Libro di Veles: differenze tra le versioni

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q{{F|mitologia slava|arg2=opere letterarie|data=ottobre 2011}}
[[File:Vlesknig.png|thumb|Una copia conosciuta dell'opera, che prende il nome da questa tavola che comincia con "Dedichiamo questo libro a [[Veles (divinità)|Veles]]..."]]
Il '''''Libro di Veles''''' (Велесова книга, Влес книга, Влескнига, Книга Велеса, Дощечки Изенбека, Дощьки Изенбека, Księga Welesa, Veles Book, Isenbeck's Planks) è un testo che parla della [[storia]] e della [[religione]] degli antichi popoli slavi che la maggioranza degli studiosi, sia storici che linguisti, reputa che si tratti di un falso del [[XIX secolo|XIX]] o del [[XX secolo]] che imita maldestramente l'antica lingua slava.
 
Venne pubblicato per la prima volta da emigrati russi nel 1957-58 e da allora venne ristampato diverse volte. Contiene [[parabola (letteratura)|parabole]], preghiere, [[leggenda|leggende]] e racconti sull'antica storia slava che riguardano il periodo dal [[VII secolo a.C.]] al [[IX secolo]] d.C. circa. AlcuniSulla editorisua eautenticità studiosiinsistono delsoprattutto testo del Libro di Veles ritengono che sia stato scritto da stregonialcuni dellamovimenti [[Russia]] precristiana (che nel testo viene chiamata ''Ruskolan'') e precisamente nell'antica città di [[Velikij Novgorodneopaganesimo|Novgorodneopagani]]. La maggioranza degli studiosi, sia storici che linguisti,considerano reputaquesto invecetesto checome siil trattiloro discritto unsacro. falso del [[XIX secolo|XIX]] o del [[XX secolo]] che imita maldestramente l'antica lingua slava.
 
==Storia del testo==
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La paternità delle tavolette (o del testo, se le tavolette non esistono) si attribuisce allo stesso Miroljubov (il più delle volte) oppure ad Ali Izenbek, o al collezionista e falsario di antichità slave Sulakadzev vissuto agli inizi del secolo XIX. Altri studiosi fanno presente che il testo contiene notizie storiche non contrarie ai dati archeologici attualmente disponibili, acquisiti dopo la morte dei presunti falsificatori. Uno degli argomenti sulla veridicità del Libro di Veles è la mancanza di un movente per una falsificazione così imponente. Ma dall'altra parte, un attivo ricercatore e divulgatore di linguistica slava quale era Miroljubov, questi moventi li aveva.
 
Volendo ricostruire una storia linguistica, è molto più comodo fare riferimento ad un “autorevole manoscritto antico” che non ad antichi anonimi vegliardi che trasmisero tradizioni orali (che è ciò che fece Miroljubov dopo la “scoperta” del Libro di Veles). Un altro elemento a favore dell'autenticità del testo è che né Izenbek né Miroljubov possedevano conoscenze linguistiche tali da poter creare un falso così complesso e ben congegnato. Sull'indiscutibile autenticità del Libro di Veles insistono soprattutto alcuni movimenti [[neopaganesimo|neopagani]] di impronta [[New Age]], che considerano questo testo come il loro scritto sacro e ritengono che sia stato scritto da stregoni della [[Russia]] precristiana (che nel testo viene chiamata ''Ruskolan'') e precisamente nell'antica città di [[Velikij Novgorod|Novgorod]].
In ogni caso, se mai sono esistite, le tavolette su cui era inciso il Libro di Veles sono scomparse e non è possibile attuare una datazione orientativa del legno per stabilire a quale periodo risalgano.
 
Il Libro di Veles riporta accenni a soggetti avventurosi molto in voga nei secoli [[XVI secolo|XVI]]-[[XVIII secolo|XVIII]], come il ''Racconto di Slavjen e Ru'' e altri testi che riprendono i motivi del ''Canto della schiera di Igor''. Da un punto di vista storico il Libro di Veles (e i lavori di Miroljubov) è collegabile alle concezioni di alcuni ricercatori del XIX secolo e alla teoria dell'eurasismo. Uno dei punti forte di questa concezione era che il Semirečje (il territorio tra i fiumi Ču e Talas che scorrono dalle pendici nord del Tian-Šan, oggi Kazakstan-Kirgizija-Kitaj, città maggiori Taraz, Biškek, Almati) nell'Asia centrale fosse il luogo di provenienza dei popoli slavi, supponendo la presenza di nomadi slavi nelle guerre in Asia, e la loro identificazione con gli antichi [[Roxolani]].