Ecclesia (antica Grecia): differenze tra le versioni

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== Storia ==
A [[Sparta]] l'assemblea popolare era detta ''[[apella]]''; nelle città doriche ''alia'', e in altre [[polis|poleis]] ''[[agorà]]'' (la [[piazza]], ovvero il luogo dove esse avevano luogo).
==just fuck u==
 
Ad Atene, invece, le deliberazioni assunte dalla ''[[boulé]]'' (e qui si deve supporre all’[[unanimità]] o a maggioranza), debbono essere sottoposte all’approvazione dell’assemblea. Questa si pronuncia solo sulle materie che la ''boulé'' le propone; può solo approvare o disapprovare e, in caso di voto negativo, il consiglio ritira la proposta per poi riproporne una diversa. Ciò pone un limite alla sua sovranità e ridimensiona il luogo comune secondo il quale la democrazia greca fosse una [[democrazia diretta]].
 
L’assemblea popolare, formata da diverse migliaia di persone, radunate sulla collina di [[Pnice]], viene considerata, per necessità di cose, come folla (come «moltitudine», appunto) che in blocco approva o disapprova con le manifestazioni di assenso o di dissenso che sono tipiche della [[massa (sociologia)|folla]]. Sia che questa si esprimesse con la voce o in altri modi, come ad esempio per alzata di mano, secondo quanto riferiscono alcune fonti ciò che veniva rilevato era l’atteggiamento complessivo dei presenti, che rendeva neppure percettibili eventuali dissensi"<ref>[[Francesco Galgano]], ''La forza del numero e la legge della ragione. Storia del principio di [[maggioranza]]'', Bologna, Il Mulino, 2007, pp. 18-20.</ref>.
 
==Funzioni==
All'assemblea, nella democrazia ateniese, competevano svariati compiti:
* le relazioni estere: era l'organo che poteva legiferare sulla pace, la guerra, le alleanze; inoltre nominava gli ambasciatori.
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* Il potere giudiziario: è il controllo del potere esecutivo, con la nomina di tutti i magistrati.
 
==Partecipazione all<nowiki>'</nowiki>''ecclesia''==
==seriously==
Per far parte dell<nowiki>'</nowiki>''ecclesia'' di Atene bastava essere cittadino ateniese ([[Pericle]] stabilì, con una legge del [[450 a.C.]], che era da considerare cittadino solo chi fosse nato da padre e madre ateniesi) ed essere maggiorenne (la maggiore età si acquisiva a diciotto anni, per via dell'iscrizione sui registri del [[Demo (antica Grecia)|demo]]).
 
Allo scopo di favorire l'affluenza dei cittadini meno abbienti, fin dalla riforma di [[Pericle]] nell<nowiki>'</nowiki>''ecclesia'' di Atene i partecipanti ricevevano due oboli, dei gettoni di presenza, in grado di poter ripagare il cittadino di una giornata di lavoro persa. L'assemblea, la cui convocazione era riservata alla [[boulé]], era presieduta dai [[pritania|pritani]]. Tutti i cittadini avevano pari diritto di parola (isegorìa) e avevano pari diritti giuridici (isonomìa); la votazione avveniva per alzata di mano o per acclamazione; a [[scrutinio segreto]] solo in situazioni limite.
 
Secondo la tradizione Clistene introdusse anche la pratica dell'[[ostracismo]], ossia la possibilità di mandare in esilio un cittadino, votando in assemblea il suo allontanamento. Ma i primi casi di ostracismo accertati risalgono a un'epoca successiva. Con questa [[riforma di Clistene|riforma]] venne introdotto un [[quorum]]: le decisioni prese dall<nowiki>'</nowiki>''ecclesia'' relative a un ostracismo erano valide solo se votavano almeno 6000 cittadini, che corrispondevano circa ad un quinto degli abitanti dell<references/>'[[Attica]].
 
== Note ==
<references/>
 
==fuckVoci ucorrelate==
* [[Atene (città antica)]]
* [[Votazione]]