hans Schlitte: differenze tra le versioni

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Il 30 gennaio 1548 l'imperatore emana un editto nel quale si sottolinea il fatto che tutti coloro che saranno reclutati dovranno giurare che non entreranno al servizio di turchi e tartari, e che non opereranno in qualunque altro modo che possa andare a scapito del popolo tedesco.
Schlitte riesce a reclutare circa 300 uomini, tra artigiani, medici e farmacisti che partono divisi in due gruppi alla volta della Russia.
 
Da questo momento in avanti, tuttavia, Schlitte incontra l'ostilità crescente dell'[[Ordine livoniano|Ordine di Livonia]] e del [[Re di Polonia]] [[Sigismondo I di Polonia]] che, per motivi coincidenti, faranno di tutto per fermarlo.
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Schlitte rimane in prigione fino al 1550 quando riesce a fuggire verso Lauenburg in Sassonia.
Una volta tornato in patria cerca invano di ottenere il ripristino dei propri privilegi da parte dell'imperatore Carlo V sostenendo o meglio, millantando, che lo Zar avrebbe costituito un'alleanza con il sacro romano impero contro la Turchia, e che la Russia era pronta addirittura ad unirsi alla [[Chiesa cattolica]].
 
Il fallimento dell'impresa di Schlitte causò un forte malcontento delle autorità russe. Alcuni storici (ad esempio Karamzin) ritengono che l'affare Schlitte sia stato uno dei motivi dello scoppio della [[guerra di Livonia]].
 
== Bibliografia ==