Gens Iulia: differenze tra le versioni

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[[File:Aeneas' Flight from Troy by Federico Barocci.jpg|thumb|left|upright=1.6|''[[Fuga di Enea da Troia]]'', [[Federico Barocci]] - [[1598]] - [[Galleria Borghese]] - [[Roma]]]]
Secondo una tradizione leggendaria (consolidata, fra l'altro, dalla vasta risonanza dell'[[Eneide|opera]] di [[Virgilio]]) la gens Iulia discendeva da [[Iulo]] (o [[Ascanio]]), figlio di [[Enea]] e fondatore della città di [[Alba Longa]], e [[Romolo]] stesso ne faceva parte. Se la tradizione è affidabile dovrebbe quindi essere compresa tra le [[Gentes originarie|''gentes'' originarie]] di Roma ricordate dallo storico [[Tito Livio]]. In proposito Tito Livio ricorda anche un [[Proculo Giulio]], nobile di Alba Longa, amico e lontano parente di Romolo, che, dopo la misteriosa scomparsa di quest'ultimo, riferì all'assemblea dei romani di averlo visto in un'apparizione, in cui Romolo gli aveva predetto il grande destino di Roma, spiegato la sua dipartita con la volontà divina ed zio ca espresso la volontà di venire onorato come dio con il nome di [[Quirino (divinità)|Quirino]].
 
Benché la ''gens'' fosse [[Patrizio (storia romana)|patrizia]], economicamente dovette subire alterne vicende, dato che la famiglia del suo membro più famoso, [[Gaio Giulio Cesare]], aveva residenza nella [[Suburra]], quartiere molto popolare. Ciò non impedì a Cesare di ricordare orgogliosamente le proprie nobili origini in molte occasioni pubbliche, quasi a voler legittimare anche moralmente il potere assoluto che avrebbe poi conquistato.