Teate: differenze tra le versioni

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|LarghezzaImmagine =
|Didascalia = Anfiteatro romano di Chieti
|Civiltà = [[Marrucini]]<br/>[[AntichiCiviltà Romaniromana|Romani]]
|Utilizzo = Città
|Stile =
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|Sito_web = http://www.archeoabruzzo.beniculturali.it/lacivitella.html
}}
'''''Teate''''' (latinizzazione dell'originario ''Theate'' o '''Tegheàte''', in [[Lingua greca|greco]] ''Θεάτη'' o ''Θηγεάτη'') è un antico centro dei [[Marrucini]] che corrisponde all'odierna [[Chieti]] sito tra i fiumi [[Aterno-Pescara (fiume)|Pescara]] a ovest e [[Alento (Abruzzo)|Alento]] a est.
 
== Storia ==
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Il primo nucleo risale al periodo preromano. Il centro italico, fondato nel VII secolo a.C. circa, è sito sulla parte più elevata del colle della Civitella, dove è sita l'[[acropoli]] della città. Gli scavi archeologici attorno l'anfiteatro costruito nell'epoca imperiale di [[Augusto]], hanno dimostrato come il nucleo centrale fosse raccolto attorno a un'area sacra di tre templi, uno dei quali dedicato di certo al dio [[Ercole]]. Con l'avvento dei Romani, il centro si andò spostando lungo la strada principale del tratturo (la via Ulpia), che attraversava direttamente la città. Il foro principale divenne l'area di piazza Tempietti Romani, con quattro edifici sacri (uno, con il pozzo sacro, si trova sotto le fondamenta del Palazzo delle Poste del 1930), di cui si ricorda il tempio dei Dioscuri, sopra cui nell'VIII secolo fu costruita la chiesa di San Paolo, sconsacrata nel 1927 per permettere gli scavi.
 
L'antica ''Teate'' si sviluppò a partire dal [[II secolo a.C.]], ma soprattutto durante l'epoca imperiale, quando divenne municipio. Dopo la [[guerra sociale]] fino alle guerre del [[etàRepubblica repubblicanaromana|periodo tardo-repubblicano]] e [[etàimpero imperialeromano|imperiale]] il centro era noto come ''Teate Marrucinorum''<ref>Autori Vari, ''Teate'', resti della città Romana in Musei e Siti archeologici d'Abruzzo e Molise, pag.40, Carsa Edizioni, Pescara (2001), ISBN 88-501-0004-3</ref> ma dai [[Marrucini]] era chiamata ''Touta Marouca''. Dopo la ripartizione territoriale fu inserita nella [[Regio IV Samnium]] in seguito all'adesione alla [[Lega Italica (storia romana)|Lega italica]] di [[Corfinio]]. Secondo [[Girolamo Nicolino]] la nascita di ''Teate'' risalirebbe al 1181 a.C., verrebbe anche specificata la data dell'11 maggio quando gente di origine greca che la leggenda vuole collegata ad [[Achille]] vi si stabilì. In onore della dea [[Teti (NereoNereide)|Teti]] la città avrebbe preso il nome di ''Teate''.<ref name = "spazioinwind">[http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/altro/Chieti.html Info su spazioinwind]</ref>
 
La città anche dopo la rovina dell'Impero romano d'Occidente mantenne l'antico impianto planimetrico, cui si aggiunsero dei nuovi quartieri, come il Colle San Paolo (l'area dei tempietti) e il Trivigliano a nord, presso il convento di Santa Maria (oggi caserma Pierantoni), mentre sopra le antiche strutture abitative, venivano erette nuove case, come hanno dimostrati i vari ritrovamenti tra i palazzi tardo ottocenteschi del piazzale Giambattista Vico, corso Marrucino, largo Costantino Barbella.
 
=== Urbanistica di Teate romana ===
La città fu arricchita di un foro, il teatro romano che contava {{formatnum:5000}} posti, con 80 metri di diametro, l'anfiteatro di dimensione 60x40 metri con {{formatnum:4000}} posti, l'acquedotto, situato oggi sotto il corso Marrucino, che conduceva alla parte bassa delle terme romane, e infine i vari templi, conservati perché trasformati nel [[VII secolo]] in chiese cristiane. La conservazione del teatro, dell'anfiteatro e dei templi permette la ricostruzione della storia dell'arte teatino-romana del I secolo, al tempo degli imperatori [[Tiberio]] e [[Claudio]]: la copertura dell'esterno delle strutture è in tasselli (cubilia) simmetrici che formano motivi geometrici. Nella piazza dei Templi sono state rinvenute delle iscrizioni di importanti famiglie teatine sotto il governo di [[Nerone]], come i Vezii: le iscrizioni riguardano infatti i coniugi Marco Vezio Marcello e Priscilla Elvidia<ref>{{Cita web|url=http://www.duepassinelmistero.com/Chieti.htm/|titolo=Teate|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170502030514/http://www.duepassinelmistero.com/Chieti.htm|dataarchivio=2 maggio 2017}}</ref>. La piana del Pescara, con sbocco al porto pescarese, ospiterà la strada romana della [[via Tiburtina Valeria]], i cui viandanti e pastori transumanti erano obbligati a pagare il pedaggio alla città. Durante il principato di [[Augusto]], a Roma si distinse il politico e oratore [[Gaio Asinio Pollione]] della ''gens'' Asinia, alleato di [[Giulio Cesare]] e amico di [[Cicerone]] e [[Virgilio]]. Fu [[proconsole]] nella provincia di [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]] e fu celebrato per valor e virtù nelle ''[[Bucoliche]]'' da Virgilio. Nel [[39 a.C.]] creò la prima biblioteca pubblica romana, ossia l'''[[Atrium Libertatis]]''<ref>Plinio, ''Naturalis Historia'' 35, 2: «primus bibliothecam dicando ingenia hominum rem publicam fecit».</ref>. In suo ricordo fu rappresentato il trionfo di Asinio sul sipario del palcoscenico nel [[Teatro Marrucino]], completato nel 1818.
[[File:Chiesa di Santa Maria del Tricaglio.jpg|miniatura|Incisione della chiesa del Tricalle, eretta sopra il tempio di Diana Trivia]]
Provenendo da [[Roma]] l'accesso principale era Porta Sant'Andrea ai piedi della Civitella con l'anfiteatro, oggi scomparsa, e il cardo principale era all'attuale corso Marrucino, fino a Porta Santa Maria. L'amministrazione romana coinvolgeva tutte le città della Regio IV nell'utilizzazione delle strutture pubbliche, il Foro era il centro commerciale e culturale della città, provvisto di tre tempietti su un unico podio, e un quarto sul lato nord, sotto l'edificio delle Poste. L'area del Foro incombeva su terreno di riporto, quindi terrazzata, come dimostra la galleria ipogea a L sotto la biblioteca De Meis. Altri monumenti erano il teatro, di cui ci sono dei resti presso via Napoli, e il complesso termale. La presenza dei muri di terrazzamento di varie cisterne sotto la Civitella dimostrano l'importanza del complesso, insieme con frammenti di mosaico e domus signorili.<br/>Fuori la città l'esempio più importante di edificio romano è la chiesetta di Santa Maria del Tricalle, costruita sopra un tempio di [[Diana]] Trivia, situata all'incrocio di tre colli.
[[File:Museo archeologico La Civitella-frontone.JPG|thumb|left|upright=1.2|Frontone del tempio degli Olimpi, rinvenuto presso la chiesa di Santa Maria Calvona, conservato e ricostruito parzialmente all'interno del Museo archeologico La Civitella]]
La città non fu creata ex novo con la conquista italica, ma esisteva sin dall'[[età del ferro]], come testimoniato dalla presenza di antiche tombe. Dalla diversa collocazione di esse si intende che il perimetro della città fu pian piano ingrandito fino alla creazione di un piano regolatore nel II secolo d.C., quando le case e le strade vennero accomodate secondo uno schema a scacchiera, come dimostra soprattutto l'area del rione Civitella. Il boom edilizio di Teate si registrò grazie all'influenza di personaggi come [[Asinio Pollione]] e [[Asinio Gallo]], la gens dei Vezii (Vezio Marcello ed Elvidia Priscilla), Erennio Capitone, procuratore di Livia figlia di [[Augusto]], [[Tiberio]] e [[Caligola]].
[[File:Via Tecta (Chieti).jpg|thumb|Via Tecta]]
L'antico asse viario di Teate era a nord-est, come dimostrato da resti di muri lungo via Arniense rinvenuti durante i lavori di sventramento dell'800 voluti dal piano regolatore della città. I sotterranei della città sono caratterizzati dalla presenza di cisterne, di cui una sotto il Palazzo Muzi-Sanità e della Banca d'Italia, usata probabilmente dai Domenicani quando esisteva il convento. Di gran lunga più estesa è la seconda, misurante 65x30 metri, in calcestruzzo e divisa in sedici navate per sette pilastri. Altre strutture simili sono in largo Carbonara, via Ognissanti, via Romanelli, corso Marrucino. Dopo la parte centrale della Piazza dei Templi Romani, la parte periferica di Teate andava a sud-ovest della collina per dar spazio al teatro e all'anfiteatro (via di Porta Napoli, via G. Salvatore Pianell, salita Gennaro Ravizza), ristrutturati nell'aspetto attuale nel [[II secolo]] d.C.<br/>Di grande importanza è anche la necropoli cittadina, scoperta a metà dell'Ottocento presso la [[chiesa di Santa Maria Calvona]] e Porta Sant'Anna, Delle necropoli di Santa Maria sono stati ritrovati vari frammenti, alcuni dei quali corrispondenti al sepolcro di un certo C. Lusius Storax, riconducibile all'epoca dell'impero di [[Claudio]]. Nella stessa area di Colle Marcone nel 1911 presso Costa Ciampone è stato trovato un cippo funebre, oggi perso. Si trattava di un grande monolite che probabilmente dette il nome alla via attuale, chiamata "Pietragrossa".
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Il ritrovamento principale è stato portato alla luce durante gli scavi archeologici degli [[anni 1960|anni sessanta]], benché fossero stati condotti anche nel primo ventennio del Novecento. L'anfiteatro è stato parzialmente ricostruito dopo che negli anni '80 l'ex stadio Civitella è stato spostato a Chieti Scalo, liberando l'area dell'ex campo dei Padri Celestini. Posto ai piedi della collina della Civitella lungo la circonvallazione d Giuseppe Salvatore Pianell, il ritrovamento ha restituito delle [[terracotta|terrecotte]] architettoniche, frammenti di statue e di ornamenti in [[bronzo]] e di [[mosaici]], alcuni depositi in una [[favissa]], facenti parte di alcuni [[tempio|templi]] del II secolo a.C. e demoliti nel secolo successivo e ora esposti nel [[Museo archeologico La Civitella|Museo archeologico della Civitella]].
 
I reperti in terracotta hanno permesso d'ipotizzare la conformazione dei templi dell'acropoli. I templi sorgevano su un podio agibile mediante una scalinata posta frontalmente che faceva arrivare nel [[pronao]] con [[colonnato]] che a sua volta immetteva in una cella. Il luogo di culto era ornato frontalmente da statue e da placche di rivestimento. In seguito gli edifici di culto furono smantellati e le decorazioni furono portate più a valle quando in [[età cesariana]] fu edificata una ''porticus'' poi, le funzioni religiose pagane furono trasferite nel centro della città antica presso l'area sacra del pozzo ammodernato nella prima metà del [[I secolo|I secolo d.C.]] e inglobato nei tempietti. Recentemente sono stati riportati i ruderi dell'[[anfiteatro]] risalente al I secolo d.C. e rivolto ai combattimenti dei [[gladiatore|gladiatori]]. L'anfiteatro è di forma ellittica ed era collegato con il sistema viario a nord e le strade extraurbane a sud. Gli scavi hanno portato parte del muro che cinge l'[[arena (architettura)|arena]] e la tribuna d'onore con struttura a ''[[opusopera reticolatumreticolata]]'' bicromaticobicromatica con dei ricorsi in [[laterizio]].<ref>Autori Vari, La Civitella in Musei e Siti archeologici d'Abruzzo e Molise, pag.42, Carsa Edizioni, Pescara (2001), ISBN 88-501-0004-3</ref>
 
Sotto l'anfiteatro, si trova il moderno [[Museo archeologico La Civitella]], che conserva il materiale rinvenuto negli scavi nel comune e nel territorio amministrativo di Chieti, mostrando le varie fasi di urbanizzazione della città marrucina, poi romana, e infine medievale.
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=== Il [[teatro (architettura)|teatro]] ===
[[File:Chieti -teatro romano- 2008 by RaBoe001.jpg|thumb|Resti del teatro romano dell'antica ''Teate '']]
Fuori del quartiere della Civitella e dirigendosi verso il centro di Chieti si possono notare, all'incrocio di Via di Porta Napoli e di Via Generale Pianell, i ruderi del teatro risalente al I secolo d.C. I palazzi che circondano il teatro hanno nascosto del tutto l'[[orchestra (architettura)|orchestra]] e il [[proscenio]], ed esso è stato "liberato" riportato alla luce solo negli anni '30-'40 del Novecento. Attualmente è visibile il lato nord-orientale del muro della [[cavea]] in ''[[opusopera mixtummista]]''. La cavea è posta in parte sulle pendici del colle della Civitella e in parte è coperta da [[volta a botte|volte a botte]]. Il teatro era composto da due livelli come dimostra parte del corridoio semicircolare che sbarrava il piano sovrastante.<ref>Autori Vari, Il Teatro in Musei e Siti archeologici d'Abruzzo e Molise, pag.44, Carsa Edizioni, Pescara (2001), ISBN 88-501-0004-3</ref> Gli spalti potevano contenere circa 5000 spettatori. Il teatro misurava circa 80 metri di diametro. L'ingresso principale immetteva in una salita a gradoni sostituita dal Vico II Porta Reale, così ci si immetteva in un corridoio che era posto sopra la cavea, verosimilmente concluso da dei giochi di [[arco (architettura)|archi]].<ref name = "spazioinwind"/>
 
=== Le [[terme romane|terme]] ===
[[File:Terme romane di Chieti.jpg|thumb|Resti delle terme romane]]
Sono siti nella zona orientale della città, lungo via delle Terme Romane. Risalgono al [[II secolo|II secolo d.C.]] L'accesso era consentito mediante una scalinata che introduceva in un corridoio obliquo la cui pavimentazione a [[opus musivumMosaico|opera musiva]] raffigurante delle crocette nere su sfondo bianco. Il corridoio immetteva in un [[atrio (architettura)|atrio]] a ingresso con colonne con [[pavimento musivo|pavimentazione musiva]] raffigurante [[Nettuno (divinità)|Nettuno]]. In seguito si poteva raggiungere vari ambienti rappresentati da tre sale rialzate mediante un ''[[suspensura|suspensurae]]'' che rappresentavano il ''[[calidarium]]''. Di fronte all'atrio quadrato vi erano delle vasche semicircolari ricoperte di [[marmo]] e, sul fondo, ve ne era una più grande inerenti al ''[[frigidarium]]''. La zona orientale è andata distrutta per l'instabilità del terreno, L'acqua era fornita da una [[cisterna]] sita presso le terme. La cisterna era sita in un ambiente sotterraneo composto di nove vani comunicanti tra di loro addossati alla collina. I vani erano strutturati in maniera di sopportare la [[pressione]] dell'acqua e del terreno mediante nicchie posti intorno ai nove ambienti.<ref>Autori Vari, Le Terme in Musei e Siti archeologici d'Abruzzo e Molise, pag.44, Carsa Edizioni, Pescara (2001), ISBN 88-501-0004-3</ref>
 
Le terme sono collegate, sotto il colle del centro storico di Chieti, a un sistema di conduttura idrica romana, detta ''via Tecta''. Questa è accessibile dal Palazzo de' Mayo sul corso Marrucino, non è stata ancora del tutto esplorata, e si compone di ambienti a cisterna, con volte a botte, e corridoi in opus reticulatum.
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Sono siti in Piazza dei Templi romani.<ref name="templi">Autori Vari, I Templi romani in Musei e Siti archeologici d'Abruzzo e Molise pag 43, Carsa Edizioni, Pescara (2001) ISBN 88-501-0004-3</ref> Comunemente sono detti tempietti di [[San Paolo]], poiché nell'VIII secolo il tempio maggiore fu trasformato in chiesa cristiana consacrata ai SS. Pietro e Paolo apostoli (di cui si conserva un affresco a carattere bizantino del XII secolo presso l'ex altare), sconsacrata solo nel 1927, quando sono stati effettuati lavori di scavo archeologico. Sono stati individuati con certezza da [[Desiderio Scerna]] con gli scavi iniziati negli anni '20 del XX secolo (''[https://web.archive.org/web/20120509065001/http://www.pattochietinortonese.it/turismochietinortonese/node/331 Scheda Dott D. Mancini]''). Nel 1997, durante lavori di restauro del complesso templare, fu portato alla luce un ulteriore ambiente ipogeo. Trattasi del luogo di culto più antico di Chieti e composto di tre tempietti limitrofi. I primi due constano di cella con pronao e [[cripta]], mentre l'ultimo è composto solamente di cella e cripta.
 
Alcuni elementi fanno ipotizzare che siano stati costruiti nel periodo romano, tra cui: le mura in [[calcestruzzo]] del primo e secondo tempio e l'utilizzo dell'''opus reticolatum''. Il terzo tempio appare più tardo, nel [[III secolo]] quando a '''''Teate''''' fu istituita una colonia romana e si rese necessaria la costruzione di un ''[[capitolium]]'' con tre divinità tradizionali, cioè: [[Giove (divinità)|Giove]], [[Giunone]] e [[Minerva]], tuttavia le fondamenta testimoniano un periodo antecedente risalente al [[V secolo a.C.|V]]-[[IV secolo a.C.]] Nel vano del secondo tempio vi è un pozzo di 38 metri. Nei vani e nelle cripte si sono conservate delle monete, frammenti scultorei, busti, pietre sepolcrali, iscrizioni.<ref name = "spazioinwind"/> La fronte dei tre templi è rivolta verso sud-est verso l'antico [[foro (archeologiaurbanistica)|foro]]. Anticamente vi era anche un quarto tempio ora sostituito dal palazzo della [[poste italiane|posta]]. L'edificio era a pianta rettangolare del quale si può ammirare solamente parte della cella in ''opus mixtum'' con i resti del pavimento in lastrine di marmo. Un'iscrizione attesta una operazione edilizia gestita da Marco Vezio Marcello e dalla Moglie Elvidia Priscilla.<ref name = "templi"/>
 
==== Chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo ====
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La seconda aula di culto cristiana si trova presso la villa fuori le mura della patrizia Licinia Lucrezia, della gens Albinia, arrivata a Teate prima dell'assedio barbato del VI secolo d.C. Il tempio sul Colle Gallo dei Dioscuri conserva presso il fregio dell'architrave ancora l'iscrizione di Marco Vezio Marcello console, il quale lo restaurò, la sua conformazione architettonica è molto simile al tempio dei Castori di [[Roma]]; risalirebbe al 484 a.C. in opus mixtum e laterizio, e opus reticulatum, stuccato opportunamente, e decorato tra il 67 e il 90 d.C. Sopraelevato su alto podio e accessibile da una scalinata frontale, con la facciata rivolta verso la vallata dell'Aterno, visuale ostruita da varie case, tra le ultime l'orripilante Palazzo Verlengia, il retro del tempio è addossato a un muro di recinzione; è privo di colonnato e solo anteriormente presenta 6 enormi colonne di marmo cipollino, giunte dall'isola di [[Eubea]].<br/>Largo circa 25 cubiti, e lungo oltre 35, poggia su terreno misto di argilla e sabbioni di arenaria, attorno una serie di domus patrizie, che avevano sfarzosi pavimenti musivi. Una di queste case era quella del pontifex teatino Lucio Cornelio Pio.
[[File:Templi Romani di Chieti 3.JPG|thumb|Retro del Tempio dei Discuri, sullo sfondo la mole del Palazzo Verlengia]]
Nel V secolo la situazione dei templi era alquanto grave, solo il vescovo cristiano Donato era in possesso di una somma di denaro, quando avvenne il [[sacco di Roma (410)|sacco di Roma]] da parte di [[Alarico]], il vescovo trattò con i consoli Marcio e Livio l'acquisto del tempio e di altri monumenti pagani in stato di degrado per farli diventare delle chiese, iniziando proprio dal Tempio dei Dioscuri, che divenne di fatto la prima basilica cristiana di Chieti. Dopo [[Giustino di Chieti|Giustino da Siponto]], il quale secondo la leggenda, fondò la diocesi Teatina (primo quarto del V secolo), Donato fu il secondo, caso particolare se si considera che nel 395 d.C., con l'editto di [[Teodosio]], il culto pagano era proibito, ma a Teate la gente continuava ancora a praticare gli antichi riti, compresi i ludi gladiatori nell'anfiteatro. I consoli vendettero i beni al vescovo Donato, nell'area vennero realizzate le due chiese sopra i due templi, dedicate una a San Pietro e l'altra a San Paolo, quella che si è meglio conservata nei secoli, dato che nel XIX secolo quella di San Pietro risultava già inglobata nell'altra. Il terzo edificio venne consacrato a San Salvatore.
 
==== Via Tecta ====
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== Musei ==
*[[Museo Archeologicoarcheologico Nazionalenazionale d'Abruzzo]]: si trova nell'ex villa del Barone Frigerj presso la villa pubblica. Il museo è statao allestito nella forma attuale tra il 1952 e gli anni '80, e ospita una ricca collezione archeolgoica di reperti provenienti da tutte le aree di scavo della regione [[Abruzzo]]
*[[Museo archeologico La Civitella]]: situato sotto l'anfiteatro romano, accessibile da via Pianell, è il museo più importante per la documentazione e i reperti archeologici che riguardano direttamente i cambiamenti storici e urbani della città romana di ''Teate''.