Silvio Spaventa: differenze tra le versioni

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Ricevette la prima educazione a casa e, nel [[1836]], venne inviato a proseguire gli studi nel [[Seminario]] di [[Chieti]], dove già studiava il fratello; completò gli studi nel seminario di [[Montecassino]] dove, nel [[1838]], Bertrando aveva ottenuto l'incarico di docente di matematica e retorica. Qui strinse amicizia con il [[filosofia|filosofo]] [[Antonio Tari]]<ref>Dentice di Accadia, Cecilia, "''Il bello della natura di A. Tari''", in "''La Critica''", Napoli 1923-26</ref><ref>Imalio A., "''De Sanctis, Settembrini, Tari, ecc.''", in "''Irpinia''" n. 1-3, Avellino, 1933</ref><ref>Serpico A., "''Antonio Tari''", in "''Rass. Stor. dei Com.''" n. 5-6, Napoli, 1981</ref>.
[[File:BOmba Italia.jpg|thumb|left|190px|Veduta di Bomba (provincia di Chieti), il palazzo in primo piano a sinistra è la casa dei fratelli Spaventa]]
 
Nel [[1843]] si trasferì a [[Napoli]], dove lavorò come precettore dei figli del magistrato Benedetto Croce, fratello di sua madre e nonno dell'omonimo filosofo.
 
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=== L'esilio ===
[[File:Silvio Spaventa, deputato di Bergamo.jpg|thumb|Spaventa ritratto nel periodo di deputato a Bergamo]]
Dopo che [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] di Borbone il 15 maggio [[1848]] revoca la [[Costituzione]] che aveva concesso poco tempo prima, e bombarda zone di Napoli dove erano i ribelli alla sua Casata, Silvio Spaventa, accusato di aver sostenuto la resistenza del generale [[Guglielmo Pepe]], venne arrestato (19 marzo [[1849]]) e rinchiuso nel carcere di ''San Francesco''.<br />Riconosciuto colpevole di cospirazione contro la sicurezza interna dello Stato e sedizione, venne condannato a morte per impiccagione (8 ottobre [[1852]]), ma ebbe poi la pena commutata in ergastolo (come sovente faceva la Giustizia Borbonica); rimase nel carcere di ''Santo Stefano'' per sei anni, durante i quali si dedicò agli studi politici e filosofici; l'11 gennaio [[1859]] la pena venne nuovamente commutata in esilio perpetuo. Il piroscafo ''Stewart'', che doveva condurlo insieme ad altri 68 condannati politici in America, in seguito all'ammutinamento organizzato dal figlio di [[Luigi Settembrini]], ufficiale della marina mercantile britannica, lo condusse in [[Irlanda]] (6 marzo [[1859]]) presso Queenstown, nella Baia di [[Cork]]; da qui raggiunse [[Londra]] e quindi [[Torino]], dove entrò in contatto con [[Camillo Benso|Cavour]] divenendo uno dei fedeli seguaci e uno dei principali fautori della sua politica.
 
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Morì a [[Roma]] il 20 giugno [[1893]]. Ebbe funerali di Stato e la sua salma è sepolta nel cimitero del [[Verano]].
 
Oggi gli sono dedicati due monumenti importanti, uno a [[Roma]], l'altro, modellato su quello romano, nel paese natio di Bomba, in piazza Matteotti.
 
== Il pensiero e l'opera ==