Responsabile della mobilità: differenze tra le versioni

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Il [[Decreto ministeriale|decreto interministeriale]] ''Mobilità sostenibile nelle aree urbane'' del 27 marzo 1998 ha introdotto la figura professionale del '''responsabile della mobilità'''. Gli [[Ente pubblico|enti pubblici]] con più di 300 dipendenti per unità locale e le imprese con complessivamente oltre 800 dipendenti devono individuare un responsabile della mobilità del personale<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1998/08/03/098A6963/sg|titolo=Gazzetta Ufficiale|sito=www.gazzettaufficiale.it|accesso=2018-11-29}}</ref>. Il mobility manager può avere sia una formazione umanistica che tecnica.<ref>[https://it.businessinsider.com/lavoro-mobility-manager-compiti-covid-19/ business insider]</ref>
 
Nell'ambito del decreto si delineano due figure professionali:
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==Il ''mobility manager'' d'azienda==
Il '''''mobility manager''''' '''aziendale''' ha l'incarico di ottimizzare gli spostamenti sistematici dei dipendenti. Egli ha l'obiettivo di ridurre l'uso dell'auto privata adottando, tra l'altro, strumenti come il ''Piano spostamenti casa-lavoro'' (PSCL), con cui si favoriscono soluzioni di trasporto alternativo a ridotto impatto ambientale (''[[car pooling]]'', ''[[car sharing]]'', ''[[bike sharing]]'', [[trasporto a chiamata]], navette, ecc.).
 
Gli obiettivi riguardano: