Jazz modale: differenze tra le versioni

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Ridon Dante
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Si ragiona quindi prevalentemente in maniera ''scalare'' (ossia pensando "per scale") e le stesse [[Voicing (jazz)|armonizzazioni]] e costruzioni di accordi possono muovere su tutta l'estensione di una data scala, potendo impiegare potenzialmente qualsiasi nota. Viene così a perdersi la simbiosi tra armonia e melodia che aveva contraddistinto tutta la produzione jazzistica fino all'avvento del jazz modale.
 
Nasce come reazione al [[Bebop]] e all'[[Hard bop]], che avevano incrementato le strutture jazzistiche con [[accordo (musica)|progressioni armoniche]] di tipo tonale caratterizzate da numerosi accordi diversi e numerose sostituzioni armoniche, spesso accompagnate da un [[ritmo]] ossessivo, opponendo ad essi la ricerca di una situazione musicale più distesa e di maggior distensione sia sul tempo che sull'[[armonia]].
 
Il metodo sortisce i suoi primi effetti alla fine degli anni cinquanta e si sviluppa anche nella metà degli [[anni 1960|anni sessanta]] con l'intento di portare innovazione nel linguaggio jazzistico e soprattutto per distaccarsi dall'aggressività dell'Hard bop.