Franco Fortini: differenze tra le versioni

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Traduce una vasta scelta di versi di Éluard con una ricca introduzione, pubblica la ''plaquette'' ''In una strada di Firenze'' e sul primo numero di ''Ragionamenti'' di settembre-ottobre scrive un saggio su [[Leo Spitzer]] dal titolo ''Critica [[stilistica]] e storia del [[linguaggio]]''. Legge intanto gli scritti di [[Berthold Auerbach|Auerbach]], [[Maurice Merleau-Ponty]] e [[Lucien Goldmann]] del quale tradurrà, nel [[1961]], ''Le dieu caché'', continua a tradurre Brecht e scrive i versi ''A Boris Pasternak''. Il 2 gennaio del [[1956]] scrive a Pasolini, che era stato accusato di "oscenità" per il romanzo ''Ragazzi di vita'', offrendo la sua testimonianza di critico.
 
Sempre nel mese di gennaio inizia il XX Congresso del [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica]] e le notizie che pervengono creano forti emozioni'': ''"''Ricordo - egli scrive - che quando da non so quale oratore è stato fatto il nome di [[Volodymyr Antonov-Ovsijenko|Antonov-Ovseenko]], cioè della persona che aveva ricevuto nelle sue mani la capitolazione del governo provvisorio al momento della presa del [[Palazzo d'Inverno]], e che poi era stato una delle vittime di [[Stalin]], noi abbiamo capito (...) che qualcosa di straordinario stava avvenendo''".
 
In febbraio Fortini incontra Brecht a Milano in occasione della rappresentazione dell'''[[Opera da tre soldi]]'' al [[Piccolo Teatro di Milano]] con la [[Regista|regia]] di [[Giorgio Strehler]] e a marzo viene aperta su ''Il contemporaneo'' un'inchiesta sulla cultura di sinistra che suscita una forte polemica coinvolgendo intellettuali e politici e nella quale egli interviene con un articolo intitolato ''I politici intellettuali''. A settembre viene pubblicato in un supplemento di ''Ragionamenti'' il testo di Fortini e Guiducci, ''Proposte per una organizzazione della cultura marxista in Italia'' che riprende l'argomento rivelato dalla polemica e cioè la richiesta di "autonomia" degli uomini di cultura dalle direzioni culturali dei partiti, la loro auto-organizzazione all'interno del "blocco storico" delle sinistre e il loro controllo degli strumenti di espressione culturale.