Agricoltura: differenze tra le versioni

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Nei secoli, e sino a tempi recenti anche nel Mondo Occidentale, l'agricoltura ha avuto sempre primaria importanza per lo sviluppo dei popoli e degli Imperi. Oggi è spesso degnata di un'attenzione superficiale nelle economie moderne, mentre resta fonte primaria di sussistenza e perno dello sviluppo economico dei paesi più poveri ed arretrati. L'importanza di questa pratica è dimostrata dal fatto di essere a tutti gli effetti una [[scienza]] e di essere ormai al confine con numerose altre scienze come la [[genetica]] e la [[biologia]] sia animale che vegetale.
 
I governi dei [[paesi industrializzati]] tra il [[1960]] e fine anni novanta hanno indotto la cosiddetta [[rivoluzione verde]], ossia hanno investito in maniera consistente nella ricerca agricola, direttamente sui campi degli agricoltori, cercando altri sistemi per incrementare la produzione alimentare con lo sviluppo di prodotti pesticidi e fertilizzanti, incoraggiandoli ad utilizzare queste nuove tecnologie e rivoluzionando le tradizionali pratiche agrarie con l'abbandono e l'estinzione di molte varietà locali e tradizionali.
{{vedi anche|Rivoluzione verde}}
 
L'agricoltura moderna si basa sempre più sull'immissione di energia esterna al sistema sotto forma di [[fitofarmaco|fitofarmaci]], meccanizzazione, [[fertilizzante|fertilizzanti]], [[ingegneria genetica]], [[tecnologia]]; si parla quindi di [[agricoltura intensiva]], in contrapposizione all'[[agricoltura estensiva]].
 
Ferme restando le implicazioni negative di una pratica agricola intensiva troppo spinta, la continua crescita dei fabbisogni alimentari mondiali, la necessità di mantenere bassi i prezzi degli alimenti, la riduzione della superficie coltivabile, l'esigenza di coltivare anche in zone nettamente sfavorevoli (talvolta anche per inquinamento) e di poter ottenere prodotti di qualità nutrizionale elevata, pongono gli operatori davanti ad una limitata rosa di scelte.