Una questione privata (Fenoglio): differenze tra le versioni

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== Trama ==
Il libro si sviluppa principalmente attorno ad un personaggio, si tratta di Milton, un partigiano badogliano. La prefazione scritta da uno dei maggiori esponenti della letteratura del ‘900, Italo Calvino, compie una persuadente e convincente analogia tra il romanzo scritto da Fenoglio e l’opera di Ariosto, l’Orlando furioso. A primo impatto sembra fuori contesto tale assonanza, ma leggendo il romanzo ci si accorge che questo parallelismo diventa sempre più sagace, pagina dopo pagina.
La vicenda si svolge nella guerra di resistenza nelle [[Langhe]]. Il protagonista è un giovane [[partigiano]] ventenne, militante nelle [[partigiani badogliani|formazioni badogliane]], con il nome di battaglia di Milton. Milton è innamorato di Fulvia, una bella ragazza torinese di buona famiglia, sfollata per qualche tempo ad [[Alba (Italia)|Alba]], prima dell'[[Armistizio di Cassibile|armistizio del settembre 1943]], dove Milton l'aveva conosciuta. Diversi mesi dopo la sua partenza, con la guerra partigiana in pieno svolgimento, Milton spinto dalla nostalgia fa ritorno alla villa dove erano soliti passare le loro serate. Qui incontra la guardiana della villa, che lo conosceva fin da quel periodo, e le chiede il permesso di visitare quei luoghi per lui così cari e densi di ricordi. Durante la visita alla villa, l'anziana guardiana accenna a una relazione tra Fulvia e Giorgio, amico di Milton, e suo compagno partigiano. Milton, quasi incredulo, vuole trovare Giorgio e chiedergli la verità sulla relazione.
 
La storia inizia con la conoscenza di Milton da parte del lettore, un giovane alto e assai magro, che casualmente ritorna nella villa in cui, prima dello scoppio della guerra di resistenza, ebbe un incontro con una ragazza di nome Fulvia. Il ragazzo si innamorò della giovane torinese, e tra di loro nacque un particolare rapporto, rapporto che purtroppo si spezzò al sopraggiungere della guerra contro i fascisti. Ripercorrendo dunque quei posti così a lui tanto cari, Milton si imbatté nella custode della famiglia di Fulvia: dopo un paio di domande poste all’indaffarata donna, Milton venne a conoscenza di una relazione tra la giovane ragazza e Giorgio, un partigiano proprio come lui. La delusione, dopo quelle parole, era percettibile nel ragazzo, che da quel momento in poi, con completa disperazione e frenesia, tenta in tutti i modi di trovare Giorgio, per scoprire che cosa ci fosse veramente tra lui e Fulvia. Ed è qua infatti che il paragone precedentemente accennato trova un senso. Con i fascisti alle spalle Milton salutò in fretta la donna, e scappò via.
Si mette così in viaggio verso il reggimento in cui si trovava Giorgio, ma non lo trova. Poco dopo arriva la notizia che è stato catturato dai fascisti. Milton va alla ricerca di un prigioniero nemico da scambiare con Giorgio prima che questi venga giustiziato e solo dopo giorni di vagare fra le colline nebbiose riceve un'informazione da una vecchia, nei pressi della città in cui è tenuto Giorgio: un sottufficiale nemico ha intrecciato una relazione con una donna che abita lì vicino, e spesso in diversi momenti della giornata si reca da questa per fare l'amore. Milton riesce a catturarlo per scambiarlo con Giorgio, ma questo impaurito tenta la fuga in un momento di distrazione del partigiano, che è costretto a sparargli. Quando ormai ogni speranza di liberare l'amico è perduta e con esso anche la verità sull'amore di Fulvia, Milton ritorna nella villa in collina per chiedere alla vecchia guardiana tutta la verità sulle scappatelle notturne di Fulvia, ma viene sorpreso dai fascisti e si mette in fuga, inseguito da questi che gli scaricano colpi di mitraglia addosso. Milton, probabilmente ferito e spossato, giungerà dopo una folle corsa nei pressi di un bosco e crollerà a terra.
 
Conosceva abbastanza bene Giorgio, ma prestavano servizio in due reggimenti diversi, dunque Milton intraprese il cammino verso di lui: la scena del suo arrivo al reggimento è tra le tante che dimostra quanto poco fossero organizzati i gruppi partigiani. Non trovando Giorgio nei vari appostamenti, venne a sapere che era uscito insieme ad altri compagni; al ritorno di quest’ultimi Giorgio tardava ad arrivare, e nella confusione più totale il giovane badogliano cercò di capire che fine avesse fatto, ma tutto ciò che gli seppero rispondere fu esageratamente vago. La giornata era dominata da una nebbia fittissima, e si realizzò dunque che Giorgio fosse stato rapito dai fascisti senza che nessuno se ne accorgesse.
Alla fine,il libro ha suscitato molte discussioni fra la critica, in quanto l'autore non è chiaro sull'inseguimento di Milton e sulla sua condizione, e ciò ha fatto pensare ad un romanzo incompiuto, essendo stato, fra l'altro, ritrovato dopo la morte dello scrittore e pubblicato postumo: non viene, ad esempio, scritto che il partigiano è colpito dai proiettili nemici, né che muore alla fine, dopo esser caduto a terra. Non viene menzionata la presenza di sangue e, nel caso in cui l'autore avesse deciso di concludere il romanzo con la morte del protagonista, questa morte è possibile che sia avvenuta per la spossatezza e il dolore per il tradimento ricevuto da Fulvia, più che per le ferite del nemico.
 
Dopo questa totale dimostrazione di mancanza di spirito di gruppo, a Milton gli venne l’unica idea possibile che gli permettesse di riavere il suo amico indietro: il piano era quello di rapire un fascista, e successivamente di fare a scambio con Giorgio, cosa molto comune in temi di guerra, ma doveva fare veloce, altrimenti il suo amico sarebbe stato ucciso e con lui sarebbe stata uccisa la possibilità di conoscere la verità.
 
I giorni che seguirono furono difficili per Milton: dovette resistere all’umidità incessante delle colline, ad una nebbia che gli penetrava fino agli ossi, a un terreno pieno di fango e alla quasi completa mancanza di cibo, ma nonostante tutte le difficoltà, l’eroe riuscì a cavarsela solo grazie a questa malattia che l’aveva ormai catturato: l’amore.
 
Dopo giorni di completo disorientamento, il giovane badogliano ricevette un’informazione molto importante da un’anziana signora: in un paesino non lontano dalla città in cui era detenuto Giorgio, un sottufficiale fascista aveva intrapreso una relazione con una maestra e sistematicamente i due si incontravano per consumare il loro amore. Per Milton si aprì una grande porta di speranza: dopo aver studiato le mosse del fascista, il partigiano lo catturò e finalmente si diresse verso la città per portare a termine lo scambio; mentre la donna, in una scena rappresentata in maniera impeccabile da Fenoglio, venne rasata a zero per marcare quel suo atteggiamento permissivo verso il regime. L’entusiasmo di Milton era alle stelle, ma questo entusiasmo era destinato a durare poco: in un tentativo di fuga da parte del fascista, Milton lasciò partire uno sparo, e il militare cadde a terra morto. Il badogliano cascò in un profondo senso di colpa, e cercò sempre di più di far cadere la responsabilità della morte del fascista a lui stesso, e cercare di deresponsabilizzarsi. Purtroppo, gli “scarafaggi neri” vennero a sapere della morte di un loro sottufficiale, quindi per vendetta fucilarono un ragazzo che prestava servizio nella loro caserma, catturato ormai molto tempo fa.  Quando però l’unica possibilità di recuperare Giorgio fu ormai svanita, Milton decise di tornare dalla vecchia governante per chiederle maggiori informazioni sulla relazione tra Fulvia e Giorgio. Giunto dunque alla villa, Milton fu sorpreso dai fascisti, da quel momento inizia un folle inseguimento: i fascisti sparano colpi di mitraglia contro il badogliano, che con fortuna riesce a sottrarsi ad essi. Dopo pagine di fuga, Milton crolla a terra nei pressi di un bosco.
 
=== Personaggi principali ===