Polo per le Libertà: differenze tra le versioni

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Da sottolineare, comunque, che l'espressione ''Polo del Buon Governo'' non aveva i crismi dell'ufficialità. Nel caso della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera]], infatti, i nomi dei candidati di coalizione erano affiancati, sulla scheda elettorale, dai contrassegni delle singole forze politiche (Forza Italia, AN, CCD, UdC e PLD). Nel caso del [[Senato della Repubblica|Senato]], dove era ammesso un solo contrassegno per coalizione, ciascun simbolo recava semplicemente i loghi dei due principali partiti promotori, senza cioè alcuna effettiva denominazione.
 
Nel quadro della ricomposizione del sistema politico italiano, il centro-destra si era presentato, in occasione delle [[Elezioni politiche italiane del 1994|elezioni politiche del 1994]], nell'ambito di due coalizioni: il [[Polo delle Libertà]], che includeva [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]] e [[Lega Nord]], e il [[Polo del Buon Governo]], che includeva Forza Italia e [[Alleanza Nazionale]]. In quota Forza Italia furono candidati anche esponenti del [[Centro Cristiano Democratico|CCD]] di Casini. Al fine di identificare tale schieramento nel suo complesso si profilò il termine di Polo. La denominazione ufficiale arrivò invece nel 1996: dopo la caduta del [[governo Berlusconi I]], l'area di centro-destra (esclusa la Lega Nord), prese il nome definitivo di Polo per le Libertà. Questo accadde in parallelo alla nascita di un vasto schieramento di centro-sinistra, [[L'Ulivo]], e alla definitiva scomposizione di quelle istanze centriste che erano state fortemente penalizzate dal sistema elettorale.
 
In tale ambito, l'allora leader del [[Partito Popolare Italiano (1994)|Partito Popolare Italiano]], [[Rocco Buttiglione]], dopo aver avviato un percorso comune con il [[Partito Democratico della Sinistra]], decise, in occasione di un consiglio nazionale riunitosi l'11 marzo [[1995]], di convogliare il suo partito verso l'area di centro-destra. La maggioranza dei delegati popolari fu però contraria a tale mossa, sia perché sembrava una sconfessione della linea politica portata avanti sino a quel momento, sia perché si nutrivano dubbi sulla gestione dirigistica di [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]] da parte di [[Silvio Berlusconi]] e sulle sue politiche di stampo liberistico, ritenute lesive degli interessi degli strati più deboli della popolazione. Si addivenne così ad una scissione, con la parte del PPI fedele a Buttiglione, denominatasi provvisoriamente '''Polo Popolare''', che appoggiò la leadership di Berlusconi, mentre la maggioranza, con la denominazione '''Popolari''', decise di aderire al progetto di alleanza di centro-sinistra sotto la guida di [[Romano Prodi]].
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== La sconfitta alle politiche del 1996 ==
In occasione delle [[Elezioni politiche italiane del 1996|elezioni politiche del 1996]] la coalizione assunse il nome ufficiale di Polo per le Libertà e presentò un simbolo unico nella quota maggioritaria della Camera. Molte polemiche suscitò, negli ambienti cattolici della coalizione, un accordo con i radicali (Lista Pannella-Sgarbi), secondo il quale Forza Italia avrebbe aiutato i radicali nella presentazione di una serie di referendum e in cambio questi avrebbero applicato accordi di desistenza in un certo numero di collegi uninominali. La coalizione e liste presenti nelle schede per la parte proporzionale della Camera erano:
* Forza Italia;
* Alleanza Nazionale;