Autobianchi: differenze tra le versioni

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Nel 1968, alla vigilia del debutto della grande berlina di lusso della casa, la [[Autobianchi A111|A111]], l'Autobianchi passò integralmente nelle mani della FIAT, che già da qualche tempo stava utilizzando lo stabilimento di Desio per produrre alcuni modelli di sua proprietà; in principio con alcuni esemplari della [[Fiat 600 Multipla]], poi della [[Fiat 500 Giardiniera]], venduta “ristilizzata” a partire dallo stesso anno sotto la denominazione di [[Autobianchi Giardiniera]].
 
In questa fase si rese necessario sostituire nel breve termine la Bianchina, incluse le sue derivate, considerato l'assottigliarsi delle vendite in virtù dell'anzianità del progetto. Pertanto vennero portati a compimento gli studi dell'auto finalizzata a raccoglierne l'eredità, la [[Autobianchi A112|A112]], capace sin dal suo esordio di fare breccia tra i giovani degli [[Anni 1970|anni settanta]] in antitesi alle [[Mini (1959)|Mini]]. Tuttavia, a seguito dell'acquisizione del marchio [[Lancia (azienda)|Lancia]], più blasonato e ricco di storia da parte del Gruppo Fiat, il marchio Autobianchi risultò sempre più relegato quale brand dedicato alla fabbricazione delle sole autovetture utilitarie, decretando come conseguenza il definitivo stop nel [[1970]] alla produzione della Primula, cui fece seguito due anni dopo quello della A111<ref>Le auto dello sbarco sulla Luna: cosa si guidava nel 1969?, Autoappassionati.it, autore Tommaso Corona, 19 luglio 2019.</ref>. Quindi, dall'impianto di Desio opportunamente riorganizzato e ammodernato secondo le nuove linee di mercato uscirono fino alla seconda metà degli [[1980|anni ottanta]] le A112, affiancate dai modelli [[Fiat 126]] e poi [[Fiat Panda (1980)|Panda]]. Contestualmente, la sede legale dell'Autobianchi fu posta a [[Torino]], perdendo di fatto il privilegio di godere di una propria autonomia gestionale.
 
=== La Y10 e gli ultimi anni ===
Nel [[1985]] venne presentato l'ultimo prodotto Autobianchi, la [[Autobianchi Y10|Y10]], venduta a marchio Lancia per buona parte dei mercati esteri. Ciò nonostante la fabbrica di Desio divenne sempre più marginale nei piani industriali della Fiat, in particolare dopo l'acquisto della [[casa automobilistica]] [[Alfa Romeo]], unitamente ai due suoi principali siti produttivi di [[Stabilimento Alfa Romeo di Arese|Arese]] e di [[Stabilimento di Pomigliano d'Arco|Pomigliano d'Arco]]. Di li a poco, con l'avvio dei cantieri già preventivati per la costruzione dello [[Stabilimento Fiat di Melfi|stabilimento di Melfi]] in [[Basilicata]], i vertici Fiat si resero conto che gli impianti destinati all'assemblaggio delle automobili in [[Italia]] erano troppi, rispetto alle esigenze e alla domanda di mercato, e dopo serrate trattative intercorse con i lavoratori e i sindacati nel [[1992]] la fabbrica di Desio venne chiusa, spostando la produzione della Y10 in altri impianti, infine nello stabilimento Alfa Romeo di Arese, dove rimase fino al 1995, quando terminò in contemporanea all'utilizzo del marchio Autobianchi<ref>Ma l'Autobianchi saluta e va in garage, La Repubblica, autori Claudio Nobis e Alberto Bellucci, 29 ottobre 1995.</ref>.
 
=== La fine della fabbrica di Desio ===