Antoniniano: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Riforma monetaria di Caracalla}}
 
La moneta fu adottata da [[Caracalla]] all'inizio del [[215]] d.C. ed era completamente d'argento e simile al denario, tranne che era leggermente più grande e rappresentava l'imperatore che indossava una corona radiata, indicando così il suo valore doppio, come nel [[dupondio]] che valeva due [[asse (moneta)|assi]]. Negli Antoniniani che rappresentavano delle donne (di norma la moglie dell'imperatore), il busto era presentato poggiante su un crescente (mezzaluna). Anche se di valore doppio del denario, l'antoniniano non pesò mai più di 1,6 volte il peso del denario. Il denario continuò ad essere emesso accanto all'antoniniano, ma durante la metà del III secolo d.C. fu rapidamente svalutato per far fronte al permanente stato di guerra del periodo. Attorno al [[250]] conteneva ancora il 30-40% di argento, una decina d'anni più tardi ne conteneva solo il 5%, mentre il restante 95% era di rame.<ref name="Savio197">A.Savio, ''Monete romane'', p. 197.</ref> Vi è da aggiungere che se inizialmente il rapporto con l'[[aureo]] era di 25:1 (un aureo = 25 antoninianidenari) o forse di 50:1, al tempo di [[Aureliano]] giunse addirittura a 800:1.<ref name="Savio197"/>
 
Dopo il principato di [[Gordiano III]], l'antoniniano sostituì completamente il denario che non fu più battuto in quantità significative. Come le condizioni politiche ed economiche peggiorarono anche la nuova moneta fu svalutata con l'aggiunta di rame e stagno, producendo così una lega di [[biglione]] che sembrava simile all'argento. Alla metà del regno di [[Gallieno]] furono introdotti nuovi metodi di lavorazione, così che le monete continuavano ad apparire d'argento. Il [[tondello]] era prodotto con un contenuto d'argento molto basso (circa 5-10%) e trattato con acidi in modo tale che il rame veniva tolto dalla superficie della moneta lasciando quindi uno strato superficiale d'argento. Quando i tondelli così prodotti venivano battuti si aveva una moneta con una superficie d'argento così sottile che con l'uso veniva portato via lasciando scoperto il rame sottostante.