Datazione uranio-torio: differenze tra le versioni

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Il [[torio]] non è solubile in acqua nelle condizioni normalmente rilevabili sulla superficie terrestre, pertanto i materiali accumulatisi da queste acque normalmente non contengono questo elemento. L'[[uranio]] è invece parzialmente solubile in acqua, per cui il materiale che [[Precipitazione (chimica)|precipita]] o che si accresce con l'acqua naturale contiene anche tracce di uranio, tipicamente misurabili in poche [[parti per milione]] o addirittura [[Parti per miliardo|per miliardo]]. Con il passare del tempo, l'uranio-234 decade con una [[Emivita (fisica)|emivita]] di 245.000 anni in torio-230.<ref name="Aitken2014">{{cite book|last=Aitken|first=M.J.|title=Science-Based Dating in Archaeology|url=https://books.google.com/books?id=FQntAgAAQBAJ&pg=PA124|date=25 February 2014|publisher=Routledge|isbn=978-1-317-87149-1|page=124}}</ref> Anche il torio-230 è radioattivo e decade a sua volta con una emivita di 75.000 anni, molto più breve di quella dell'uranio;<ref name="Aitken2014"/> pertanto invece di accumularsi indefinitamente (principio sfruttato nella [[datazione uranio-piombo]]), il torio tende ad arrivare all'[[equilibrio secolare]] con il suo nuclide progenitore uranio-234. Una volta raggiunto l'equilibrio secolare, il numero di nuclidi di torio-230 che decadono è pari al numero di quelli che si formano, che corrisponde anche al numero di decadimenti dell'uranio-234 nel campione.
 
== Cenni storici ==
Nel 1908, John Joly, professore di geologia all'[[University of Dublin]], trovò che il contenuto di [[Radio (elemento chimico)|radio]] nei sedimenti di profondità era più elevato rispetto a quello della [[piattaforma continentale]], e sospettò che i sedimenti detritici sequestrassero il radio presente nell'acqua marina. Nel 1942, Piggot e Urry trovarono che l'eccesso di radio corrispondeva a un eccesso di torio. Ci vollero altri 20 anni prima che questa tecnologia fosse applicata ai carbonati terrestri ([[speleotemi]] e [[travertino]]). Verso la fine degli anni 1980 il metodo fu reso più accurato dall'impiego della [[spettrometria di massa]].
 
Fu solo dopo che il fondamentale libro del russo [[Viktor Viktorovich Cherdyntsev]] sull'uranio-234 fu tradotto in inglese, che la datazione uranio-torio si diffuse presso i geologi occidentali.<ref name=Schwarcz>{{cite journal|last1=Schwarcz|first1=Henry P.|title=Uranium series dating of Quaternary deposits|journal=Quaternary International|date=January 1989|volume=1|pages=7–17|doi=10.1016/1040-6182(89)90005-0}}</ref>
 
==Note==