Ne Win: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
K.Weise (discussione | contributi)
K.Weise (discussione | contributi)
mNessun oggetto della modifica
Riga 73:
Gli inglesi vennero effettivamente cacciati, ma furono sostituiti dai giapponesi, che occuparono militarmente la Birmania. La rabbia della popolazione verso i nuovi occupanti crebbe velocemente e gli stessi nazionalisti si ritrovarono presto a combattere i loro precedenti alleati: il 27 marzo [[1945]], l'Esercito Nazionale Birmano attaccò le forze giapponesi, unendosi alle truppe britanniche che stavano nuovamente invadendo la Birmania. L'allora comandante Ne Win ebbe il compito di partecipare alle delegazioni incaricate di stabilire contatti amichevoli con la Gran Bretagna.
 
A seguito della sconfitta dei giapponesi, Ne Win si s'impegnò nella repressione del [[Partito Comunista della Birmania]] fra il [[1947]] e il [[1948]], specialmente nell'area di [[Pyinmana]], ad alta concentrazione comunista.
 
Finalmente, la Birmania ottenne l'[[indipendenza]] il 4 gennaio [[1948]] e il nazionalista [[U Nu]] formò il primo governo nazionale indipendente. U Nu aveva notevolmente rafforzato il proprio potere quando, dopo l'assassinio di [[Aung San]] (avvenuto il 19 luglio [[1947]]), aveva preso il controllo del [[Partito Socialista della Birmania]] e della [[Lega della Libertà Popolare Anti-Fascista]], formata da socialisti, comunisti e nazionalisti.
Riga 86:
Circa due anni dopo, giudicando il premier U Nu troppo debole davanti ai comunisti, il 2 marzo [[1962]] Ne Win effettuò un [[colpo di Stato]], rovesciando il governo eletto e imponendo un Consiglio Rivoluzionario, di cui divenne presidente.
 
Inizialmente, il colpo di Stato non vide scontri, ma nei giorni successivi l'esercito represse nel sangue le manifestazioni di protesta che si tennero a [[Yangon]] e ricorse ad arresti di massa degli oppositori. Il 7 luglio, una manifestazione studentesca di massa venne dispersa dall'esercito, che causò la morte di un centinaio di studenti disarmati. In un appello alla nazione di qualche ora dopo, Ne Win affermò che qualsiasi minaccia alla sicurezza del governo sarebbe stata combattuta senza esitazione. Egli disse: ''"Se quei disordini sono stati effettuati per sfidarci, allora devo dichiarare che combatteremo spada contro spada, lancia contro lancia"'' (nel [[1988]], Ne Win affermò di non avere mai dato l'ordine di sparare agli studenti e che la colpa era dell'ex brigadiere [[Aung Gyi]]). Il giorno successivo, la sede dell'Unione degli Studenti venne demolita.
 
Quando, il 13 luglio, Ne Win dovette recarsi in [[Austria]], [[Svizzera]] e [[Regno Unito]] per problemi di salute, tutte le università vennero chiuse fino a settembre.
Riga 93:
Subito dopo essere andato al potere, Ne Win introdusse in Birmania la cosiddetta "[[via birmana verso il socialismo]]", un insieme di nazionalismo e socialismo (non [[marxismo|marxista]]) che avrebbe dovuto caratterizzare la politica della Birmania negli anni successivi e assicurarle finalmente ordine e stabilità.
 
Il 4 luglio [[1962]], venne fondato il [[Partito del Programma Socialista della Birmania]], incaricato di d'implementare questo esperimento e sovrintendere alla sua messa in atto; Ne Win ne fu eletto subito presidente. Il 23 marzo [[1964]], tutti i partiti ad eccezione del BSPP vennero banditi.
 
Per mettere fine alla guerra civile, Ne Win (dopo il fallimento di iniziali trattative di pace con il [[Partito Comunista della Birmania]]) ricorse alla repressione militare: nelle città ordinò l'arresto di tutti i simpatizzanti comunisti e indipendentisti, mentre lanciò l'esercito in grandi offensive contro l'Esercito Popolare comunista (che controllava l'est del paese) e gli eserciti delle minoranze etniche. In particolare, volle colpire duramente i [[Karen (etnia)|karen]], che si erano ribellati dopo che U Nu aveva deciso di non dare loro uno Stato indipendente, come promesso invece dalla Gran Bretagna quando ancora la Birmania era una sua colonia.
 
Nel [[1974]], venne varata una nuova Costituzione, che sancì la nascita della ''Repubblica Socialista dell'Unione di Birmania''; fra le altre cose, il sistema mono-partitico venne tutelato costituzionalmente. Il Consiglio Rivoluzionario venne sciolto e Ne Win assunse la carica di presidente, nominando il generale [[Sein Win]] primo ministro.
 
Il 9 novembre [[1981]] Ne Win rassegnò le dimissioni dalla carica di presidente della Repubblica, indicando il generale [[San Yu]] come suo successore. Tuttavia, rimase presidente del BSPP, avendo ''de facto'' l'ultima parola in tutte le faccendequestioni politiche e militari della Birmania.
 
===Riforme economiche===
Ne Win progettò di d'implementare un tipo di economia improntato sull'[[autarchia]], affinché la Birmania fosse perfettamente in grado di badare a sé stessa isolandosi dal resto del mondo. Tuttavia le difficili condizioni economiche videro una vertiginosa crescita del [[mercato nero]] e una rapida calata del governo verso la [[bancarotta]]. L'autarchia comportò anche l'espulsione degli stranieri residenti in Birmania e pesanti restrizioni al turismo.
 
Nel settembre [[1987]] vennero cambiate le valute birmane in tagli di 15, 25, 35, 45, 75 e 90 ''[[kyat]]''. I detrattori di Ne Win sostennero che questa misura era stata presa solo per mera scaramanzia. Sempre nel 1987, l'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] classificò la Birmania nel [[Quarto mondo]]. Nel mezzo di continue e sempre più pesanti proteste contro il regime, Ne Win si dimise dalla carica di presidente del BSPP il 23 luglio [[1988]].
 
===La ''Rivolta 8888''===
L'8 agosto del [[1988]] una grande manifestazione di massa contro il mono-partitismo si trasformò nella [[Rivolta 8888]], quando i manifestanti incontrarono la repressione dei militari. La rivolta si allargò a macchia d'olio, divenendo un'insurrezione nazionale contro il monopolio del potere del BSPP e la situazione, per il governo, fu ingestibile.
 
Durante il suo discorso al Congresso di luglio del BSPP, in cui aveva rassegnato le dimissioni, Ne Win aveva dichiarato che l'esercito avrebbe dovuto colpire risolutamente qualsiasi "disturbo" che avesse messo in pericolo la stabilità della Birmania. Il massacro di 3.000 manifestanti fra l'8 e il 12 agosto dimostrò che le parole di Ne Win non erano rimaste inascoltate.