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Fin dal [[XV secolo]] esistono testimonianze storiche e letterarie che parlano di "ebrei neri". Essi non si distinguono dalle popolazioni delle terre di cui sono originari né per le lingue né per i tratti, ma solo per la religione professata, l'ebraismo. Secondo alcuni storici, essi deriverebbero dalla fusione tra le popolazioni autoctone africane e quegli ebrei fuggiti dal proprio paese in [[Egitto]] (ma questa indicazione geografica data dalla [[Bibbia]] potrebbe genericamente indicare tutto il [[Corno d'Africa]]) ai tempi della [[Assedio di Gerusalemme (70)|distruzione di Gerusalemme nel 587 a.C.]] o in successive ondate della [[diaspora ebraica]]. Dal punto di vista religioso, sarebbero i frutti dell'unione tra [[Re Salomone|Salomone]] e la [[Regina di Saba]]. Questo creerebbe, secondo la visione dell'[[Ebraismo Ortodosso]], alcuni problemi perché l'ebraicità è trasmessa in linea femminile, ed essendo la [[Regina di Saba]] non ebrea, in teoria neanche i discendenti dovrebbero esserlo.
 
Minacciati da carestie e dalle repressioni del governo etiope nel [[1977]]-[[1979]], emigrarono verso il [[Sudan]], il cui governo musulmano fu però ostile nei loro confronti. Israele prima organizzò una missione segreta nel 1980/81, salvandone circa 5000. Successivamente il governo di [[Israele]] decise<ref>Karadawi, Ahmed, "THE SMUGGLING OF THE ETHIOPIAN FALASHA TO ISRAEL THROUGH SUDAN", in ''African Affairs'' 90, no. 358 (January 1991): 23-49.</ref> di trasportarli nel proprio territorio in maniera massiccia attraverso un ponte aereo: si susseguirono così le tre operazioni denominate [[Operazione Mosè]], Operazione Giosuè ed [[Operazione Salomone]], fino al [[1991]] (vennero trasferiti circa 90.000 ebrei, l'85% della comunità presente).<ref>[https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Judaism/ejhist.html The History of Ethiopian Jews], articolo della ''Jewish virtual library''</ref>
 
Le operazioni furono decise per risolvere in tempi ragionevoli la situazione di grave disagio, in realtà la emigrazione regolare di singoli o famiglie era in atto da anni assistita da associazioni di supporto, ma il contingentamento dei permessi di espatrio e le continue richieste di denaro dei governi locali per concedere tali permessi, li rendevano di fatto degli ostaggi.