Pëtr Il'ič Čajkovskij nella letteratura e nel cinema: differenze tra le versioni

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Ma il film è significativo per come sono sottolineati i rapporti con la von Meck, il ricordo ossessionante della madre uccisa dal colera, l'omosessualità incarnata da Ŝilovskij (uno per tutti fra gli amanti), il legame con il fratello Modest, parenti ed amici.</ref>
 
[[File:Richard Chamberlain DF-ST-83-03559.jpg|thumb|L'attore Richard Chamberlain, protagonista del film di Ken Russell.]]
 
Nella cinematografia universale esistono altri film dedicati al compositore: uno tedesco del regista [[Carl Froelich]], ''[[Un'inebriante notte di ballo]]'' (tit.orig. ''Es war eine rauschende Ballnacht'', 1939), questo effettivamente del tutto romanzato, interprete la famosa cantante ed attrice svedese [[Zarah Leander]]; uno statunitense sullo stesso stile, ''[[Si svelarono le stelle]]'' (tit.orig. ''Song of My Heart'', 1948), regia di [[Benjamin Glazer]] ed una "versione alternativa" sovietica pressoché contemporanea al film di Russel del regista [[Igor Talankin]], interpretato da un somigliantissimo [[Innokentij Michajlovič Smoktunovskij]], ''[[Una pioggia di stelle]]'' (tit.orig. ''Чайковский [Čajkovskij])'',1969, la cui prima ebbe luogo il 31 agosto 1970), una estetizzante ancorché spettacolare ricostruzione, attenta a sorvolare sul tema dell'omosessualità.<ref>Pino Farinotti, pp. 44, 531, 784 e 965, Dizionario dei Film, SugarCo Edizioni, Milano, 1990, ISBN 88-7198-002-6.</ref>
 
Nel 1945 il regista britannico [[Irving Rapper]] discusse un film sul musicista nel quale il ruolo del compositore sarebbe stato sostenuto nientemeno che da [[Leonard Bernstein]], allora ventisettenne e da [[Greta Garbo]] in quello della von Meck. Fu oggetto di un'apposita cena di lavoro del 25 giugno 1945 ad Hollywood presenti grandi personalità del cinema. Il progetto non si realizzò ma tre anni dopo uscì comunque, come detto, la versione statunitense diretta da Glazer, con tutt'altro cast.<ref> Leonard Bernstein, ''Lettere ai familiari, 1945-1990'', pag. 27 (nota 4), Archinto, Milano, 2019</ref>