Nel 1997 viene nominato da [[Bill Clinton]] co-presidente di un Comitato sull'Information Technology.
==Why the future doesn't need us==
Nonostante l'evidente prestigio della sua carriera professionale, Bill Joy acquista davvero vasta notorietà quando, nell'aprile del 2000, appare sulla rivista [[Wired]] Magazine il suo saggio "Why the future doesn't need us", ovvero " Perché il futuro non ha bisogno di noi". Il saggio costò a Joy l'accusa di tradimento, soprattutto da parte della comunità della [[Silicon Valley]], per cui software ed [[ingegneria genetica]] rappresentano la linfa vitale e dove Joy è considerato una delle teste più lucide. Ma Joy spiega molto semplicemente la scelta di scrivere e divulgare un articolo capace di suscitare una reazione tanto forte nel mondo informatico: "ho sempre pensato che facendo software sempre più affidabili, avremmo creato un mondo più sicuro e che se fossi arrivato a pensare il contrario, avrei avuto l'obbligo morale di fermare questo lavoro".
Con il saggio in questione Joy sostiene che se è vero che il secolo passato ha prodotto molte tecnologie pericolose, oggi il pericolo è decisamente più reale, a causa di filoni di ricerca che hanno caratteristiche di propagazione e autoriproducibilità prima impensabili. "Farsi in casa una [[bomba atomica]] non è impossibile, ma è comunque complicato, mentre [[robot]] intelligenti, nanomacchine e biotecnologie, sono per loro natura oggetti che si riproducono e si autopropagano, ed anche se non nascono come armi lo potrebbero diventare in futuro".
Secondo Joy entro 30 anni la [[robotica]], l'[[ingegneria genetica]] e le nanotecnologie potrebbero cambiare completamente il disegno del mondo, nel bene e nel male. Ecco perché Joy sostiene con urgenza che "gli scienziati ed i programmatori devono iniziare a porsi un problema etico".
Il fatto che crea più angoscia a Joy è il rifiuto da parte della comunità scientifica di cercare di riconquistare un controllo sulla tecnologia, l'atteggiamento passivo, l'abdicare alla responsabilità [[morale]] di fare scelte responsabili.