Viaggi di Platone in Sicilia: differenze tra le versioni

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→‎L'Etna: platone aveva circa 40 anni all'epoca del primo viaggio
→‎Lo Stato ideale di Platone e la scelta di Siracusa: specifica importante sulla Lettera VII
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Nelle ''[[Leggi (dialogo)|Leggi]]'', il suo ultimo e più ampio dialogo, egli accantona però il suo ideale massimo, probabilmente a motivo degli anni passati a stretto contatto con la tirannide siciliana<ref name="Canfora16">{{Cita|Luciano Canfora|p. 16}}.</ref>, e definisce i canoni dello «Stato migliore», secondo nell'ordine di graduazione del suo ideale politico.<ref>Platone, ''Leggi'', 739a-e. Cfr. fonte moderna: {{Cita|Francesco Adorno|n. 3}}, H. Oldenberg, ''De Platonis arte dialectica'', Gottinga 1873.</ref>
 
{{Citazione|L’anarchiaL'anarchia va assolutamente eliminata dalla vita di ogni uomo e anche degli animali che lo servono.|[[Platone]], ''le [[Leggi (dialogo)|Leggi]]'', 942c-d.<ref>Trad. di [[Giovanni Reale]], ''Platone, ‘‘Tutti''Tutti gli scritti’’scritti'', Rusconi 1991, p. 1720.</ref>|τὴν δ᾽ ἀναρχίαν ἐξαιρετέον ἐκ παντὸς τοῦ βίου ἁπάντων τῶν ἀνθρώπων τε καὶ τῶν ὑπ᾽ ἀνθρώπους θηρίων|lingua=GRC}}
 
Nello Stato ideale di Platone vi sono rigide regole da seguire. Platone era convinto che per conservare un ottimo Stato fosse essenziale controllare la procreazione umana. Nel livello più alto doveva vigere la comunanza della donna,{{#tag:ref|Il rapporto di Platone con la donna è stato definito da un lato rivoluzionario, poiché egli voleva dare alle donne la stessa educazione dei maschi e le stesse mansioni all'interno della Repubblica, ma dall'altro non si discosta dal pensiero del mondo antico che vede la donna come un essere incompleto: se l'uomo non seguiva le giuste regole, sarebbe rinato donna ([[Platone]], ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'', 90 e).<ref>Cfr. Angela Giallongo, ''L'immagine della donna nella cultura greca'', 1981, pp. 121-156, 67, 105, 142; Duby, Perrot, Berriot-Salvadore, 1991, ''Storia delle donne in Occidente'', 347, 352-358, 362.</ref>|group=N}} mentre i figli sarebbero appartenuti solo allo Stato.<ref>Cit. Platone in {{Cita|Adorno|H. Oldenberg, ''De Platonis arte dialectica'', Gottinga 1873}}.</ref>
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{{Citazione|O i re diverranno filosofi per grazia divina, o i filosofi faranno i re|[[Platone]], ''[[Lettera VII]]'', 326a.<ref>cit. in {{Cita|Francesco Adorno|n. 47}}</ref>}}
 
Con questa concezione, Platone si confrontò con i [[tiranni di Siracusa]] e lui stesso ammetterà (se, come si suppone, la ''[[Lettera VII]]'' è autentica o comunque scritta da persona a lui molto vicina<ref>{{cita|Nails|p. 245}}.</ref>) di aver posto le basi per il crollo della tirannide dionisiana:
 
{{Citazione|Con questi pensieri, che si sommavano a quelli precedenti, venni a Siracusa e, forse per caso o forse per le trame di qualche divinità, proprio allora ebbero inizio le vicende che hanno travolto Dione e i Siracusani; e ho paura che succederà di peggio se non darete ascolto ai consigli che ora vi elargisco per la seconda volta. Perché dico che tutto ebbe inizio quando io arrivai in Sicilia? Perché nei miei incontri con Dione, che allora era giovane, gli esponevo la mia opinione relativa a quello che, secondo me, è per gli uomini il massimo bene e gli consigliavo di metterlo in pratica: così facendo temo che, senza accorgermene, abbia contribuito anch’io in un certo qual modo all’abbattimento della tirannide.|[[Platone]], ''[[Lettera VII]]'', 326e-327a.<ref>Traduzione italiana a cura di [[Margherita Isnardi Parente]], pp. 71-73.</ref>|Ταῦτα δὴ πρὸς τοῖς πρόσθε διανοούμενος, εἰς Συρακούσας διεπορεύθην, ἴσως μὲν κατὰ τύχην, ἔοικεν μὴν τότε μηχανωμένῳ τινὶ τῶν κρειττόνων ἀρχὴν βαλέσθαι τῶν νῦν γεγονότων πραγμάτων περὶ Δίωνα καὶ τῶν περὶ Συρακούσας: δέος δὲ μὴ καὶ πλειόνων ἔτι, ἐὰν μὴ νῦν ὑμεῖς ἐμοὶ πείθησθε τὸ δεύτερον συμβουλεύοντι. πῶς οὖν δὴ λέγω πάντωνἀρχὴν γεγονέναι τὴν τότε εἰς Σικελίαν ἐμὴν ἄφιξιν; ἐγὼ συγγενόμενος Δίωνι τότε νέῳ κινδυνεύω, τὰ δοκοῦντα ἐμοὶ βέλτιστα ἀνθρώποις εἶναι μηνύων διὰ λόγων καὶ πράττειν αὐτὰ συμβουλεύων, ἀγνοεῖν ὅτι τυραννίδος τινὰ τρόπον κατάλυσιν ἐσομένην μηχανώμενος ἐλάνθανον ἐμαυτόν.|lingua=GRC}}