Limitanei: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Riforma costantiniana dell'esercito romano}}
L'esercito posto "lungo le frontiere" (''[[limes romano|limes]]''), era costituito anche da unità di ''[[Riparienses]]'' (poste a protezione delle frontiere fluviali di [[limes renano|Reno]], [[limes danubiano|Danubio]] ed [[limes orientale|Eufrate]]). Si trattava si unità "fisse" di frontiera aventi compiti principalmente difensivi e costituenti il primo ostacolo contro le [[invasioni barbariche|invasioni esterne]]. Erano poste solitamente sotto il comando di un ''[[dux limitis]]''<ref>{{CIL|3|3763}}; {{CIL|3|764}} (p 997); {{CIL|3|12483}}; {{CIL|3|10596}}.</ref> o di un ''[[praepositus limitis]]''.<ref>{{AE|1985|849}}; {{CIL|8|1158}}; {{AE|1950|128}}; {{CIL|8|9755}}; {{AE|1942/43|81}}; {{CIL|8|9025}} (p 1960).</ref> Queste unità erano a loro volta suddivise, ordine di importanza gerarchica in:
#''[[Legio limitanea|legiones limitaneae]]'', ovvero la [[fanteria (storia romana)|fanteria pesante]] dell'esercito stabile lungo le frontiere (formate da 1.200{{formatnum:1200}}<ref name = "Zosimo5,45.1">[[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', V, 45.1.</ref> fino a 5.000{{formatnum:5000}} armati ciascuna; normalmente quelle in Occidente erano di consistenza inferiore, rispetto a quelle della parte orientale);
#''[[Auxilia]]'' (o ''auxiliares'' o ''auxilium''), di difficile interpretazione allo stato attuale delle conoscenze, ma comunque di dimensioni e qualità inferiori rispetto alle ''legiones'' di ''limitanei'';
#''Milites'' o ''[[Numero (esercito romano)|Numeri]]'', i primi rappresentavano forse dei distaccamenti di altre unità, mentre i secondi, erano unità di dimensioni sempre più ridotte e di formazione "indigena";
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La conseguenza del crollo del gettito fiscale fu che, anche a causa delle difficoltà nel reclutamento, non fu possibile porre rimedio alle perdite subite nel frattempo sia dagli eserciti mobili che dalle guarnigioni di frontiera. La ''[[Notitia Dignitatum]]'' attesta che in Occidente, intorno al 420-425, molti reggimenti di ''limitanei'' vennero spostati nei ''Comitatenses'' nel tentativo di colmare le perdite subite nell'esercito di campo, e questa strategia cagionò non solo un indebolimento dell'esercito di campo, in quanto i ''limitanei'' promossi nei ''Comitatenses'' rimanevano comunque truppe non adeguatamente addestrate e abili, ma anche uno sguarnimento delle frontiere, poiché i reggimenti promossi non furono sostituiti da nuovi reggimenti di ''limitanei''.<ref>{{cita|Heather|pp. 304-305.}}</ref> L'esercito mobile in Africa, intorno al 420, era costituito da ben 30 reggimenti di ''limitanei'' promossi a ''comitatenses'', mentre erano solo 6 le unità ''comitatenses'' propriamente dette. Con tali presupposti, un esercito di campo così indebolito, e costituito quasi esclusivamente da ''limitanei'' promossi a ''comitatenses'', non poté opporsi alla [[conquista vandalica del Nordafrica|conquista vandalica dell'Africa]], che a sua volta portò a un ulteriore crollo del gettito fiscale e a un conseguente ulteriore indebolimento dell'esercito.<ref>{{cita|Heather|pp. 331-333.}}</ref>
 
A causa del crollo del gettito fiscale, nel corso del [[V secolo]] si verificò una graduale disgregazione dell'esercito romano posto a difesa del Norico. Testimonianze di questo processo sono la ''[[Notitia Dignitatum]]'' e la vita agiografica di San Severino. Se infatti, all'inizio del V secolo, la provincia del Norico era difesa da due legioni (''[[Legio II Italica]]'' e ''[[Legio I Noricorum]]'') nonché da tre [[coorte|coorti]] di fanteria, quattro unità di cavalleria ordinaria e da due di arcieri a cavallo (in totale 10.000{{formatnum:10000}} uomini), già nel 420 la ''Notitia'' mostra che all'epoca del generale [[Costanzo III|Costanzo]] vennero spostati nell'esercito campale d'Illirico due reggimenti di lancieri in precedenza poste in difesa del ''limes'' del Norico.<ref>{{cita|Heather|p. 494.}}</ref> Molto probabilmente l'ulteriore calo di gettito fiscale dell'Impero dovuto alla perdita dell'Africa costrinse [[Ezio]] a ritirare altre truppe dal Norico. La vita di San Severino, opera agiografica composta da Eugippio intorno al 510, riporta intorno al 460 solo due unità a difesa del Norico, a ''Favianis'' e a ''Batavis'', anche se Eugippio potrebbe aver esagerato lo scarso numero di guarnigioni poste a difesa del Norico perché un consistente esercito romano avrebbe offuscato l'importanza del santo nella lotta contro i barbari.<ref>{{cita|Heather|p. 492.}}</ref> La ''Vita di San Severino'' riporta come a causa del calo del gettito fiscale dell'Impero le truppe del Norico ricevettero la loro paga sempre più irregolarmente, fino a quando la paga cessò del tutto e le truppe sbandarono:
{{Citazione|Ai tempi in cui ancora esisteva l'Impero romano, i soldati di molte città erano mantenuti dall'erario pubblico per la guardia che facevano contro il muro [la frontiera del Danubio]. Quando questa situazione cessò di esistere le formazioni militari si dissolsero e il muro fu lasciato andare in rovina. ...|''Vita di San Severino'', riportato in {{cita|Heather|p. 495.}}}}
La ''Vita'' riporta che la guarnigione di ''Batavis'', non ricevendo più la paga, decise di recarsi in Italia per sollecitare l'ultimo pagamento, ma durante il tragitto venne annientata dai barbari. Sempre la ''Vita'' narra che la guarnigione di ''Favianis'', a causa della carenza di uomini e di equipaggiamento, si ritrovò impotente contro i predoni barbari. Comunque sia, anche se alla fine le truppe sbandarono (Heather ipotizza tra il 460 e il 470, probabilmente dopo la [[Battaglia di Capo Bon (468)|spedizione contro i Vandali del 468]]) e l'esercito romano del Norico si dissolse, gli ex soldati dell'esercito romano, dovendo comunque difendere le loro famiglie, continuarono a difendere le loro città dai barbari formando nuove milizie cittadine che presero il posto delle vecchie guarnigioni romane.<ref>{{cita|Heather|p. 495.}}</ref> Privi del soldo e di sufficiente addestramento, e messi sempre più in difficoltà di fronte alle sempre più frequenti incursioni nemiche, le guarnigioni di ''Batavis'' e di ''Favianis'' continuarono comunque a difendere finché poterono le loro fortezze dagli assalti nemici, in particolare da parte di [[Alemanni]], [[Eruli]], [[Ostrogoti]] e [[Rugi]], ma non poterono impedire che parte della popolazione romana venisse deportata al di là del Danubio e alla fine furono costretti a diventare tributari dei Rugi.<ref>{{cita|Heather|pp. 496-497.}}</ref> Fu anche a causa dell'inadeguatezza del sistema difensivo che, nel corso del V secolo, la parte occidentale dell'Impero finì in mano ai Barbari.